Le trivelle in Sicilia? I politici la difendano!

layout_wwf_trivelle_11_03“Una grave minaccia incombe sul mare del Canale di Sicilia, e cioè: estrazione dell’oro nero (petrolio) che porterà profitti solo alle compagnie petrolifere mentre rappresenta un rischio inaccettabile per l’ambiente, l’economia e il benessere delle comunità costiere, così come previsto dal D.L. 133/2014, cosiddetto “Sblocca Italia” che vedrà , se approvato, trivellare ampie aree del mare di Sicilia.
Mare, che per millenni è stato, ed è, testimone e attore indiscusso di importanti flussi commerciali.
Un mare ricco di storia e  di fauna, grazie alla naturale collocazione geografica.
L’impatto distruttivo delle trivellazioni e quello potenziale di greenpeun eventuale sversamento in mare di petrolio costituiscono una grave minaccia per le comunità bentoniche ed ittiche del Canale di Sicilia, che mettono in luce fondali con un’altissima ricchezza specifica, suggeriscono la necessità di adottare una “politica di massima tutela” e non di una che porti alla distruzione di questi ecosistemi.

Distruggere il fondale per “costruire piattaforme di estrazione, significa impoverire l’ambiente”, con conseguenze a lungo termine non prevedibili anche sulle risorse alieutiche di tipo commerciale.
I tempi di recupero non si misurano su una scala di anni ed esiste la possibilità che queste comunità non si ricostituiscano più.
trivelle-siciliaAi signori politici, di tutti gli schieramenti,  l’arduo compito di  difendere il “mare di Sicilia” dallo “scempio e dalla violenza delle trivellazioni”, al fine di assicurare  uno sviluppo turistico sostenibile delle città e la salvaguardia del mare e della fauna marittima.
Saranno chiamati, come classe politica, in causa dalle future generazioni e additati come responsabili di (un eventuale) immobilismo, dello scempio e degli atti di violenza che si consumeranno contro “madre  terra” e “madre  natura”.
“…u mari nun si spirtusa”

Giacomo Alberto Manzo

Enologo

Fare Ambiente Sicilia
Resp. Reg. Viticoltura ed Enologia

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