Open Day “Myda”: dedicato alla cucina

Loredana_CrisafiPotrebbe essere un’idea, in questo momento di profonda crisi economica, affacciarsi al mondo della ristorazione, certo non da neofita ma studiando presso strutture che possono aprire le porte per intraprendere un’attività lavorativa. Perché, allora, non iniziare a muovere i primi passi con un percorso presso una scuola di cucina?
Sabato 21 novembre, presso la scuola MYDA di Catania, si è svolta una giornata dimostrativa sull’attività che la scuola propone ad appassionati di cucina ma soprattutto a chi dell’arte culinaria vorrà fare un progetto lavorativo. Tra profumi di vaniglia, pasta frolla, zucchero a velo e caffè bollente si è dato inizio alla prima dimostrazione con un cooking show di pasticceria.
E’ stato il primo step introdotto da Loredana Crisafi, docente e pilastro della scuola. Curiosità tra i partecipanti che sono stati anche protagonisti nella realizzazione della prima colazione per poi essere coinvolti nella discussione “Abitudini e tendenze nella ristorazione”, affrontando le tematiche relative all’apertura di un ristorante non solo in Italia ma anche all’estero. Una scaletta ricca di incontri che si è protratta fino a tardo pomeriggio e che ha coinvolto gli interessati nei vari incontri: come preparare la pasta, piatto forte della nostra tradizione, la pizza, o stupire i nostri ospiti con un delizioso aperitivo e i colorati finger food.
Grande attenzione anche nelle preparazioni per vegani e celiaci. Sempre più ristoratori elaborano piatti appropriati per gli uni e gli altri, perché la tavola deve essere un momento di benessere e di appagamento per il nostro palato! Ed allora continuiamo ad incuriosirci mettendo le mani in pasta nella preparazione delle crispelle per poi chiudere in dolcezza con raffinate pastine da the. Tutto questo è stato proposto dalla fondatrice della scuola, Loredana Crisafi, che si è intrattenuta con la redazione di EnoNews in una piacevole chiacchierata.

Come nasce l’idea di aprire una scuola?
“Ho cercato di seguire le tendenze del momento, siamo in un momento di crisi e trovare lavoro è un’impresa difficile. Noi, però, ci troviamo in un posto meraviglioso: la Sicilia, terra di tante risorse e spunti. Da ciò ho dato seguito al mio progetto, ovvero quello di creare una scuola di cucina”.

Cosa rappresenta  questa giornata  di “Open day?”
“E’ un giorno di festa! In questi tre anni di attività ho avuto molte soddisfazioni con il mio progetto, ho creduto nelle potenzialità della nostra terra ed ho investito le mie energie in questo settore. Io, in passato, mi sono occupata di tutt’altro; sono una laureata in economia ma la passione per la cucina era grande. Così ho voluto reinventarmi in questa nuova veste ma con professionalità, ho lavorato per 12 anni in questo progetto seguendo corsi di formazione perché è proprio questa la chiave del successo!”

Chi si rivolge alla scuola di cucina?
“Principalmente persone che vogliono trovare un sbocco lavorativo mettendo a frutto la loro passione e quindi trovare applicazione in Italia, ma anche all’estero dove è sempre più richiesta la professionalità”.

Cosa si sente di dire a un giovane che inizia un corso di cucina?
“Che ha fatto la scelta giusta! E se poi questa scelta seguirà un percorso di formazione professionale continuo, raccoglierà con gli anni i frutti”.

Cosa significa “Myda”?
“ “Myda” nasce innanzitutto dall’unione delle iniziali dei nomi dei miei figli (Myriam e Dario), ma mi ha affascinato anche la storia del re “Mida” che trasformava tutto quello che toccava in oro; ed è quello che facciamo noi in cucina: da cose anche semplici, realizziamo piatti unici e pregiati”.

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Agata Faro

Ha seguito il richiamo della sua passione attraverso la serie di corsi per conseguire gli attestati dei vari livelli di sommelier AIS, fino al riconoscimento dell’abilitazione professionale. Iscritta dal 2012 nell’elenco generale degli esperti degustatori vini D.O., presso l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, il suo motto è “Degustare in viaggio”. Ritiene, infatti, che il modo migliore per comprende un vino e la storia di chi lo produce è quello di vivere il territorio. Dal 2011 collabora con EnoNews raccontando di viaggi, degustazioni, e di buona cucina.

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