Foodora: ma dove vai schiavetto in bicicletta? Il caldo autunno 2016…

foodora4Ve la ricordate la canzone? Ma dove vai bellezza in bicicletta, così di fretta pedalando con ardor… Sicuramente tra le tante gambe al servizio delle giovani società di consegna di cibo a domicilio ce ne saranno di snelle, tornite e belle, e magari qualcuna somiglierà pure alla Pampanini nazionale ma è certo che tutte quelle gambe, nessuna esclusa, pedalano di fretta, e con più ardore possibile. Così ha voluto da poco Foodora, società tedesca del settore attiva a Milano e Torino: non più 5,00 euro l’ora per il lavoro dei propri fattorini, ma 2,70 euro per ogni consegna. Meno consegne, meno soldi. Chi non scatta, niente scatti, direbbe il Diego Catellani di Fantozzi.

In Italia l’attività di portare cibi pronti a domicilio la chiamano sharing economy (economia della condivisione), il fattorino si chiama driver e le società come Foodora, Deliveroo e Just Eat sono startup. Tuttavia, a meno che non ci si sieda a mangiare con chi il panino lo ha ordinato, c’è poco da condividere; del resto, se ai tempi de Il ragazzo del Pony Express qualcuno avesse dato del driver a Jerry Calà come minimo avrebbe preso un pugno in faccia. La verità è che dietro l’intramontabile fascino dell’inglese, si nasconde la più classica delle fregature all’italiana. Nothing to share, nulla da condividere, se non la fame, per questi fattorini 2.0 con telefonate a carico, impiegati da società prive dei requisiti per essere definite startup, a partire da quello fondamentale: un oggetto sociale esclusivo o prevalente, basato sullo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

00865607Se n’è accorto qualcuno, riunendo l’universo delle attività di consegna a domicilio di cibo, e quelle analoghe di Uber, Helpling e simili sotto il nome di gig – economy, economia del lavoretto. Sbaglia chi immagina Foodora e società simili come templi dello schiavismo organizzato? A qualcuno sembrerebbe proprio di no, ma qualcun altro giurerebbe il contrario: il mio lavoro mi piace, è ecologico e divertente – dice un ragazzo intervistato da Repubblica – e un altro tiene a sottolineare come non sia la società a dettare i suoi orari di lavoro ma lui stesso, dichiarando la propria disponibilità giornaliera a seconda dei propri impegni. A questo punto qualcun altro giurerà di unire utile e dilettevole, facendo esercizio fisico, ma la verità è che Foodora, Deliveroo e Just Eat, seguite a ruota dalle crescenti micro-società diffuse ormai in mezza Italia, sfruttano abilmente le crepe della legislazione italiana sul lavoro parasubordinato, quella zona grigia dei co.co.co. dove non si è dipendenti e nemmeno autonomi, ma dove è facilissimo finire a sottostare agli obblighi dei primi ed è assai arduo somigliare ai secondi. Mi piacerebbe fare questo lavoro, anche solo per arrotondare. È per questo motivo che sto lottando per avere condizioni migliori, continua il ragazzo intervistato.

Insomma, siamo passati dalla tuta dei metalmeccanici alle magliette fluorescenti dei fattorini; dall’autunno caldo del 1969 al caldo d’autunno del 2016; dalle gabbie salariali alla gabbia del salario. Se potessi avere mille lire al mese cantava Gilberto Mazzi; ai fattorini di Foodora bastavano cinque euro l’ora. Questione di epoche. È la sharing economy, bellezza!

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Gherardo Fabretti

Appassionato di leggi e latinorum, in principio fu Giurisprudenza. Laureato, invece, in Lettere moderne, diventa presto redattore per riviste di letteratura e fumetti. Alcolismo vuole che il vino inizi a interessarsi a lui, fino al diploma AIS di sommelier e al master in Gestione e Comunicazione del Vino organizzato da ALMA. Vive a Milano, ma quando può fugge, perdendosi volentieri in varie parti del mondo, perché il viaggio, come diceva Costantinos Kavafis, è “fertile in avventure e in esperienze”. Crede che Venezia sia la porta della felicità e Parigi il rifugio degli ultimi romantici. Non ha problemi con gli aerei ma a New York preferirebbe arrivarci in nave. Mentre organizza una breve gita in Mongolia, cerca compagni per il viaggio.

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