Sabir Gourmanderie: il fascino e lo stupore attraverso il gusto siciliano

Sobrio, elegante, accurata ricercatezza nei dettagli, cioè: Sabir Gourmanderie. Ecco la nuova veste del ristorante di Zafferana Etnea che ha lasciato stupefatta la stampa in occasione dell’inaugurazione avvenuta lo scorso 18 maggio. Ad accogliere alcuni produttori di vini dell’Etna e i giornalisti, lo Chef Seby Sorbello, nome ormai conosciuto nel campo dell’alta ristorazione. Impeccabile è stata l’accoglienza della famiglia Sorbello insieme alla mamma Enza Cutuli e alla moglie Marilena Sanzone che, come sempre, hanno messo gli ospiti al centro dell’attenzione. Il ristorante, che sorge alle pendici dell’Etna, è l’ultima creazione del vulcanico Seby Sorbello e della mamma Enza. Una scommessa o un’ulteriore conferma della passione dello chef nel rappresentare il territorio siciliano tra raffinata cucina e apprezzati vini vulcanici? Certamente una conferma! Nonostante la sua giovane età, dall’apertura – poco più di un anno – il ristorante ha già avuto riconoscimenti da alcune guide enogastronomiche regionali e nazionali, nonché dalla Guida Michelin. Una staffetta che ha preso il via e che di certo riceverà importanti riconoscimenti futuri. Le novità riscontrate con la nuova inaugurazione hanno reso il luogo ancora più accogliente ed invitante a trascorrere piacevoli serate conviviali o cene di lavoro. Nelle tre salette (delle quali una con cantina a vista per ammirare e scegliere importanti etichette sia nazionali sia internazionali) ha avuto inizio l’elegante e raffinata cena preparata da Sorbello con l’immancabile partecipazione della brigata di cucina formata da: Riccardo Laganà, Enrico Lavernier, Carmelo Giardina, Angela Arceri, Carlo Coronati, Carmelo Pulvirenti, Calogero Latino. Bella la sensazione avuta varcando la soglia di Sabir: ritrovarsi in una  raffinata sala da pranzo, dove niente è eccessivo, con colori tenui che contribuiscono a trasmettere serenità e perfetto appagamento sensoriale. La straordinarietà che ha allietato la serata è stato il servire un pezzo di mare  sulle tavole, perché protagonista assoluto è stato il pesce.
Si è iniziato con un “Finto  panino che guarda da Occidente ad Oriente” servito con un pregiato Saké “Shochu Kyushu”. A seguire, “Futura Memoria”: una composizione di crudo di pesce: gambero, scampo e cernia, un’introvabile insalatina di “mauro”, alga tipica del mare jonico (che cresce solo dove l’acqua è cristallina), punte di asparagi selvatici e gocce di cioccolato di Modica, il tutto adagiato su cialda di cappero di Pantelleria addolcito con salsa di mandorla. Le sorprese continuano con una composizione di “Gambero Rosso di Mazara” appena scottato su fonduta di Ragusano Dop e scaglie di tartufo nero dell’Etna. La ricciola è protagonista del piatto successivo: “Polpettine” al sugo di carne e pesce su nuvola di patate e bottarga di uovo. Le raffinatezze continuano con la “Triglia nel giardino dell’Etna”; una crosta di tumminia accoglie i filetti adagiati su crema di melanzana agli agrumi e corredati da pomodorini datterini canditi, favette, mix di verdure di campo e julienne di fiori di zucca. Siamo sul Vulcano più grande d’Europa che regala oltre alle colate laviche anche fiocchi di neve. Allora “Omaggio alla neve”, una preparazione da definire come una pausa per passare poi ad altre preparazioni più elaborate. E pausa sia! Un gelato ai fiori di rosmarino su una cialda di riso venere e cannatedda (verdura tipica etnea).
La cena riprende con i “Rigatoni” coccolati da una carrettiera di datterino, una quenelle di tartare di scorfano speziata di cannella e profumatissima polpa di ricci con spruzzatina di prezzemolo di vigna. A proseguire il filo conduttore “Tranci di dentice all’agghiata”, (aglio e menta in salsa) addolciti con una spuma di mandorle e croccanti verdure di campo. Le portate continuano ancora con un pre-dessert “Granita di sedano”, estrazione di carote di Ispica su un letto di sottilissime lamelle di finocchio condite con olio evo. Siamo arrivati al dolce: “Ravioletto ripieno di miele e cannella” con crema zabaione all’arancia rossa. E per finire geli alla cannella, iris, torrone con mandorle “pizzute” di Avola, pralina di cioccolato al rum, gelo di cioccolato modicano, tutto accompagnato in abbinamento al Sakè Heiwa Shuzu Yuzu Saké. Durante la cena sono stati serviti in abbinamento alle portate i vini dei produttori: Vigneti Vecchio, Palmento Costanzo, Tenuta Moganazzi, raccontati dal sommelier Mauro Cutuli.
A chiusura della splendida serata lo Chef Seby Sorbello ha ringraziato in modo caloroso il personale di sala: Gianni Bella e Giuseppe Fichera, attenti e premurosi nel servizio svolto. Come sempre, ma ormai è una consuetudine, Sorbello riesce a stupire!

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Agata Faro

Ha seguito il richiamo della sua passione attraverso la serie di corsi per conseguire gli attestati dei vari livelli di sommelier AIS, fino al riconoscimento dell’abilitazione professionale. Iscritta dal 2012 nell’elenco generale degli esperti degustatori vini D.O., presso l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, il suo motto è “Degustare in viaggio”. Ritiene, infatti, che il modo migliore per comprende un vino e la storia di chi lo produce è quello di vivere il territorio. Dal 2011 collabora con EnoNews raccontando di viaggi, degustazioni, e di buona cucina.

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