Primaterra Wine Emotion: vivere l’Etna con le emozioni che i suoi vini regalano

E’ domenica, una splendida domenica di sole di gennaio. Il paesaggio sublime e unico è quello del vulcano Etna! Aria fresca e pulita, un silenzio che riempie, il profumo del caffè che si sparge. E la Sua presenza sempre lì, costante, austera e calda, allo stesso tempo: ‘a Muntagna!, da secoli immutato motivo di paura ma anche di conforto per i siciliani. E’ così che l’azienda agricola Primaterra accoglie i suoi ospiti. Tiziana Gandolfo e Camillo Privitera sono perfetti padroni di casa, gentili e calorosi, e insieme ad Artù (splendido cane, amico, mascotte) aspettano che tutti gli invitati alla degustazione arrivino per cominciare il loro racconto, che parte naturalmente dalla vigna, dalla terra, dove tutto è iniziato nel 2003.
Nelle parole di Camillo c’è tutta l’umiltà di un uomo che ha “semplicemente” colto la poesia di questo posto, scegliendo di aspettare i tempi della natura e aiutando lì dove c’era bisogno di una mano. Nelle parole di Tiziana risuona la passione, toccando gli alberi e la selvaggia vegetazione attorno a sé, si fa difficoltà a capire dove finisce la donna e inizia la natura. Ogni intervento qui è minimo, si lavora senza nessun trattamento chimico, arbusti spontanei, rovi e ulivi sono la cornice perfetta. E’ commovente sentire come siano entrambi legati a ogni singola vite piantata, a ogni pietra, ogni particolare di quella che non è solo una semplice azienda familiare, dove sviluppare un business, ma è la sintesi di una vita insieme, di un sogno condiviso, una necessità a cui si sono arresi e che oggi, nel nome scelto, portano il loro bagaglio di esperienze e d’amore per il vino. Primaterra perché nessuna eredità familiare li ha convertiti a produttori, se non ricordi d’infanzia e insegnamenti dal passato, ovunque si guardi si respira sentimento autentico; Primaterra perché è il primo passo per una nuova pagina della loro storia, più forte delle difficoltà, più potente e sacra di una fede nuziale. Dopo una lunga passeggiata, persi tra i profumi invernali della campagna, gli ospiti ritornano, alcuni con ramoscelli rubati di cannatedda (strigoli, verdura spontanea che cresce sul vulcano). Entrando in casa si viene avvolti dal calore di una stufa a legna, dalle innumerevoli bottiglie (naturalmente vuote!) esposte come trofei d’esperienza, dalle calamite sul frigo frutto dei loro numerosi viaggi per il mondo, da una cucina in fermento che aspetta di saziare con crostini e olio della casa (Primolio), frittata di cannatedda, ricotta e mosto, pasta con sugo di cavolfiore, spezzatino al sugo. Prima di dare il via alla degustazione, un video riporta le immagini dei racconti appena ascoltati: viste dall’alto di tutta la tenuta, i primi lavori in vigna, le barbatelle appena spuntate dalla terra nera. Tutto assume una forma, i colori riempiono la stanza e siamo pronti ad iniziare.
Il Primarosa 2013 apre la verticale di un rosato, ottenuto con il metodo del salasso, vestito d’oro rosa, dai profumi intensi e al gusto un’ancora ottima acidità e nella storia rappresenta sicuramente la forza di crederci fortemente, con il 2014 si perfeziona un’idea, quella di un vino che vada oltre ciò che del rosato si pensa e che si concretizza con il Primarosae 2016, la convinzione che sull’Etna anche questo è possibile.
Camillo va poi in cantina, e dalle riserve personali, tira fuori un Rivarello 2005 in splendida forma. Il colore granato ancora brillante, i complessi profumi, gusto lungo. Rappresenta l’audacia.
Si passa al Primaterra rosso 2011 che invece segna la vicinanza alla realizzazione del sogno; il 2012 è il senso compiuto di questo incredibile percorso e il 2013 la lungimiranza, lo sguardo che va oltre, l’ambizione di un vino che sia sempre meglio di ciò che è stato, in progressione.
Chiude il Primopasso, un moscato passito che sa di albicocca e miele, la dolcezza della terra, e ci riporta a una lunga e piacevole chiacchierata tra amici. Chissà, forse nel prossimo incontro avremo il piacere di gustare anche il loro nuovo prodotto… Prima o Poi!

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Federica Milazzo

Nata e cresciuta nella bella Piazza Armerina (Enna), vive oggi a Giarre, nel Catanese. Maturità classica, iscritta in Economia, Sommelier AIS dal 2017, si definisce un’anima in evoluzione, poliedrica. Determinata e curiosa, forse nevrotica, a tratti romantica. Definita da amici, e non, una piccola furia con la risposta sempre pronta. Ogni esperienza l’ha segnata, modellata e formata. Così dall’amore per le arti passa a quello per i numeri, la gestione e l’organizzazione. E dalla passione per le serie tv a quella per il vino. Quest’ultimo la rapisce, raccontandole le più affascinanti storie della terra, a cui inesorabilmente appartiene, e gliene acuisce i sensi, che non possono più rinunciare alla ricerca dei profumi e dei sapori più veri. Il viaggio, in tutte le sue forme, è il fine ultimo a cui tutto è vocato. Alla ricerca del suo posto nel mondo, continua il suo percorso formativo in attesa della prossima sfida.

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