L’uovo: curiosità e tradizione di Pasqua

L’uovo da sempre è sinonimo di fertilità e sorpresa.

Una risorsa semplice e preziosa che ha nutrito e sfamato l’umanità in soli 3 minuti, giusto il tempo di un uovo alla coque, e con la stessa versatilità si è prestato a cotture ben più prolungate, come l’uovo centenario, specialità cinese che prevede una preparazione lunga cento giorni in una soluzione di acqua, sale, carbone e ossido di calcio.

Nei millenni ci siamo molto spesso interrogati: è nato prima l’uovo o la gallina, un paradosso che è l’emblema della logica, a cui la scienza ha risposto che è sempre l’uovo ad avere la meglio: ad essere precisi i primi anfibi usciti dall’acqua deposero le uova per riprodursi, dunque l’uovo viene sempre prima.

Come quando non troviamo la soluzione a un rompicapo, e poi, eccolo lì l’uovo di Colombo: l’espediente semplice che cercavamo era proprio sotto gli occhi.

Presente in moltissime preparazioni e prezioso in cucina nelle varianti dolce e salato, l’uovo è un ingrediente praticamente insostituibile, anche se un brevetto è stato depositato da pochi mesi dall’Università di Udine, la quale afferma di aver creato un prodotto vegan dalle caratteristiche visive e organolettiche tali e quali all’uovo per come lo conosciamo.

Intanto la Coldiretti stima che sulle tavole di Pasqua rotoleranno circa 400 milioni di uova, destinate ad arricchire antipasti, farcire torte pasqualine e dar vita ai friabili dolci pasquali, primo tra tutti la pastiera napoletana con la sua base di frolla.

Saranno tantissime anche le uova di cioccolato: 15 milioni soltanto in Italia per un giro d’affari stimato intorno ai 230 milioni di euro, lo afferma il Cna che ci ricorda come l’uovo di cioccolato sia in ascesa anno dopo anno, nonostante si tratti di un’invenzione relativamente recente.

Infatti sono soltanto 150 anni che le uova pasquali di cioccolato vengono prodotte e commercializzate: il primo uovo di cioccolato venne messo a punto nel 1873 dalla ditta Fry di Bristol Inghilterra, da lì un successo strepitoso che fece il giro d’Europa fino ad arrivare alla corte dello Zar Alessandro III che incaricò Carl Fabergé nel 1883 di stupire e conquistare il cuore della moglie, la Zarina Marina, con un dono memorabile: da quelle mani ingegnose nacque il primo uovo di platino smaltato di bianco destinato a far scuola e ad essere copiato ed imitato in tutto il mondo. L’uovo celava al suo interno un uovo d’oro, che a sua volta conteneva due doni: una miniatura della corona imperiale e un pulcino d’oro.

Da lì in poi il connubio sorpresa e cioccolato fu imprescindibile, decretando il successo dell’uovo di Pasqua per come lo conosciamo oggi, un dono che soddisfa con la sua golosità nelle sue innumerevoli varianti: al latte, fondente, con nocciole, mandorle o pistacchi, solo per citare le più diffuse; ma soddisfa anche quella naturale e umana voglia di essere stupiti che è insita in ognuno di noi, una sorpresa è pur sempre una sorpresa!

Facebooktwittermail

Valeria Lopis

Nativa etnea, sommelier AIS e giornalista pubblicista che ha all'attivo numerose collaborazioni con magazine e riviste di settore, cura uffici stampa per eventi e aziende. Una grande passione per la campagna e le vigne la spinge ad esplorare il terroir locale, e non solo, con entusiasmo. Da buona siciliana ama il cibo di qualità e la condivisione di esso, un immenso patrimonio culturale da valorizzare e comunicare.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.