Trentino: Franco Scrinzi vince la XVII edizione del premio La Vigna Eccellente

A conclusione de “La Vigna Eccellente…ed è subito Isera”, evento organizzato dal Comune di Isera con il supporto della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell’ambito delle manifestazioni enologiche provinciali e con la collaborazione dell’APT Rovereto e Vallagarina, che ha visto una tre giorni di spettacoli, degustazioni, laboratori ed incontri di approfondimento, domenica 14 ottobre, presso la Sala della Cooperazione di Isera, si è svolta l’attesissima premiazione del miglior vigneto del vitigno simbolo della Vallagarina. Dei 47 vigneti in concorso, portati all’attenzione della giuria da 35 agricoltori per il primo e unico premio in Italia dedicato a valorizzare il lavoro in campagna e la cura delle vigne, si è distinto quello di Franco Scrinzi in località Corè a Marano di Isera. Un vignetoa pergola doppia su terreno morenico-fluvioglaciale decisamente adatto per la coltivazione del Marzemino. A premiare il viticoltore, lo straordinario equilibrio vegeto-produttivo con completa sanità delle foglie che sicuramente – come ha ricordato il tecnico della Fondazione Edmund Mach Bruno Mattè – non è il risultato del solo lavoro 2018 ma è frutto di anni di impegno e dedizione.
Secondo posto per Mario Frapporti e il suo appezzamento in località Brom, sopra ad Isera, su terreno alluvionale antico con alto tenore di argilla che ben si adatta alla coltivazione di Marzemino, ma con una parte ghiaioso-sassosa importante e quindi un buono scheletro. Una pergola semplice esposta ad est, per cui riscaldata sia dal sole del mattino che da quello pomeridiano, con sfogliatura e disposizione grappoli perfetta, oltre ad un’interessante eterogeneità produttiva dovuta ai 4 cloni presenti e una selezione massale. Un vigneto che da un punto di vista enologico ha sicuramente – come ha sottolineato Mattè – un ulteriore potenziale espressivo.
Terzo classificato Renzo Pizzini, con il suo vigneto a pergola doppia sito a Nogaredo su terreno alluvionale recente, franco-limoso, che consente di esprimere al Marzemino determinate caratteristica. Un altro lavoro gestito, come ha sottolineato la giuria, in maniera egregia, ben pulito con una produzione media in linea con le disposizioni dei disciplinati e grappoli ben distribuiti.
Ad analizzare i vigneti, sotto il profilo agronomico, sanitario ed estetico-qualitativo, una giuria di assoluta qualità e competenza, presieduta dal Professor Attilio Scienza, Docente di Viticoltura alla Facoltà di Agraria dell’Università di Milano, e composta da Marco Stefanini, Duilio Porro e Bruno Mattè, tecnici della Fondazione Edmund Mach – Istituto Agrario di San Michele all’Adige, dal giornalista Nereo Pederzolli, dal giornalista e Gran Maestro della Confraternita della Vite e del Vino di Trento Enzo Merz, da Carlo Rossiche, nel 2001, ha tenuto a battesimo il concorso in qualità di Sindaco di Isera, da Franco Nicolodi e Paolo Benvenuti, rispettivamente coordinatore regionale e direttore dell’Associazione Italiana Città del Vino.
“Anche quest’anno non è stato assolutamente semplice – ha ricordato Nereo Pederzolli – fare una scelta perché i vigneti che concorrono si stanno ‘omologando’, ovvero si stanno complessivamente adeguando al bello ed a un alto livello di conduzione viticola. Un approccio quasi corale – ha aggiunto – per difendere questa specificità territoriale. E dunque un plauso – ha concluso – all’amministrazione comunale che è riuscita a coinvolgere schiere di viticoltori nel fare cultura di territorio attraverso una coltura per esso così significativa”.
“Un progetto – come ha ricordato il Sindaco di Isera Enrica Rigotti – possibile grazie all’impegno dei contadini, che con il loro lavoro rendono attrattivo il territorio per chi lo attraversa e salubre per chi lo vive, ma anche al fondamentale appoggio dei partner, senza i quali non sarebbe stato possibile organizzare una tre giorni così ricca di iniziative ed appuntamenti, nonché a produttori e ristoratori, che hanno partecipato attivamente all’organizzazione, e alla giuria, che ha messo a disposizione la propria competenza e il proprio tempo”.
L’appuntamento, come da programma, è stato inoltre occasione per consegnare anche il secondo premio letterario intitolato a Francesco Graziola, storico membro della giuria, e voluto per mettere in luce l’importante ruolo di chi si dedica alla scrittura agricolaconservando e trasmettendo la memoria, fondamentale per il suo valore culturale. Un riconoscimento che non poteva non andare a Sergio Ferrari, impegnato in questa attività dal 1961, parallelamente al suo ingresso come docente all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige e che vanta al suo attivo 1903 pagine solo su Vita Trentina, oltre alle sue numerose altre collaborazioni, tra cui il blog quotidiano su IlDolomiti.it, tra i più letti del portale di news. Un premio che il giornalista ha voluto dedicare alla moglie Grazia, da sempre al suo fianco, ricordando al contempo il suo collega Giuseppe Michelon, con cui ha firmato numerosi articoli nel corso degli anni.
Nel corso del pomeriggio, spazio anche ad approfondimenti tecnici, come l’intervento di Marco Stefanini, che ha illustrato l’impegno della Fondazione nella ricerca volta al miglioramento, sia a livello qualitativo che di resistenza, del Marzemino, con attività di incrocio per avere a disposizione nuove semenzali in grado di adattarsi alle mutate condizioni climatiche e consentire al vitigno di esprimersi al meglio, con grande attenzione alla sostenibilità.
Bruno Mattè ha invece portato all’attenzione del pubblico una valutazione sull’annata vinicola, caratterizzata da mesi di febbraio e marzo piuttosto nella norma, che hanno portato ad un’epoca di germogliamento slittata di 15 giorni rispetto a quella del 2017. Ritardo che si è confermato anche nello sviluppo delle prime 2/3 foglie distese ma che poi è stato recuperato grazie al rialzo termico della prima decade di aprile che ha portato ad un riscaldamento del terreno e, complice una buona disponibilità idrica, ha accelerato lo sviluppo in maniera repentina arrivando allo stadio di piena fioritura uguale alla media del periodo e all’andamento del 2017, ovvero a fine maggio. Tempistiche che si sono mantenute anche nelle fasi successive, fino alla vendemmia. Le gemme che hanno dato origine ai germogli sono state in linea con la media delle precedenti annate e, visto che fortunatamente non si sono verificati eventi di forte vento in epoca pre fiorale, tali germogli sono arrivati fino alla vendemmia. Anche la fertilità è stata nella mediamentre il numero di acini per grappolo è stato superiore. L’unica anomalia è stata la forte piovosità tra inizio maggio e giugno, con precipitazioni che hanno rappresentato un terzo di quelle totali che solitamente si registrano in un anno, che ha portato alla presenza di peronospora ma si è riusciti comunque a salvaguardare la produzione prevenendone l’attacco con adeguate misure. La vendemmia, come ormai è noto, è stata abbondante e di qualità, grazie anche alle interessanti escursioni termiche che si sono verificate.
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(Foto di gruppo: Florio Badocchi)

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