A tavola, sul palcoscenico, con Don Giovanni ed un “Molière Immaginario”
Una cosa va detta e consideratela, se volete, come una lancia spezzata a suo favore: il personaggio di Don Giovanni, controverso, criticato, perseguitato e… chi più ne ha più ne metta, è stato ed è comunque sempre fedele a se stesso! Una sicurezza, quella psicologica, che forse gli deriva dal sapere come conquistare le donne, tutte le donne, nessuna esclusa, o di sapere che comunque c’è un pubblico che lo apprezza e lo segue, a prescindere da chi sia l’autore delle tragedie o delle commedie di cui è interprete e protagonista e al di là di pregiudizi morali, religiosi, scandali e gossip. Così succede che anche oggi, nel 2017, la sua figura rimanga quasi inossidabile, nonostante i tanti secoli trascorsi da quando la sua fama è approdata nell’universo della letteratura e del palcoscenico. E capita, dunque, che anche in una fredda sera dell’inverno catanese, nell’accogliente sala del Piccolo Teatro di Città, il Don Giovanni entri in scena per conquistare un pubblico già predisposto al divertimento e che certamente non è rimasto deluso. Così è stato lo scorso 2 febbraio, quando è andato in scena “Molière immaginario”, spettacolo di e con Ivan Bellavista nell’ambito della rassegna teatrale Monofest, ideata e promossa dall’associazione culturale NORA 2.0 e dall’associazione Città Teatro. Insieme a Bellavista, Sandra Conti e Matteo Di Girolamo, per quello che era già stato un clamoroso successo di pubblico e critica nella stagione 2014/2015 del Teatro dell’Orologio di Roma. Un trio di attori lento a partire, che nei primi minuti ha fatto riflettere su quanto spazio ci sarebbe stato per il divertimento. Ma che, riscaldando le loro voci e le loro interpretazioni, hanno impiegato ben poco a riscaldare e a conquistare il pubblico. La simpatia di Bellavista ha svelato subito la sua provenienza, Napoli, a
cui si è aggiunta la prorompente vitalità dei due compagni romani. Prima di passare a ciò che maggiormente interessa il nostro giornale, ovvero l’intervento di chef e piatti nella serata, ancora due parole sullo spettacolo, che ha visto tra le righe e non solo nel titolo citazioni del gigante del palcoscenico, francese ed internazionale, Molière, come se fosse qui presente ai giorni nostri, intento ad assistere al lavoro di simpatia di questo “pestifero terzetto”, che ha utilizzato il “Don Giovanni… scompaginandone trama e personaggi, per rimandarci invece a un’idea di attorialità forte e consapevole, legata a filo stretto con l’elaborazione registica (che in questo caso è davvero frutto di creazione collettiva), così da regalare al pubblico un frammento di teatro nella sua miglior accezione… Don Giovanni viene così sradicato dalla pièce seicentesca e gettato in pasto a un talk-show televisivo… Il servo Sganarello, tramutato in presentatore, interroga Don Giovanni che, da padrone, è diventato l’ospite d’eccezione. Donna Elvira non è più la casta fanciulla redarguita dall’affascinante tentatore: si trasforma in una vittima dei media ed essa stessa si fa carnefice del mito”. Era il 15 febbraio del 1665 quando per la prima volta a Parigi furono rappresentati i cinque atti in prosa del “Don Giovanni” di Molière, che a sua volta prese spunto dal personaggio creato in Spagna da Tirso de Molina. Sono passati secoli da allora eppure questa scabrosa e scandalosa figura scenica in carne ed ossa continua a suscitare interesse. Anche se poi, alla fine, si scopre che è stato tutto un gioco, come ammesso dallo stesso Bellavista: “Tracce di Molière ci sono – dice l’attore e autore napoletano – ma il resto è totalmente
nostro. Siamo noi, con i nostri clichès da far morire e con la voglia di non farci comandare dai ruoli ma solo da noi stessi. Molière Immaginario non vuole raccontare niente. Vuole solo giocare come ho fatto io (Ivan Bellavista) insieme a Sandra Conti e Matteo Di Girolamo. Infine, nessun regista ad imporci nulla, nessun costume, nessuna scenografia. Molière Immaginario è solo un gioco, giocato seriamente”.
Come sempre, in questo brillante cartellone del teatro catanese, lo spunto è il cibo e tutto ciò che ruota attorno alla tavola. Da qui, la partecipazione, come sempre, attiva dei ragazzi della scuola I.P.S.S.A.R. “Karol Wojtyla” di Catania, che per l’occasione ha visto anche l’intervento della dirigente scolastica, Daniela Di Piazza, e della referente del progetto, la docente Cinzia Viola, assieme al docente Calogero Matina. Ai fornelli, poi, lo Chef Danilo De Feo, che ancora una volta con professionalità e compostezza ha realizzato gli assaggi della serata anche sul palcoscenico, intervenendo con gli attori e divertendo il pubblico. Per l’occasione, il cuoco ha realizzato delle sublimi crepes, tra cui hanno colpito particolarmente quelle al pesto e alla norma, come ponte ideale tra la Francia, l’Italia e la città di Catania. Questi, poi, gli alunni dell’Istituto che hanno supportato lo chef: Michael Connor, Flavia Di Stefano, Martina Grassedonia, Giusy Rinaudo, Giorgio Rotuma, Ludovica Stella (IV anno di Enogastronomia) ed ancora Agata Consoli, Emanuele Ragusa e Greta Greco (V anno di Enogastronomia).
Il catering, infine, a conclusione dello spettacolo, è stato a cura dell’Hotel Nettuno di Catania, partner ufficiale della rassegna Monofestfoodtheatre.