Contrade dell’Etna 2017: cresce l’attenzione per i vini del vulcano
L’edizione 2017 mantiene la formula ma propone una nuova location: la scelta del Castello Romeo di Randazzo (CT), dotato di ampi spazi ed aree di parcheggio ben collegate mediante navette, ha consentito ai sempre più numerosi intervenuti di poter degustare tranquillamente le anteprime dell’annata 2016. Stand aziendali più accoglienti ed opportunamente dislocati in relazione appunto alle varie contrade etnee, hanno sicuramente favorito gli operatori che puntavano a degustazioni mirate.
La nutrita presenza di operatori, seppur con condizioni climatiche non proprio ideali, conferma l’attenzione e l’interesse verso i territori ed i vini compresi nella Doc Etna ed il trend di crescita registrato nell’ultimo decennio. Da un incrocio dei dati statistici desunto da stime di Federdoc ed Irvo è aumentato il numero dei produttori (oggi più di 130) e la superficie vitata compresa nell’area a denominazione Doc Etna è aumentata sino a circa 800 ha in relazione ad una superficie vitata complessiva di circa 3.000 ha. Il dato che principalmente s’intende sottolineare è quello relativo agli investimenti che sia le piccole che le grandi aziende stanno effettuando sui versanti etnei. Realtà già affermate nel panorama vitivinicolo siciliano, e non solo, erano infatti presenti con le anteprime della vendemmia 2016; per citarne alcune, ed esclusivamente a conferma che l’Italia intera ha lo sguardo puntato sull’Etna, è stato possibile degustare sia i vini dell’azienda siciliana Donnafugata, presente con un Etna bianco ed un Etna Rosso Doc, ma anche i vini dell’azienda trentina Teresa Eccher che ci ha particolarmente colpito col suo Etna rosso “Altero” da vigneto prefillossera dotato di un interessante profilo gusto-olfattivo di notevole espressione già in questa fase prematura (vino che successivamente affinerà in botti da 35hl).
Anche l’azienda ragusana Tenute Bastonaca della signora Silvana Raniolo ha deciso di puntare sul territorio etneo con il suo Etna Rosso Doc prodotto in c.da Montedolce (vigneti siti a 1000 mslm), blend per 80% da Nerello Mascalese e per il 20% da Nerello Cappuccio.
Il fascino dell’Etna colpisce anche i giovani imprenditori che intravedono occasioni di crescita e di sviluppo. È il caso dell’Azienda Agricola Monterosso, premiata in questi giorni al Vinitaly tra le migliori StartUp dei giovani produttori di vino. Una scommessa sulla quale hanno puntato Giovanni Ferlito (Brand Ambassador Monterosso nonché sommelier del Ritz Hotel di Londra), Aurelio Marconi e Gianluca Strano, tre storici amici che hanno puntato sulle straordinarie caratteristiche del terroir etneo presentando agli intervenuti le loro etichette “Crater” e “Sisma” (intervistati per i lettori di EnoNews).
Un felice ed appassionante incontro quello con Sonia Spadaro Mulone, titolare dell’azienda Santa Maria La Nave, giovane e solare nel presentarci le poliedriche peculiarità aziendali (intervistata per i lettori di EnoNews). Vigneti posti in due distinte aree, l’uno sito in c.da Nave a 1.100 mslm dove viene coltivato il grecanico che vinificato in purezza prende il nome di “Millesulmare” (Sicilia Doc), e l’altro sito sul versante sud-est a 500 mslm dove si trovano le vigne di Nerello Mascalese e Cappuccio dalle quali ha origine l’etichetta “Calmarossa” (Etna Doc). Oltre alla produzione dei suddetti vini l’azienda pone l’attenzione sugli antichi vitigni autoctoni coltivando gli stessi al fine dello studio e della conservazione del patrimonio genetico.
Tra le presenze di spicco che avvalorano l’enorme interesse nei confronti del patrimonio vitivinicolo etneo, hanno visitato l’evento e degustato i vini Oscar Farinetti, patron di Eataly ed anche il titolare di Vino & Design, azienda di import e distribuzione tra le leader del mercato per i vini pregiati che punta su vini tradizionali, non commerciali e rappresentativi del territorio.
Appuntamento quindi all’edizione 2018 di questa importante ed imperdibile kermesse dedicata ai vini espressione di questo unico ed affascinante territorio, l’Etna!
Foto ed interviste di Flavia Catalano