Vinitaly, fiera giustamente mondiale ma con ancora troppi disagi logistici
Verona, la città dell’amore… dei soldi innanzitutto. Qui la figura di Giulietta non c’entra e il romanticismo nemmeno. Ed il “contorno”, soprattutto logistico, di questo appuntamento, giustamente mondiale, andrebbe rivisto. Vinitaly è infatti un appuntamento che molti operatori e appassionati aspettano per un anno intero. E come tanti cappuccetti rossi ogni anno ci si infila nelle fauci del lupo (ma Dio salvi il lupo, per carità!)… È questa, la fiera, un evento troppo importante per l’economia dell’intero Paese, oltre che per il comparto vinicolo, ma è assolutamente ora di ripensarla. Lo si dice da troppo tempo, ripensarla almeno nella sua organizzazione, più che interna direi esterna. Verona, ed è storia vecchia anche questa, non è una città organizzata per un macroevento del genere, ci si sposta solo su gomma con inevitabili e infinite code, causa di stress per chi ha lavorato per almeno 10 ore e con uno spaventoso inquinamento ambientale. Negli anni pure la discreta organizzazione di vigili e polizia locale è venuta meno, ormai raro trovarli al di là degli incroci della fiera. E’ ovvio, infine, che secondo leggi economiche i prezzi in questi giorni aumentino, ma è davvero vergognoso il livello infimo dei servizi spesso offerti. Ripensare e riorganizzare una fiera significa anche preoccuparsi non solo di far entrare quattrini ma anche di garantire la decenza. Fino ad oggi è andata bene. Ma fino a quando…?