Duca di Salaparuta: un’antica storia siciliana. Doppio trionfo in casa ILLVA

Primato è una parola che si addice a Duca di Salaparuta, non solo perché meritevole di riscuotere ogni anno il plauso delle guide, né perché capace di bissare, quest’anno, il successo dell’edizione 2016 di Vitae, con Bianca di Valguarnera 2016 Duca Enrico 2015 entrambi vincitori delle Quattro Viti. Primato è semplicemente la parola che meglio definisce un’azienda che da quasi duecento anni, dal lontano 1824, è capace di guardare più avanti di altri. Fu così per Giuseppe Alliata, fondatore della cantina, che tra i propri titoli nobiliari vantava quello di Duca di Salaparuta, col quale fu poi battezzata l’azienda. In una regione lontana anni luce da una concezione “moderna” del vino, vinificò in proprio le uve provenienti dai suoi possedimenti di Casteldaccia, per dare alla luce due prodotti all’avanguardia, ancora oggi storici brand aziendali: Corvo Bianco e Corvo Rosso.

Bianca di Valguarnera 2016 – Duca Enrico 2015 – Duca di Salaparuta

Uno spirito simile animava l’azienda negli anni Ottanta. Duca Enrico nacque, nel 1984, dalla scommessa di vinificare per la prima volta un Nero d’Avola in purezza, consapevole, quel Franco Giacosa che ne fu creatore, della grande capacità di questo vitigno di decodificare e  interpretare i diversi territori in cui viene piantato. Provenienti i grappoli prima dai vigneti piantati lungo la strada tra Riesi, Butera e Gela, poi, dal 2001, dal vero e proprio cru aziendale di  tenuta Suor Marchesa, tra Riesi e Butera, il frutto dell’azzardo ripagò ampiamente il coraggio speso in quell’avventura.

Similmente Bianca di Valguarnera, nata tre anni dopo, nel 1987, prendeva forma da una sfida ancora più rischiosa: non solo quella di vinificare un’insolia 100 per cento, ma di giudicarla degna di un lungo passaggio in botte. Difficile e versatile, questo vitigno viene coltivato ad alberello nella Sicilia occidentale, precisamente nella zona più ventilata della tenuta di Salemi,  in un’area collinare che si affaccia sul mare. I terreni argilloso-calcarei, l’esposizione e la vicinanza alle acque salmastre permettono al vitigno di esprimere al meglio la sua mineralità. Scelte stilistiche innovative, che consolideranno sempre di più la fama della cantina e consentiranno a Bianca ed Enrico di diventare gli ambasciatori per eccellenza del brand.  Un’eccellenza che si ripete anno dopo anno, come raccontano le note di degustazione di Vitae 2019.

Il Bianca di Valguarnera 2016, ha una brillante veste giallo paglierino con luccicanti riflessi dorati. Una gamma odorosa da cui emergono immediate evidenze speziate di vaniglia, note di burro e piccola pasticceria, un mazzetto di erbe aromatiche, salvia, timo, anice stellato, una nota minerale quasi sulfurea. Si fa largo la frutta: mela golden, pesca e susina. In chiusura miele d’arancio e fiori di camomilla. Al gusto è avvolgente, brioso, finemente sapido. Ben bilanciato anche per l’ottimo uso del legno. Ritornano cenni di tostatura e frutta secca, come le nocciole. Prolungata la permanenza gustativa in un sorso di grande dinamicità.

Duca Enrico 2015 vanta uno splendido manto rosso rubino, profondo e luminoso. Mostra già all’olfatto la stoffa del fuoriclasse. Intenso, ampio, pulito e variegato, il ventaglio dei profumi propone una raffinata successione di riconoscimenti: pepe, vaniglia e liquirizia, seguiti da rosa e fiori di papavero, cenni di mogano, cuoio e pelliccia, con china e tamarindo. È una giostra quasi senza fine, con sottobosco, muschio e funghi ad ampliare le suggestioni odorose. Un palato sontuoso, deciso, fresco, con tannini in evoluzione ma ben integrati. Rimarca ancora la sua eleganza con una lunghissima persistenza. Matura per 18 mesi in barrique di rovere francese e affina per altrettanti in vetro. Stracotto di manzo.

 

Duca di Salaparuta 
Via Nazionale – SS 113
90014 Casteldaccia (PA)
tel. 091945201
www.duca,it

 

 

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Gherardo Fabretti

Appassionato di leggi e latinorum, in principio fu Giurisprudenza. Laureato, invece, in Lettere moderne, diventa presto redattore per riviste di letteratura e fumetti. Alcolismo vuole che il vino inizi a interessarsi a lui, fino al diploma AIS di sommelier e al master in Gestione e Comunicazione del Vino organizzato da ALMA. Vive a Milano, ma quando può fugge, perdendosi volentieri in varie parti del mondo, perché il viaggio, come diceva Costantinos Kavafis, è “fertile in avventure e in esperienze”. Crede che Venezia sia la porta della felicità e Parigi il rifugio degli ultimi romantici. Non ha problemi con gli aerei ma a New York preferirebbe arrivarci in nave. Mentre organizza una breve gita in Mongolia, cerca compagni per il viaggio.

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