Alla scoperta dei vini del Vesuvio

Per conoscere un luogo bisogna conoscere la sua storia, il suo territorio e i suoi prodotti enogastronomici. All’insegna del nuovo inizio, dopo il periodo di fermo, grazie ad Ais Sicilia in collaborazione con Ais Catania, lo scorso 16 giugno abbiamo… viaggiato virtualmente con l’evento “I vini del Vesuvio”.
Il delegato Ais Comuni Vesuviani, Ernesto Lamatta ci porta in viaggio in un luogo magico, pieno di storia e ricco di prodotti d’eccellenza. La passione con cui il delegato racconta il suo territorio è coinvolgente e cattura immediatamente l’attenzione di tutti i presenti.
Inizia narrando la storia di questo Vulcano, che affonda le sue radici circa 400.000 anni fa. Il Vesuvio è costituito dal più vecchio vulcano del Monte Somma, la cui parte sommitale sprofondò generando una caldera, e dal più giovane vulcano del Vesuvio, cresciuto proprio all’interno di questa caldera. La storia di questo vulcano è tra le più conosciute al mondo ma nonostante ciò, le prime vere testimonianze si hanno a partire dall’eruzione del 79 d.C. che distrusse Pompei ed Ercolano.
La storia del Vesuvio s’intreccia inevitabilmente con quella degli abitanti del territorio e ne delinea la strada. L’impatto del vulcano sul luogo è forte e incisivo e determina tante scelte fatte dall’uomo. L’armonia con cui l’uomo è il vulcano vivono in questo momento è frutto di un amore viscerale e di millenni di storia ed eventi a volte catastrofici.
La valorizzazione dei prodotti locali e il rispetto del territorio, danno vita a un ventaglio amplissimo di prodotti enogastronomici che sono lo specchio del luogo e degli uomini che lo vivono.
La viticoltura vesuviana è caratterizzata dall’esaltazione dei vitigni autoctoni: Caprettone, Coda di volpe, Catalanesca e Falanghina a bacca bianca e Piedirosso, Sciascinoso, Olivella e Aglianico a bacca nera.
Il terreno è naturalmente vulcanico e, essendo il Vesuvio un vulcano esplosivo, ricco di scheletro. Il principale sistema di allevamento è sempre stato la pergola perché riesce a proteggere meglio i grappoli dal vento anche se nei nuovi impianti si preferiscono altri sistemi.
La Doc Vesuvio, nata nel 1991, comprende i territori all’interno dei comuni di Boscotrecase, Trecase e San Sebastiano al Vesuvio, comprendendo tutta l’area del Parco Nazionale del Vesuvio e tutti i comuni limitrofi al Monte Somma e al Vesuvio. Per garantire e promuovere ulteriormente la produzione locale, la Dop Vesuvio e l’IGP Pompeiano, nel 2007 è nato il Consorzio Tutela Vini Vesuvio. Costituito da 114 soci e 400 ettari vitati, il Consorzio tutela 35 tipologie diverse di vino.

Tra i dodici vini in degustazione troviamo uno spumante da Caprettone, cinque bianchi prodotti con Caprettone, Catalanesca e Falanghina, due rosati da Piedirosso e Aglianico, concludendo con quattro vini rossi da Piedirosso e piccole parti di Aglianico. In particolare i quattro vini rossi degustati rientrano nella tipologia Lacryma Christi.
Il nome Lacryma Christi nasce da una antica leggenda. Si narra infatti che quando Lucifero venne cacciato dal paradiso ne portò con se un pezzo che precipitò nel Golfo di Napoli. Cristo addolorato pianse e dove si posarono le sue lacrime nacquero delle viti. Oltre la leggenda, la tradizione enologica vesuviana ha radici antiche che risalgono al V secolo a.C. quando i tessali impiantarono le prime piante di vite. Il piedirosso veniva già citato da Plinio nella sua opera “Naturalis Historia”.
Le sorprese per il pubblico però, non si fermano ai vini degustati e al racconto appassionato di Ernesto Lamatta. Arrivano infatti dei piatti con pietanze semplici ma di grandissima di qualità grazie alle materie prime usate. Iniziamo con del delizioso pane con olio dell’Oleificio Punzo di San Giorgio a Cremano, che stuzzica l’appetito che viene poi appagato da un classico della cucina mediterranea: pasta col pomodoro. I mezzi paccheri del Pastificio Gemme del Vesuvio di Cisterna di Castello si sposano perfettamente con la passata di pomodoro dell’Azienda Golì di San Giorgio a Cremano che ci da’ la possibilità di assaggiare il tipico pomodoro del Piennolo del Vesuvio.
Naturalmente per finire la cena in bellezza ci vogliono un dolce e un liquore: ci viene offerto quindi il panettone dell’Azienda Caffè Masulli di Somma Vesuviana, ripieno di confettura di albicocca Pellecchiella, anch’essa tipica del vulcano, e per concludere degustiamo un particolare liquore al pomodorino del Piennolo dell’Azienda Alma de Lux che ci riporta ai sapori e agli odori tipici dell’estate mediterranea. Alla fine della serata abbiamo conosciuto la storia e assaggiato i prodotti tipici del territorio vesuviano e la nostra mente è stata stuzzicata con odori e sapori che ci fanno venir voglia di andare a visitare questi luoghi suggestivi e incantati, ricchi si storia e leggende.
Un grande ringraziamento va al delegato Ais Comuni Vesuviano Ernesto Lamatta, ad Ais Sicilia e Ais Catania, per averci dato la possibilità di conoscere un territorio meraviglioso.

Lista dei vini degustati:

Azienda Casa Setaro, Pietrafumante Spumante Metodo Classico 2017
Cantine Olivella, Katà Catalanesca del Monte Somma Igp 2018
Azienda Sorrentino, Villa Lapillo Lacryma Christi del Vesuvio Doc Bianco2018
Azienda Cantina del Vesuvio, Lacryma Christi del Vesuvio Doc Bianco Superiore 2018
Azienda Villa Dora, Vigna del Vulcano Lacryma Christi del Vesuvio Doc Bianco 2016
Azienda Bosco De’ Medici, Lavaflava Lacryma Christi del Vesuvio Doc Bianco 2015
Azienda Sorrentino, Vesuvio Doc Rosato 2019
Azienda Cantina del Vesuvio, Lacryma Christi del Vesuvio Doc Rosato 2019
Cantine Olivella, LacrimaNero Lacryma Christi del Vesuvio Doc Rosso 2019
Azienda Bosco De’ Medici, Lavarubra Lacryma Christi del Vesuvio Doc Rosso 2017
Azienda Villa Dora, Gelsonero Lacryma Christi del Vesuvio Doc Rosso 2014
Azienda Casa Setaro, Don Vincenzo Lacryma Christi del Vesuvio Doc Rosso Riserva

 

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Francesca Scoglio

Nata a Messina, il primo incontro con Bacco risale al liceo quando rimase colpita dalla visione delle Baccanti al teatro antico di Siracusa e dalle continue letture di scrittori e poeti classici che elogiavano il vino come “nettare degli dei”. Dopo una laurea in Scienze Politiche conseguita a Palermo, finalmente arriva a Catania. Responsabile d’ufficio ed HACCP nell’azienda per cui lavora, la voglia di imparare la porta a cercare strade alternative. Una discussione apparentemente casuale con una collega le fa conoscere l’Ais ed i suoi corsi e da lì la curiosità la spinge ad intraprendere questo percorso. La curiosità diventa passione, la passione diventa Diploma da Sommelier Ais nel 2015. Lo studio continua e la porta al conseguimento dell’attestato di degustatore ufficiale Ais nel 2016. Il suo motto è “Non si finisce mai di imparare” e da qui la voglia continua di studiare, aggiornarsi, viaggiare e conoscere le svariate realtà che il mondo del vino offre.

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