Buon compleanno Vinitaly. Gli auguri del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Una data storica oggi per il Vinitaly, che puntualmente alle 11:00 ha dato inizio alla sua cinquantesima edizione. La cerimonia di inaugurazione alla presenza delle istituzioni, una tra tutte il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella la prima volta in assoluto per la più alta carica dello Stato a questa manifestazione.
Interventi puntuali e precisi mirati a sottolineare il momento florido che il mondo del vino italiano sta vivendo.
È il Presidente di VeronaFiere, Maurizio Danese, il primo ad intervenire, nella qualità di padrone di casa, dando il benvenuto al Capo dello Stato e ringraziandolo per la sua presenza,sicuramente un importante riconoscimento per il Vinitaly, che in questi 50 anni si è affermato come uno dei brand fieristici più conosciuti a livello mondiale. Un risultato reso possibile dalle migliaia di aziende vinicole che hanno sempre creduto in questa manifestazione, che l’hanno eletta tra gli appuntamenti imprescindibili, utili ad alimentare la crescita qualitativa ed economica. La storia di questi 50 anni è la storia di un percorso comune insieme alle aziende e con esse Vinitaly è diventato il punto di riferimento del grande Rinascimento del vino italiano e del suo sviluppo sui mercati internazionali. Il vino prima di essere un prodotto della terra, è un elemento che accompagna da sempre la storia dell’uomo.
Siamo lontani dal 1967, anno in cui l’Italia del vino ha dato vita, grazie all’intuizione di Angelo Betti, alle Giornate del Vino Italiano e, con esse, al Vinitaly.
Il vino oggi rappresenta un richiamo per il nostro paese, raggiungendo numeri da capogiro; l’enoturismo vale oltre 2,5 miliardi di euro; sono 450 i comuni a vocazione vitivinicola e sono 11 milioni i turisti interessati a percorsi eno-gastronomici.
Investire nel vino è divenuto oltre il 160% più vantaggioso dell’investimento nel mondo finanziario; un mondo che prima era prettamente maschile peraltro vede oggi impegnate anche le donne in ruoli di primissimo piano.
Il vino ed accanto ad esso l”olio e il comparto agroalimentare è espressione di un territorio e di una civiltà, prima di essere un prodotto della terra.
La fiera di Verona rappresenta il 45% dell’offerta fieristica nazionale dedicata al settore agroalimentare e il Governo Italiano ha riconosciuto Vinitaly come la Piattaforma commerciale del comparto attraverso il suo inserimento nel piano di promozione straordinaria del Made in Italy.
La promozione della cultura e della conoscenza della grande ricchezza varietale degli oltre 540 vitigni italiani, costituisce la chiave per aprire nuovi mercati, consolidare quelli dove siamo già leader, conquistare quote di mercato ai competitor sui mercati emergenti.
Il sindaco di Verona Flavio Tosi intervenuto subito dopo, oltre a parlare dei numeri e dell’opportunità che rappresenta la fiera non solo per la regione Veneto ma per il Made in Italy e per l’italianità, precisa che, nonostante I numeri della viticoltura dell’export sono in crescendo, c’è preoccupazione per chi si occupa del mercato interno, soprattutto con l’ingresso della Cina nel mercato libero, perché il comparto dell’agricoltura si troverà a competere non alla pari con paesi che hanno meno qualità e tutela e costi differenti.
Luca Zaia presidente della regione Veneto, lancia una sfida, chiedendo di snellire la burocrazia nel mondo dell’agricoltura, oggi troppo gravosa per i produttori.
Peraltro, oggi, il comparto enologico non viene valorizzato come elemento identificativo, come il biglietto da visita della nostra Nazione.
La sfida consiste anche nell’investire nella ricerca, cercando di ottenere una una vera e propria certificazione ambientale. È necessario che le istituzioni investano nella ricerca, perché oggi il mondo chiede qualità e salute. Infine il presidente Zaia, rivolgendosi al Capo dello Stato, chiede che si intervenga per favorire l’ingresso dei giovani in agricoltura, mettendo a disposizione anche i terreni annessi al patrimonio dello Stato.
Conciso e solido nel suo intervento, il Ministro Maurizio Martina, sottolinea che la nostra nazione riconosce nell’esperienza vinicola la ricchezza dei territori e l’abilità del saper fare.Dal Veneto alla Sicilia bisogna tenere i piedi per terra e la testa in alto.
Oggi l’Italia del vino è molto lontana dallo scandalo del metanolo nel 1988; da allora è iniziato il Rinascimento grazie alla qualità e controllo;oggi, a quasi trent’anni viviamo un successo mai visto. In Italia si coltivano 500 vitigni, più di qualsiasi altra Nazione al mondo, siamo la patria della biodiversità!Il vino è un tratto identitario, storico culturale contando, solo nel 2015, 5,4 miliardi di export Nonostante tali risultati, non basta; è necessario fare rete, e una delle più dirette, senza confini è proprio il web. In risposta alle richieste di snellimento il Ministro Martina ha ribadito che sul fronte della semplificazione, la commissione dell’agricoltura ha compiuto un passo fondamentale nel settore proprio la settimane scorse, con l’approvazione del registro telematico del vino.
Sul piano della ricerca siamo ad un bivio. L’università di Udine ha iscritto altri dieci vitigni esistenti.
Tutto l’agroalimentare è un protagonista del mondo, generando non solo nuova economia, ma nuova società e riprendendo una famosa frase di Veronelli, conclude poi dicendo che il canto è l’Italia del vino.
L’ultimo ma più atteso intervento è stato sicuramente quello del Presidente Mattarella lieto della sua presenza per un compleanno così importante. Il Vinitaly ha sicuramente interpretato e favorito la crescita del vino italiano. Se il cambiamento oggi è dato dall’utilizzo della tecnologia, cioè da un fattore esterno, i produttori con il vino sono diventati protagonisti, si son fatti ideatori di progetti vincenti, producendo ricchezza e cultura persino nello sviluppo dei saperi. Il vino è un valore economico sociale, dallo scandalo dell’etanolo è iniziato il rinascimento e il vino è diventato da prodotto antico a chiave di modernità. Oggi è necessario recuperare i vitigni, curare le malattie della vite ed inserire i giovani nell’agricoltura.
La ricchezza dei marchi e i numerosi produttori non hanno costituito un ostacolo per le meno note denominazioni ma oggi è necessario fare sistema.
Non bisogna preoccuparsi di Innalzare gli standard di qualità, perchè i nostri prodotti funzioneranno come termini di paragone per gli altri.
Occorre agire come una squadra con un lavoro in sinergia tra pubblico e privato per favorire l’industria vitivinicola. Spiegare il vino è come la musica se si conosce meglio si apprezza ancora di più.