Satèn, unicità in Franciacorta. Tutte le emozioni di una degustazione

FranciacortaIl satèn è un vino speciale, perché speciale è lo stile con cui lo affronti.”

Inizia così un interessante approfondimento tenutosi al padiglione Franciacorta di Vinitaly 2017 .

Nicola Bonera, miglior sommelier d’Italia 2010 e brillante relatore, ci guida attraverso il mondo del Satèn.

Il marchio nasce nel 1984 ma soltanto nel 1990 viene depositato. La parola Satèn effettivamente non esiste e viene “inventata” per questo vino speciale; l’etimologia è la parola seta e precisamente si riferisce al filo di seta, morbido e fine ma allo stesso tempo resistente.

Sono quattro gli elementi caratteristici di questo particolare spumante: la pressione non supera mai i 5 bar; si possono usare soltanto vitigni a bacca bianca, pinot bianco e chardonnay; l’evoluzione segue dei rigidi criteri; questo vino può essere solo brut.

Per quel che riguarda l’evoluzione ci sono: i Satèn toutcourt, 24 mesi sui lieviti e 31 passati dalla vendemmia; i Satèn millesimati, 30 mesi sui lieviti e 37 passati dalla vendemmia; i Satèn riserva che fanno 60 mesi sui lieviti e 67 mesi devono esser passati dalla vendemmia.

Dopo questa breve introduzione, che ci serve a capire cosa è e da dove viene questo splendido vino, passiamo alla degustazione di sei spumanti.

FranciacortaIl primo, “Ronco Calino” Franciacorta Satèn, sboccatura ottobre 2016, 100% chardonnay; viene prodotto nel sud della Franciacorta e grazie al suo affinamento in barriques acquista sentori particolari di cereali, malto e frutta secca. Il colore è un giallo paglierino brillante ed il perlage è elegante, fine ed estremamente persistente. Al gusto ritroviamo perfettamente la tipicità di questo vino che con la sua morbidezza contrasta bene le parti dure.

Si continua con “Cantina Ziliani” Franciacorta Satèn 2012; sboccatura Settembre 2016. Questa volta ci spostiamo nella parte nord di Franciacorta. Anche questo affinato in legno, si percepiscono sentori di evoluzione, frutta secca, zabaglione, burro fuso, pasta frolla ed altri sentori di pasticceria finanche ripescare nei nostri ricordi di bambini il classico odore di malto e latte. Anche qui veniamo affascinati dalla brillantezza e dal perlage raffinato e persistente. In bocca incontriamo la delicatezza del satèn e la forza dell’acidità che equilibra perfettamente questo vino.

A metà del nostro percorso degustiamo uno dei vini più famosi di Franciacorta, ”Ricci Cubastro 2012”. Anche questo 100% chardonnay ed affinato in legno; le barriques sono per metà di primo passaggio. L’eleganza si fa subito notare dal colore paglierino e brillante dalle bollicine numerosissime, finissime e persistenti. Risaltano sentori di buccia di mela e pera, note balsamiche ed erbacee. La freschezza del vino invade la bocca che viene però allo stesso tempo accarezzata dalla sua rotondità.

Incuriositi dalla particolarità di questi vini, continuiamo con ”La Fioca Franciacorta Satèn”. Ci troviamo al centro della regione di Franciacorta, nel cuore antico della Curte Franca. Un aspetto brillante ed un perlage praticamente perfetto; l’impatto olfattivo è importante, dato anche dai 48 mesi passati sui lieviti; sentori erbacei, minerali, speziati ed un particolarissimo sentore ossidativo liquoroso per niente spiacevole che anzi completa l’ampio panorama di profumi. Freschezza e sapidità, uniti alla delicata avvolgenza, fanno di questo vino un’esperienza da non dimenticare.

Quasi alla fine del nostro percosrso, degustiamo “Le Cantorie, Armonia”; 100% chardonnay anchesso con una sboccatura risalente a Novembre 2016. I 30 mesi passati sui lieviti lasciano dei profumi di fragranza intensi, crosta di pane appena sfornato, pane in pasta e pasta frolla; completano il panorama dei sentori speziati di coriandolo e zenzero. In bocca veniamo colpiti subito dal residuo zuccherino leggermente più alto degli altri vini degustati che ci sorprende piacevolmente e rende ancora più morbide e delicate le sensazioni. Di grande spalla acida e leggera pungenza, riesce a creare un equilibrio gustativo quasi perfetto.
Concludiamo con “Az. Agr. S. Stefano, Barbalonga”. La prima cosa che colpisce di questo vino è l’aspetto: color giallo paglierino brillante, perlage fine, numeroso e persistente, alla fine della degustazione le bollicine sono sempre lì che formano delle catenelle perfette che quasi sembrano perpetue. A differenza degli altri degustati, questo vino è più rotondo, grasso e polposo. Sentori di fiori come camomilla , magnolia e gardenia ben si integrano con i “classici” profumi degli altri spumanti metodo classico. La rotondità olfattiva si ritrova perfettamente in bocca e rende piacevolissimo ogni sorso di questo particolare prodotto.

FranciacortaFinita la degustazione resta la convinzione che il Franciacorta Satèn sia un vino d’eccellenza che rispecchia il territorio in cui nasce e rispetta la tradizione pur legandola all’innovazione; un vino che può conquistare il più ampio pubblico e che si presta in maniera perfetta a moltissimi abbinamenti esaltando i piatti della cucina tipica di Franciacorta e non solo.

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Francesca Scoglio

Nata a Messina, il primo incontro con Bacco risale al liceo quando rimase colpita dalla visione delle Baccanti al teatro antico di Siracusa e dalle continue letture di scrittori e poeti classici che elogiavano il vino come “nettare degli dei”. Dopo una laurea in Scienze Politiche conseguita a Palermo, finalmente arriva a Catania. Responsabile d’ufficio ed HACCP nell’azienda per cui lavora, la voglia di imparare la porta a cercare strade alternative. Una discussione apparentemente casuale con una collega le fa conoscere l’Ais ed i suoi corsi e da lì la curiosità la spinge ad intraprendere questo percorso. La curiosità diventa passione, la passione diventa Diploma da Sommelier Ais nel 2015. Lo studio continua e la porta al conseguimento dell’attestato di degustatore ufficiale Ais nel 2016. Il suo motto è “Non si finisce mai di imparare” e da qui la voglia continua di studiare, aggiornarsi, viaggiare e conoscere le svariate realtà che il mondo del vino offre.

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