Dallo spirito di Abbazia Santa Anastasia vini siciliani secondo storia e tradizione

A pochi chilometri da Castelbuono, suggestiva cittadina medievale nel cuore del Parco delle Madonie, si trova l’Abbazia Santa Anastasia la cui tenuta si estende per 400 ettari su un terreno collinare ad un’altitudine compresa tra i 200 e i 500 metri sopra il livello del mare su cui soffia la brezza del mar Mediterraneo, la stessa che rinfresca il vicino borgo marinaro di Cefalù. Sarà difficile arrivare in questo luogo e non restarne immediatamente rapiti poiché ogni pietra ne racconta la storia iniziata nel XII secolo quando una concomitanza di fattori favorevoli quali l’altitudine delle colline, la brezza marina uniti alla tradizione del territorio, hanno creato l’habitat ideale per la produzione di ottimi vini. L’attività di vinificazione, infatti, è per Abbazia un retaggio tramandato dai monaci benedettini e ormai impresso in ogni pietra, in ogni pianta, in ogni chicco d’uva: una tradizione che parte dal rispetto della terra e dal creare un ecosistema che racconti la propria identità in ogni bottiglia di vino prodotta. Fondata dal Conte Ruggero d’Altavilla nel XII secolo, l’Abbazia fu affidata, in un primo tempo, ai monaci Teatini, per poi passare ai Benedettini. A questi ultimi va il merito della produzione del vino, che ottenne, in breve, grande successo presso le mense baronali e vescovili in Sicilia. Proprio grazie all’interesse per il vino, per molto tempo l’Abbazia Santa Anastasia divenne il centro culturale ed economico della zona fino al momento in cui, in seguito all’abbandono da parte dei monaci, la struttura subì un tracollo che la trasformò in un rudere. Successivamente, grazie ad interventi mirati e molta cura, è stato possibile recuperare i terreni abbandonati, riportandoli all’originale rigoglìo sfruttando anche le eccezionali caratteristiche del microclima. I risultati d’eccellenza sono stati resi possibili anche grazie all’apporto di due figure come Giacomo Tachis e Riccardo Cotarella i cui preziosi insegnamenti, uniti alla dottrina biodinamica e alle tecnologie di ultima generazione, hanno garantito la crescita delle viti e degli ulivi, senza l’ausilio di prodotti chimici, da cui derivano frutti capaci di raccontare l’eccellenza del terroir.
Non a caso, dunque, oggi Abbazia Santa Anastasia rappresenta la “summa” di una serie di elementi la cui felice sinergia ha come esito una coltivazione dei terreni i cui rigidi principi sono tutti mirati al rispetto dell’ecosistema.
Anche la cantina è un riuscito connubio di modernità e tradizione. Se da una parte, infatti, si resta affascinati dalle barriques e grandi botti di rovere francese usate per invecchiare e affinare i vini, dall’altra il controllo del processo di trasformazione dell’uva viene garantito grazie all’uso di serbatoi in cemento vetrificato e acciaio. Gli ambienti sono, inoltre, termoregolati e ben coibentati grazie all’utilizzo di materiali da costruzione naturali quali lana di legno e magnesite. Dei 400 ettari, i vigneti ne coprono 65 e sono costituiti da terreno prevalentemente argilloso coltivati sia con uve da vitigni autoctoni che internazionali. Tutti questi fattori rendono questo luogo un habitat particolarmente adatto alla produzione di vini poiché il microclima è influenzato, non solo dall’esposizione a nord, ma anche dall’isolamento della Tenuta da altre realtà produttive limitrofe. Obiettivo di Abbazia Santa Anastasia è, infatti, esprimere al meglio l’unicità del suo terroir, creando vini che siano in grado di offrire esperienze uniche dal punto di vista sensoriale ed emozionale.
Ogni scelta compiuta tiene conto dei ritmi naturali di coltivazione, a cominciare dalle tecniche di rotazione fino a quelle di concimazione, ogni fase è espressione del culto e del rispetto di un ecosistema perfetto. Si tratta della scelta profonda di ripercorrere il modus vivendi trappista per rimettere la natura al centro di tutta la vita, non solo per la produzione di vigneti, oliveti e per il processo di vinificazione ma anche come modus operandi dell’azienda di cui le scelte di coltura biologica e biodinamica sono parte integrante e fondamentale per il raggiungimento dei migliori risultati possibili. La filosofia di produzione è improntata nel rispetto della tradizione, ma anche dell’ecosistema, utilizzando moderne attrezzature enologiche ed energia che proviene da fonti alternative. Ne risultano vini che sono pura espressione del terroir che li origina.
A questa attenzione e rispetto per la Natura , si affianca quella altrettanto solerte per la ricerca del benessere e del relax che rendono Abbazia Santa Anastasia il luogo ideale per la riscoperta sensoriale, fondamentale per tutti gli appassionati di enogastronomia di qualità in cerca di luoghi che siano espressione del concetto del “bien vivre”.
Abbazia Santa Anastasia, infatti, è anche un relais che consta di 28 camere ottenute dal restauro conservativo dell’antica struttura costruita da Ruggero d’Altavilla. Il Relais al suo interno dispone di due ristoranti, ampi spazi attrezzati per convegni e meeting, una palestra avveniristica, piscina, sala biliardo e bar. L’ampio parco di 400 ettari che circonda la tenuta, inoltre, rende questo il luogo ideale sia per gli appassionati che per i professionisti dello sport con percorsi trekking alla scoperta di una natura incontaminata.
Ecco alcuni dei vini più rappresentativi della filosofia dell’azienda.
Terre di Anastasia. Spumante da Grecanico in purezza. Colore paglierino brillante con un perlage finissimo e persistente. Naso elegante con spiccate noti floreali e fruttate che virano verso sentori di crosta di pane e fieno. Al palato è fine con un sorso fresco e sapido ed una accentuata mineralità che regala un finale lungo e persistente. Perfetto come aperitivo, si abbina anche a piatti a base di sughi bianchi, fritture e crudités.
Sens(i)nverso Chardonnay. Chardonnay biodinamico in purezza. Colore giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso offre un ventaglio aromatico intenso ed elegante che spazia da intense note agrumate a quelle floreali di acacia e fruttate di frutta a polpa bianca, resi intriganti da piacevoli sentori boisé. In bocca è armonico e avvolgente bilanciato da una spiccata mineralità e freschezza che fa venir voglia di continuarne a bere. Indicato con formaggi a media stagionatura e piatti di pesce piuttosto elaborati.
Sens(i)nverso Nero d’Avola. Nero d’Avola biodinamico in purezza. Colore rosso rubino con riflessi violacei. Naso schietto con intensi profumi fruttati di lampone e marasca e floreali di viola e rosa resi omogenei da una leggera nota finale tostata. In bocca il sorso è avvolgente con tannino elegante e vellutato. Finale lungo ed intenso. Adatto con formaggi a lunga stagionatura o piatti a base di carne.
Passomaggio -Classici Bio. Blend di Nero d’Avola, Merlot e Cabernet Sauvignon biodinamici. Colore rosso rubino intenso e profondo. Naso intenso ed elegante di frutti di bosco ma anche piacevoli sentori speziati di pepe e vaniglia e finali note tostate. In bocca ha un tannino aggraziato che avvolge il palato con piacevoli sentori di marasca e prugna. Finale ricco e persistente. Perfetto in abbinamento con formaggi a pasta dura e piatti a base di carni molto elaborati.
Litra Cru Bio. Cabernet Sauvignon biodinamico in purezza. Colore rosso rubino cupo. Naso intense note erbacee e vegetali con note di peperone verde addolcite da quelle fruttate di albicocca e vaniglia e floreali di viola mammola. Il sorso è ricco e polposo denso di frutto ed elegante con tannino raffinato ed avvolgente. Finale armonico e persistente. Darà il meglio di sé con formaggi stagionati e piatti a base di carne.
Cinquegrani –Vino Passito. Grecanico biologico in purezza. Colore giallo dorato con riflessi brillanti. Naso ricco di profumi floreali e note di frutta candita. In bocca il sorso è dolce ma ben bilanciato dalla freschezza e acidità che ne impediscono la stucchevolezza. Da abbinare a formaggi erborinati, pasticceria secca e cioccolato.

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Manuela Zanni

Manuela Zanni, classe 1975. Dal 2009 Scrive di storia e cultura gastronomica per riviste enogastronomiche e magazine on line del settore quali cronache di gusto, sapori di sicilia, buonissimo, identità golose, enos e vinoway, solo per citarne alcuni . Dal 2014 ha anche un proprio blog, www.saggieassaggi.it, contenitore di ricette legate al cibo della memoria e ai testi che hanno come perno il cibo, nel suo valore intrinseco di ricordo e trade union tra passato, presente e futuro. Vegetariana da 13 anni, crede che questo sia un punto di forza per apprezzare il caleidoscopio di sapori che la Natura è in grado di offrire. Ama il vino, quello di qualità, con una particolare predilezione per i vini rosati alla cui scoperta e valorizzazione ha tutta l'intenzione di puntare.

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