Buon compleanno, Fettuccine Alfredo! Una ricetta semplice condita con amore

Chi dice che le pietanze italiane più apprezzate negli USA siano la pizza e gli spaghetti, opportunamente o non, rivisitati, si sbaglia; il piatto del Belpaese che piace di più sono le “fettuccine Alfredo”. Molti sicuramente non avranno mai sentito parlare di questa pietanza ma negli Stati Uniti d’America ha meritato anche un National day, il 7 febbraio. Soltanto negli Stati Uniti sono stati serviti circa 250 mila piatti di “fettuccine Alfredo” in oltre 110 mila ristoranti che hanno questa pietanza stabilmente sul loro menù. Lo storico piatto nasce nel 1908 dalle mani di Alfredo di Lelio, che lo preparò nella piccola trattoria della madre Angelina che si trovava in Piazza Rosa a Roma, più o meno dove adesso nasce la Galleria Sordi. La moglie di Alfredo, debilitata da una gravidanza e malata, non mangiava nulla ed il marito provò a creare un piatto leggero e nutriente che la facesse riprendere; preparò allora delle fettuccine all’uovo sottili e leggere e le condì con burro e parmigiano reggiano. La moglie apprezzò e mangiando questo leggero e nutriente piatto presto si riprese. Quando la piccola trattoria chiuse, Alfredo aprì nel 1914 il suo ristorante “Alfredo alla Scrofa” dove divennero famose le fettuccine.
La storia di questo piatto cambia quando una coppia di famosi attori americani del cinema muto, Douglas Fairbanks e Mary Pickford, che si trovava a Roma per il viaggio di nozze, assaggiando questo piatto se ne innamorò. Tornando negli Stati Uniti ne parlarono agli amici di Hollywood e spedirono ad Alfredo una loro foto nel ristorante insieme ad una coppia di posate placcate in oro, forchetta e cucchiaio, con la loro dedica per “the king of noodles”. Nel 1948 il famoso ristorante viene venduto e nasce una querelle sulla fine che abbiano fatto queste posate e la ricetta originale delle fettuccine; la famiglia Mozzetti che rilevò il ristorante insieme a tutto ciò che conteneva, sostiene esserne il vero erede; mentre le stesso Alfredo, che aprì un ristorante con il figlio, sempre a Roma “Il vero Alfredo” ne rivendica la paternità.
Alla fine ciò che importa è che questi due ristoranti di Roma, gli unici ad avere in carta questa specialità, continuino a rendere famoso questo piatto ed a conservarne la semplicità originale. Entrambi i locali festeggiano questa ricetta: da Alfredo alla Scrofa con la presentazione di un libro di Clementina Pipola “Fettuccine Alfredo – Una vera storia d’amore”, che racconta la storia della pietanza intrecciandola con le storie dei romani famosi degli anni ’20 e ’30 e successivamente con la Dolce Vita; ogni personaggio famoso passato lì ha lasciato la sua particolare dedica sul libro degli ospiti: da Guglielmo Marconi, che paragona la ricetta all’invenzione della radio, fino a Luigi Pirandello. Da “Il vero Alfredo” invece si organizza il Festival delle “fettuccine all’Alfredo”.
Se volete cimentarvi nella preparazione di questo semplice e delizioso piatto, ecco la ricetta. Gli ingredienti sono solo 3:
Fettuccine all’uovo sottili
Burro
Parmigiano Reggiano
Iniziate la preparazione delle Fettuccine Alfredo cuocendo la pasta in una casseruola contenente abbondante acqua salata. Nel frattempo in una padella capiente fate sciogliere il burro. La cottura della pasta dipende dallo spessore delle fettuccine. A cottura finita, scolate e conservate una parte dell’acqua di cottura che servirà per mantecare. Trasferite le fettuccine nella padella insieme al burro. Togliete dal fuoco ed unite il parmigiano reggiano grattugiato e fate saltare unendo poco alla volta l’acqua di cottura, fino ad ottenere una salsa cremosa.
Aggiustate di sale e pepe fresco.
Avete preparato il piatto italiano più famoso negli States!

Facebooktwittermail

Francesca Scoglio

Nata a Messina, il primo incontro con Bacco risale al liceo quando rimase colpita dalla visione delle Baccanti al teatro antico di Siracusa e dalle continue letture di scrittori e poeti classici che elogiavano il vino come “nettare degli dei”. Dopo una laurea in Scienze Politiche conseguita a Palermo, finalmente arriva a Catania. Responsabile d’ufficio ed HACCP nell’azienda per cui lavora, la voglia di imparare la porta a cercare strade alternative. Una discussione apparentemente casuale con una collega le fa conoscere l’Ais ed i suoi corsi e da lì la curiosità la spinge ad intraprendere questo percorso. La curiosità diventa passione, la passione diventa Diploma da Sommelier Ais nel 2015. Lo studio continua e la porta al conseguimento dell’attestato di degustatore ufficiale Ais nel 2016. Il suo motto è “Non si finisce mai di imparare” e da qui la voglia continua di studiare, aggiornarsi, viaggiare e conoscere le svariate realtà che il mondo del vino offre.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.