Grande successo per la 4^ edizione dell’evento Chicchi, riso e uva di Sicilia
Si è svolta lo scorso 14 settembre nella cornice di Masseria Carminello a Valverde (CT) la serata “Chicchi , Riso e Uva di Sicilia”.
Una serata interamente dedicata alla reinterpretazione di un grande classico della cucina siciliana: sua maestà l’arancino, che vive un momento di grande apprezzamento nel mondo tanto da uscire dai canoni di cibo esclusivamente da strada e fino ad approdare alle serate gourmet come quella appena conclusa.
Per la quarta edizione dell’evento gli organizzatori e padroni di casa Antonio Rosano e Giovanni Samperi hanno radunato un team d’eccezione con 5 Chefs provenienti da importantissime realtà enogastronomiche e 2 Sommelier dell’AIS che hanno brillato per competenza e capacità comunicative, rappresentando in modo eccellente l‘associazione guidata in Sicilia dal Presidente Camillo Privitera.
Dal palco il giornalista e direttore di EnoNews Antonio Iacona e la splendida Valentina Grippaldi sono riusciti insieme a tenere il ritmo di una serata in crescendo.
Ad accogliere gli ospiti il cocktail di benvenuto a base di pesche di Leonforte IGP ideato da Salvo di Bella, Sommelier Ais, che in collaborazione con Mariagrazia Barbagallo Sommelier Ais e Delegata per Catania città, hanno argomentato gli abbinamenti e raccontato i vini.
L’ouverture della serata è stata affidata a Tony Lo Coco, chef bistellato del ristorante “I Pupi” di Bagheria (PA) che ha proposto l’arancina (sob!) ai frutti di mare accompagnata da un vino bianco, SciarediEst insolia.
Lo chef venuto dalla provincia di Palermo non può non declinare l’arancino al femminile, come è noto la consuetudine occidentale lo impone!
Una preparazione non tradizionale già a cominciare dalla presentazione quella di chef Lo Coco, che ha utilizzato una cottura al forno delicata per esaltare il gusto e il profumo di mare piacevolmente presenti con una certa sapidità ed esaltati dalla croccantezza della panatura esterna.
A seguire è arrivata la Palla di Mozzarella con ripieno di arancino di Rosanna Marziale ambasciatrice della mozzarella di Bufala Campana e chef che ha al suo attivo 1 stella, guadagnata nel ristorante di famiglia “Le Colonne” di Caserta, dove la Marziale fonde la sua arte casearia a quella culinaria in un mix irresistibile.
Per la serata la chef ha creato un’interpretazione a metà strada tra la tradizione e l’innovazione: forma sferica perfetta, appetitosa a colpo d’occhio, con un guizzo di mozzarella già pronto a filare, un’ aspettativa gusto-sensoriale non da poco. E poi un’intensità di sapori persistenti e lunghi, un arancino sparito subito dai piatti degli intervenuti, in un’accoppiata vincente con un bianco Uva di agosto 2016, grillo e petit manseng.
Al terzo arancino trionfano le radici, la tradizione abilmente rimaneggiata dalla regina delle cucine catanesi Bianca Celano, che ha appena chiuso con grande successo l’esperienza di “QQucina Qui” e si sta dedicando ad altri progetti di enogastronomia.
L’intervento di Bianca con il suo arancino masculino è stato un salto nel passato, ad ogni morso la riscoperta dei sapori, la memoria di una cucina d’origine che evoca atmosfere e ricordi.
La consistenza delle alici spicchiate e sapide, unitamente ad un punto perfetto di cottura del riso ne hanno fatto una preparazione sublime. Per questa preparazione i sommeliers hanno scelto un rosso importante e grande lunghezza: un vino frappato Tenuta Valle delle Ferle
Dopo il mare si sale su in montagna, un cambio di passo che avviene con l’elaborazione di Giuseppe Raciti chef di Zash e giovane astro nascente del panorama enogastronomico catanese che presenta l’arancino ai profumi dell’Etna, un omaggio alla montagna e ai suoi sapori più decisi.
Un arancino dalla tecnica perfetta: compatto, croccante e con dentro una fusion di sapori che ricorda un ‘panaro’, il tipico cestino intrecciato etneo ricolmo di funghi, nocciole, pistacchi, sublimati dalla notà fumè del guanciale, in abbinamento a un vino sirah in purezza, Rinazzo.
Il gran finale prevede sempre qualche sorpresa. Ci ha pensato il marchigiano Palmiro Carlini chef studioso e ricercatore di neuro gastronomia, la scienza che ricrea una fisiologia del gusto alla ricerca delle reazioni ed interazioni tra cibo e corpo e mente.
Lo chef ha stupito con una preparazione che ha letteralmente provocato i fuochi d’artificio in bocca!
Un arancino battezzato Mi piace quando mi tocchi – Vietato ai Minori di 18 anni , è già tutto un programma che sposta l’asse dell’attenzione sul piacere tattile della preparazione: per non dimenticare che esso va mangiato con le mani e già addentarlo ed afferrarlo sono parte della goduria di questo cibo.
Poi Carlini ha voluto dare il suo personale tocco con l’inserimento del sechuan button un piccolo fiorellino commestibile che oltre a decorare ha la particolare caratteristica di dare una spiccata salivazione grazie ad uno stimolante effetto elettrico, lasciando il palato con una sensazione frizzante ed intorpidente, resettata e bilanciata dalla scelta dei sommeliers: un vino Uve di agosto bianco 2015 di Masserie Incarrozza, dai vitigni grillo e petit manseng.
Una grande successo di serata che strizza già l’occhio alla quinta edizione già in cantiere, non resta che aspettare il prossimo anno per scoprire quali saranno le novità di “Chicchi, riso ed uva di Sicilia”.
Foto e video di Angelo Bua