“Faro Doc: riscoperta di un territorio”. Masterclass Ais per l’antica doc siciliana
Il Cooking Fest – Salone dell’enogastronomia e delle tecnologie per la cucina ha appena chiuso il sipario dopo giorni frenetici nei quali ogni ora del giorno è stata dedicata alla cultura del buon cibo, alle eccellenze territoriali e alle tendenze di settore.
All’interno del Cooking Fest il vino ha avuto un ruolo primario con una proposta ben articolata dall’Associazione Italiana Sommelier che con la delegazione di Catania ha curato uno spazio esclusivamente al Catania Wine Fest che per 4 giorni è stato un contenitore che ha offerto un maxi banco d’assaggio e un programma di masterclass dedicate alle realtà vitivinicole più interessanti di Sicilia, anche al di là degli schemi.
Infatti, se è naturale aspettarsi una degustazione che abbia l’Etna come protagonista, oggi volano di un’economia agroalimentare in crescita e riferimento di un certo interesse che attrae sempre nuove risorse, non è altrettanto consueto riuscire a dar spazio anche ai piccolissimi territori dove i vignaioli lavorano ancora gli antichi solchi.
E’ questo il caso della “Doc Faro – La riscoperta di un territorio” il winetasting dedicato a quel piccolo fazzoletto di terra che insiste nella provincia di Messina, in quella minuscola appendice che si spinge in avanti tra il Tirreno e lo Jonio.
A condurre la degustazione, molto partecipata dal pubblico, la delegata Maria Grazia Barbagallo e la Sommelier Francesca Scoglio, che da buona messinese ha raccontato i vini e il terroir con la passione e l’esperienza di chi conosce la vocazione di queste terre.
I filari di questi vigneti affondano radici antiche: le testimonianze scritte parlano di vinificazione già dal XIV sec. a. C. ed è storia nota come nel XIX secolo i vini di questo territorio siano stati il taglio dei grandi Bordeaux, arrivando via mare fino in Francia.
L’ambiente pedoclimatico è alquanto singolare ed eterogeneo: con scenari che mutano dall’umidità alla siccità, un vento potente che spira in modo costante, l’affaccio sul mare e alle spalle la collina.
Un microclima che favorisce l’allevamento naturale e biodinamico fortemente diffuso fra i produttori della Doc Faro.
La Sommelier Francesca Scoglio ha invitato i produttori ad intervenire all’assaggio, arricchendo la degustazione tecnica di un contributo diverso per ognuno.
Storie di famiglia si intrecciano con storie di impegno e passione personale, accomunate dal risultato di un grande vino, degustato in ordine di annata dai più giovani ai più pronti.
I vitigni utilizzati, previsti dal disciplinare, sono il 45-60% di Nerello Mascalese, il 5-10% di Nocera, il 15-30% di Nero d’Avola, Gaglioppo e Sangiovese, da soli o congiuntamente.
Ne viene fuori un vino intenso e generoso: non è stato difficile ritrovare al calice note di piccoli frutti rossi, sfumature balsamiche e nuances speziate, l’eleganza di un sorso pienamente soddisfacente caratterizzato da un tannino levigato e morbido ma ancora in ottima forma e un finale lungo e profondo affilato dalla spiccata sapidità.
Le etichette degustate:
BONAVITA FARO 2016
TENUTA RASOCOLMO FARO 2015
CANTINE BONFIGLIO FARO BEATRICE 2015
ISTITUTO CUPPARI S.PLACIDO FARO 2014
AZ.AGRICOLA LEPARDO FARO PIANO SOLE 2014
TENUTA GATTO FARO CHIANO CONTI 2014