AGRISPAZIO: LA COLONIZZAZIONE DEL GUSTO!

DSC_7146Quante volte lo abbiamo immaginato da bambini, guardando i nostri cartoni animati preferiti, i robots buoni giapponesi che combattevano contro le forze del male e vincevano sempre? O, crescendo, lo abbiamo sognato guardando la saga di Star Wars al cinema o leggendo il Ciclo della Fondazione nei romanzi di Isaac Asimov? Uno spazio che potesse essere il più umano possibile, anzi un’alternativa a quel Pianeta Terra che andiamo via via maltrattando e distruggendo.
Adesso, a decenni di distanza per chi, come chi scrive, è stato un ragazzo degli anni ’70 e ’80, oggi quei sogni e quelle immaginazioni sono sempre più reali e concreti. Anche per chi non si occupa di scienza o fantascienza, bensì di agroalimentare.
È di qualche giorno fa, infatti, la notizia che oggetto dell’ultimo workshop organizzato a Roma con l’Agenzia Spaziale Italiana, sul tema: “Agrispazio, colonizzare Luna e Marte per nutrire la Terra”, sia stata proprio l’agricoltura e la sua possibile realizzazione su altri pianeti e contesti che non siano terrestri.
“L’agricoltura – si legge nella nota diffusa da www.galileonet.it – potrebbe sbarcare sulla Luna e su Marte per consentire agli astronauti di avere una fornitura continua di verdura fresca. Se ne parla da tempo e in particolare se ne è parlato nei giorni scorsi anche a Roma… All’appuntamento era presente anche l’Agenzia spaziale italiana, che ha presentato il modello “ExpoMars”, un progetto per la coltivazione di verdure su Marte. L’evento è stato organizzato, nell’ambito degli incontri legati a Expo 2015, dalla Regione Lazio, dall’Università di Tor Vergata e da Lazio Innova”.
Crediamo sia assolutamente significativo che una colonizzazione di questa portata, che segnerebbe un’èra al pari e di più della scoperta dell’America o dello stesso sbarco sulla Luna, parta proprio dal fattore “cibo”. Non vogliamo pensare che sia solo una trovata alla moda per stare al passo con il tema di Expo 2015, ma riteniamo sia invece un problema da affrontare in un futuro che è già presente.
“Ma perché – si sono chiesti gli scienziati al workshop – ostinarsi a coltivare le verdure nello Spazio? Uno dei problemi che l’essere umano incontrerà durante l’esplorazione dello Spazio e la colonizzazione dei pianeti – non così lontana come ipotesi, con la Nasa che mira a conquistare Marte entro il 2030 – è proprio quello dell’approvvigionamento di cibo. L’obiettivo dell’autosufficienza alimentare è infatti prioritario per poter pianificare un programma così ambizioso”.
C’è infine l’applicazione delle scoperte sulla Terra stessa ovvero trovare vantaggi dalle ricerche per applicarli alla nostra agricoltura classica, seppure in condizioni estreme di vita e di ambiente.
“Una volta messa a punto, infatti, potrebbe essere applicata a particolari contesti ambientali sul nostro stesso pianeta. I sistemi sviluppati per questo tipo di colonizzazione, spiegano dall’Agenzia spaziale italiana, potrebbero essere poi utilizzati sulla Terra per produrre cibo in condizioni estreme. I primi test verranno presto effettuati sulla Terra, simulando condizioni il più simile possibile a quelle presenti sugli altri pianeti. Due i programmi ai nastri d partenza: il primo si svolgerà alle Hawaii con la partecipazione alla spedizione Hi-Seas di Cyprien Verseux, un dottorando del gruppo di Daniela Billi, Astrobiologia e biologia molecolare di cianobatteri di ambienti estremi presso l’Università Tor Vergata. Il secondo, chiamato Eden, è stato avviato il 21 luglio in Antartide presso la base di ricerca tedesca e vede la partecipazione di Giorgio Boscheri della Thales Alenia Space”.
Fare agricoltura nello Spazio: dobbiamo ammettere che il suo fascino ce l’ha. E dobbiamo anche sperare che, una volta sbarcati su Marte con armi e bagagli, ci si possa concentrare sulla produzione di nuove eccellenze dal gusto futuristico ma con grande rispetto per il nuovo contesto conquistato, senza ripetere gli errori di un passato terrestre lungo secoli e secoli. Un Ray Bradbury o un Isaac Asimov sarebbero stati contenti di poterlo raccontare nei loro romanzi.
(Fonte: www.asa-press.com)

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Antonio Iacona

L’Accademia Italiana di Gastronomia Storica, guidata dallo studioso e presentatore Rai Alex Revelli Sorini, ha nominato Antonio Iacona “Ambasciatore e Questore del Gusto” per la città di Catania, per il suo impegno nel diffondere le tradizioni enogastronomiche del territorio come strumento di sviluppo culturale, economico e turistico. Poeta, scrittore e giornalista catanese, laureato in Lettere Moderne, Antonio Iacona è sommelier, assaggiatore di olio, cura uffici stampa di eventi legati all’agroalimentare e collabora con numerose testate giornalistiche nazionali di enogastronomia. Dal 2013 cura l’ufficio stampa dell’Associazione Provinciale Cuochi Etnei.

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