Pantelleria: Pellegrino e Politecnico a sostegno dell’energia rinnovabile

cantina_Pellegrino_PantelleriaÈ già partita la sperimentazione, ad opera del Politecnico di Torino e dello spin off dell’ateneo Wave for Energy, del primo dispositivo italiano per la produzione di energia elettrica dal moto ondoso, collocato a 800 metri dalla costa pantesca. E lo stabilimento dell’azienda Pellegrino, in contrada Kuddie Rosse, è divenuto  strategico per il conseguimento dei lavori. Il sostegno della storica azienda, la più grande cantina privata di Pantelleria, ha permesso infatti l’occupazione di suolo privato,  e l’autorizzazione a  far realizzare condutture di energia elettrica sotterrata e una cabina elettrica di trasformazione, al fine di far procedere ai lavori di connessione alla rete del prototipo Iswec, la tecnologia creata per supportare lo sviluppo sostenibile nel settore marittimo.
“Pantelleria, come dico sempre, è un nostro pezzo di cuore – afferma l’AD Benedetto Renda- come avremmo potuto dire di no a questo invito? Anzi, ne siamo orgogliosi. E anche così dimostriamo il nostro impegno per l’isola e la coerenza nei nostri valori”.
La centrale di energia è composta da un gruppo giroscopico (un dispositivo rotante) alloggiato all’interno di un galleggiante ormeggiato sul fondale marino. L’interazione tra le onde del mare, lo scafo e il sistema giroscopico all’interno permette la generazione di energia elettrica da immettere in rete.
In una prima fase sperimentale, il sistema non sarà connesso alla rete elettrica dell’isola, nel mese di settembre/ottobre si provvederà invece alla posa del cavidotto ed alla successiva connessione alla rete di distribuzione.
Il sistema – spiega un comunicato – consentirà di produrre energia elettrica a un costo più competitivo rispetto a quello necessario per produrre elettricità sull’isola di Pantelleria. Questa tecnologia si presenta fin da oggi come un valido complemento al mix energetico delle isole minori, Mediterranee e non, che non sono connesse direttamente alla rete elettrica continentale.
Il progetto – finanziato anche dalle regioni Piemonte (polo Enermy) e Sicilia – nasce dalla consapevolezza
dell’enorme potenziale energetico del moto ondoso come fonte di energia rinnovabile, grazie alla continuità e alla distribuzione del mare sul globo. La potenza disponibile, normalmente riferita all’unità di lunghezza del fronte d’onda, varia dai 25 kW/m nell’Europa del sud (Isole Canarie), fino a 75 kW/m delle coste irlandesi e scozzesi.
Wave-For-EnergyAnche nel Mar Mediterraneo la potenza disponibile è significativa ed è compresa tra 4 e 11 kW/m. Estraendo soltanto il 5% del potenziale tecnico di risorsa disponibile per l’Europa (320 GW), l’energia da moto ondoso potrebbe fornire elettricità a 12 milioni di case.
Le attività di ricerca, iniziate 10 anni fa e condotte dal gruppo coordinato da Giuliana Mattiazzo ed Ermanno Giorcelli del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino, hanno portato allo sviluppo della tecnologia, industrializzata da Wave for Energy, che ha seguito la realizzazione della prima macchina pre-commerciale.
La tecnologia, sviluppata seguendo le direttive della Blue Growth Strategy indicate dalla Commissione Europea per supportare lo sviluppo sostenibile nel settore marittimo, è denominato Iswec (Inertial Sea Wave Energy Converter). Dopo il primo concept sviluppato nel 2006, ne è seguita la validazione sperimentale sul sistema in scala 1:8, condotta nella vasca navale dell’Insean, per poi giungere, nel febbraio del 2012, alla prototipo finale, pronto per la messa in mare.
La collaborazione con il gruppo dell’Enea diretto da Gianmaria Sannino, nell’ambito della ricerca di Sistema Elettrico, ha permesso di identificare il sito di installazione più idoneo, elemento che consentirà al sistema energetico di adattarsi alla variazione delle caratteristiche meteomarine ottimizzando la produttività del sistema.
Rispetto agli altri sistemi in fase di sviluppo in Europa Iswec si distingue – spiega ancora il comunicato del Politecnico di Torino – per l’assenza di organi in moto relativo in acqua in quanto tutto il gruppo di conversione è alloggiato in un ambiente stagno all’interno del corpo galleggiante, per un impatto ambientale estremamente ridotto in quanto non richiede per il suo funzionamento vincoli fissi sul fondale ma solo di un ormeggio e per l’adattabilità alle diverse condizioni d’onda, incrementando la produttività del sistema.
Il sistema sviluppato presenta un ingombro di 8X15 metri in pianta e un’altezza di 4,5 metri, un pescaggio di 3,2 metri ed emergerà quindi dalla superficie del mare per 1,3 metri. Verrà ormeggiato ad una distanza di circa 800 metri da riva a 35 metri di profondità nella zona a nord ovest dell’isola.
Grazie a un processo di ottimizzazione progettuale e industriale, il gruppo di ricerca del Politecnico di Torino e Wave for Energy mirano a portare il costo di produzione di energia elettrica da fonte maremotrice tramite il sistema Iswec in grid parity, ovvero il punto in cui l’energia elettrica prodotta a partire da fonti rinnovabili raggiunge lo stesso prezzo dell’energia ottenuta da fonti tradizionali, al fine di diventare una nuova fonte di energia rinnovabile.

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La Redazione

La Redazione di EnoNews.it

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