Il racconto del Pisco con Gladys Torres Urday

DSC_0106Non capita tutti i giorni di trovarsi alle 10 del mattino in una sala degustazione a scoprire i profumi di un distillato. Se, poi, a raccontarlo è una donna del Perù, il sospetto è che ci troveremo a scoprire qualcosa di interessante. Quindi, quale migliore occasione per conoscere ed approfondire meglio la tradizione, la cultura, la passione che i peruviani hanno messo e continuano a profondere nella produzione del prodotto simbolo di quell’affascinante Paese?
In occasione della seconda edizione di Expo Food & Wine, che si è svolta dal 28 al 30 novembre scorso presso le Ciminiere di Catania, l’evento ha richiamato le eccellenze nazionale ed internazionali e tra queste ultime un successo straordinario ha riscosso il “Pisco”, un distillato prodotto in Perù e presentato alla stampa, per la prima volta in Sicilia, con una degustazione tecnica domenica 29 novembre. Portavoce nel mondo del prodotto bandiera del Perù, la Presidente dell’Associazione “Las Damas del Pisco” Gladys Torres Urday che, con la sua solare energia, ha catturato l’attenzione degli addetti ai lavori raccontando le origini dell’anticoprodotto.
Gladys, cos’è il Pisco?
E’ un distillato di mosto fresco d’uva fermentato senza aggiunta di nient’altro. Pisqueras sono chiamate le uve con le quali si produce questo distillato, suddivise in DSC_0089aromatiche  (Moscatel, Torontel, Italia, Albilla) e meno aromatiche (Negra Criolla, Quebranta, Mollar, Uvina).
Le origini del Pisco risalgono alla conquista spagnola del Perù: gli ispanici, desiderosi di degustare il distillato del proprio Paesedifficile da reperire nel Nuovo Mondo, portarono in Perù le prime viti. Fino ad allora nel paese non c’era traccia di vigneti. Le piantetrovarono un terreno fertile e si svilupparono in modo rigoglioso.
Oggi il Pisco si produce  solo sulla costa del dipartimento di Lima:Ica, Arequipa e Moquegue valli Locumba, Sama, e a Caplina nel dipartimento di Tacna.
Come è arrivato il Pisco in Italia?
In Italia è arrivato grazie alla nostra associazione “Las Damas del Pisco” che si è prefisso il compito di promuovere questo prodotto nel mondo, prodotto che merita di essere apprezzato e conosciuto perché è buono, ma soprattutto unico. Purtroppo in Italia ancora non è commercLas_Damas_del_Piscoializzato.
L’associazione è tutta al femminile perché sono le donne ad occuparsi di un distillato che spesso è associato al mondo maschile?
Da trent’anni a questa parte è sorta una piccola rivoluzione nelle donne peruviane. Nascoste per tanti anni dietro le quinte, hanno deciso che era arrivato il momento di assumere un ruolo importante. Ed ecco che oggi sono le vere protagoniste, anche se già negli anni passati il loro era un ruolo fondamentale nella viticoltura ma… all’ombra! Oggi le donne peruviane hanno preso le redini delle aziende portando anche delle innovazioni nella produzione di un prodotto che ha acquistato maggiore qualità, e raggiunto  una gradazione alcolica minore: da 48° a 42°. Si diceva una volta che il Pisco era il distillato solo per uomini e alle donne non era permesso di berlo. Insomma, le donne ne sentivano solo il profumo e da lontano, ma sono state brave a carpire, anche se tenute in disparte, l’arte della distillazione e riscattarsi nell’ultimo trentennio con la loro affermazione: circa il 70 per cento della produzione e della commercializzazione è in mano alle donne che hanno contribuito a una vera rivoluzione nell’immagine delle aziendeproduttrici.
Da quanti anni è presente l’associazione?
Il prossimo febbraio la nostra associazione compirà due anni. Il lavoro che vogliamo svolgere è quello di fare conoscere il Pisco in tutto il mondo perché, purtroppo, non è abbastanza diffuso. Il messaggio che vogliamo dare a chi si avvicina al nostro distillato è anche quello che non si degusta soltanto un superalcolico, ma si assapora la cultura di un popolo che ha appreso la tecnica della distillazione dal conquistatore: i peruviani, infatti, conoscevano solo la fermentazione!
Dopo le curiosità svelate da Gladys, arriva il momento più atteso: la degustazione; a condurla la portavoce dell’associazione che hainvitato tutti a scoprire i profumi fruttati dei Pisco, i sentori netti e decisi dell’uva, l’eleganza e la trasparenza di un inedito prodotto che risulta morbido, non aggressivo, coinvolgente.   Abbiamo degustato: Mosto Verde “ Cepas de Loro”, Pisco Uvina “Angel Negro”, Pisco Moscatel “Estremadoyro”, Pisco Quebranta “ Tres Generaciones”; tutti straordinari.

 

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Agata Faro

Ha seguito il richiamo della sua passione attraverso la serie di corsi per conseguire gli attestati dei vari livelli di sommelier AIS, fino al riconoscimento dell’abilitazione professionale. Iscritta dal 2012 nell’elenco generale degli esperti degustatori vini D.O., presso l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, il suo motto è “Degustare in viaggio”. Ritiene, infatti, che il modo migliore per comprende un vino e la storia di chi lo produce è quello di vivere il territorio. Dal 2011 collabora con EnoNews raccontando di viaggi, degustazioni, e di buona cucina.

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