Edo, i tranelli dietro l’etichetta

edo-appAndare al supermercato, a volte, può essere dannoso per la salute. Senza arrivare all’estrema sorte del paranoico schifato dalla vita fatto fuori al banco frigo da Sylvester Stallone in una nota pellicola firmata George Cosmatos, gli scaffali della distribuzione organizzata celano trappole non sempre evidenti.

Quante persone dedicano un minuto a sbirciare le righe in piccolo degli ingredienti, ad esempio, del prodotto preferito per la colazione? Parecchie in più rispetto a un trentennio fa. Ma quante di loro saranno in grado di riconoscerne pregi e difetti, rischi e vantaggi, magari additando da inquisitori spagnoli gli sconvolti commessi, come fece lo stimato professor Bishop in una storica puntata di Fringe? Probabilmente la medesima, ristretta percentuale di trent’anni fa.

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Il professor Bishop espone pacatamente le proprie perplessità sui cereali da colazione.

Trascorsa ormai da tempo l’epoca di Torquemada, qualcuno ha pensato di rendere più accessibile (e meno cruenta) la decodifica delle etichette dei prodotti a scaffale: arriva così Edo, una apposita applicazione per destreggiarsi tra pelati e biscotti. Nata dalla collaborazione tra l’Università di Bologna (rappresentata dalla professoressa Alessandra Bordoni, medico nutrizionista) e quattro ragazzi (Diego Lanzoni, Luciano Venezia, Marco Giampaoli e la tecnologa alimentare Maria Vincenza Gargiulo), supportati dall’incubatore d’impresa Cesena Lab, l’applicazione sfrutta una serie di algoritmi per valutare il grado di affidabilità di un alimento, assegnando un punteggio da 0 a 10, in base ai valori nutrizionali e agli ingredienti.

Basta uno scatto col cellulare al codice a barre della confezione per ottenere il punteggio complessivo, i pro e contro degli ingredienti impiegati, le quantità consigliate e una dettagliata spiegazione di ogni singolo componente. Se il punteggio è troppo basso, o il prodotto non convince, Edo fornisce valide alternative d’acquisto, in verità, spesso difficili da reperire, almeno qui in Sicilia.

Edo AppNata un anno fa, scaricabile gratuitamente sia per Android sia per Apple (in arrivo sui sistemi Windows), Edo ha riscosso immediato successo, arricchendosi, di recente, di nuove funzioni, quali la segnalazione di cibi non adatti ai celiaci o a chi soffre di intolleranze diverse, e di alimenti sconsigliati ai vegetariani e ai vegani. A fronte di un piccolo abbonamento, inoltre, la app è adesso in grado di annotare i dati biometrici dell’utilizzatore, adeguando i punteggi su base individuale ed escludendo determinati prodotti sulla base delle richieste dell’utente.

Lodevole esempio di educazione alimentare 2.0, il programma incoraggia anche la partecipazione attiva degli utenti, chiedendo loro di scattare foto ai prodotti non ancora censiti, in modo da poter essere analizzati e resi disponibili al resto della comunità in breve tempo.

Se, come il latineggiante nome dell’applicazione suggerisce, siamo ciò che mangiamo, tanto vale studiarci più a fondo. Con Edo si può.

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Gherardo Fabretti

Appassionato di leggi e latinorum, in principio fu Giurisprudenza. Laureato, invece, in Lettere moderne, diventa presto redattore per riviste di letteratura e fumetti. Alcolismo vuole che il vino inizi a interessarsi a lui, fino al diploma AIS di sommelier e al master in Gestione e Comunicazione del Vino organizzato da ALMA. Vive a Milano, ma quando può fugge, perdendosi volentieri in varie parti del mondo, perché il viaggio, come diceva Costantinos Kavafis, è “fertile in avventure e in esperienze”. Crede che Venezia sia la porta della felicità e Parigi il rifugio degli ultimi romantici. Non ha problemi con gli aerei ma a New York preferirebbe arrivarci in nave. Mentre organizza una breve gita in Mongolia, cerca compagni per il viaggio.

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