Contrade 2016: un bilancio tra crescita e difficoltà
di Flavia Catalano e Gherardo Fabretti
Si è conclusa lunedì 18 aprile, presso le cantine Graci, la nona edizione di Contrade dell’Etna, l’evento ideato da Andrea Franchetti di Passopisciaro. È questa forse l’edizione più numerosa, con un centinaio di produttori presenti e un afflusso di visitatori imponente, che ha permesso di degustare sia le anteprime sia i vini già pronti e presenti in commercio, tutti prodotti nel territorio etneo.
Un’annata, quella 2015, giudicata dai più, al netto dei differenti fenomeni atmosferici delle varie zone, molto buona e incoraggiante, come sembrano confermare gli assaggi, di cui forniamo una breve scelta, a partire da Ciro Biondi, con un Chianta Etna Bianco 2014 salato e marino al naso, accompagnato da note di frutta a pasta bianca e gialla, ampio e pieno in bocca e un Outis Etna Rosso 2014 profumato delicatamente di fiori rossi, con un tannino saldo e grande freschezza in bocca. Segue Alice Bonaccorsi (Valcerasa) con il Valcerasa Etna Bianco 2015, esile e delicato al naso, con fiori gialli e una percepibile salinità, presente anche al palato e il Valcerasa Etna Rosso 2015 intenso di frutta rossa al naso e di tannino discreto. La Gelsomina, con Rosso della Contea 2015 avvolgente di profumi e caldo al tatto e il Brut di rosa vestito, con bollicine ben presenti e profumato di piccoli frutti rossi. Non deludono Tenuta di Fessina, con un Etna Bianco 2014 citrino e sapido, di gran freschezza e Quantico, con il suo Etna Bianco 2015 già pieno di ginestra e agrumi al naso, che si fa assaporare in bocca con una buona acidità e una gradevole salinità.
Etna dei vini generalmente in gran forma, su cui però è stato difficile ragionare in maniera approfondita. Non sono mancate, infatti, le criticità, durante la giornata, a partire dal visibile allargamento delle maglie della selezione, quelle che avrebbero dovuto limitare gli ingressi ai soli “addetti ai lavori” per le prime tre ore della manifestazione, rivelandosi, invece, generosamente larghe sin dalla prima ora, riversando all’interno della struttura un esorbitante numero di avventori. Difficile, tra spinte, code insistenti e affollamenti, procedere ad un assaggio ragionato dei vini, così come confrontarsi con chi quelle bottiglie le ha prodotte: chi ha avuto la fortuna di deputare qualcuno al servizio c’è in parte riuscito; gli altri, purtroppo, no. Assaggi, in particolare di bianchi e bollicine, spesso funestati dalle alte temperature delle bottiglie, con secchielli in cui il ricambio del ghiaccio non teneva il passo col forte caldo della giornata.
In compenso, Contrade resta l’unica opportunità per vedere e incontrare insieme tutti, o quasi, i produttori del territorio etneo, che di anno in anno credono sempre di più in questa manifestazione ma che forse, come noi, vorrebbero vedere modificato il suo format, evitando di trasformare in una sagra di paese ciò che dovrebbe diventare un evento diffuso. Entusiasti, comunque, i produttori, soprattutto del crescente numero di ristoratori interessati all’evento; un po’ meno, forse, della presenza di potenziali “invasori”, pronti a sfruttare l’occasione per insediarsi nel territorio alla ricerca di qualche ettaro libero da acquistare.
Noi, come ogni anno, non potevamo mancare all’evento, ascoltando ai nostri microfoni, oltre il padrone di casa, Alberto Aiello Graci, diversi rappresentanti di questo meraviglioso territorio a noi caro: Marco & Barbara dell’azienda Barone di Villagrande, partiti con il loro nuovo progetto, già presentato in occasione del Vinitaly, della nuova cantina e delle innovative etichette; Enza e Giovanni La Fauci, rispettivamente proprietari della Tenuta Enza La Fauci nel territorio della DOC Faro e della Distilleria Giovi nata nel 1987 ed infine Federico Graziani, già miglior sommelier d’Italia nel 1998 ed esperto conoscitore del mondo del vino; affascinato dal Vulcano, dal 2010 produce da mezzo ettaro di vigne, in contrada “Feudo di Mezzo”, il suo “Profumo di Vulcano“, presentando al pubblico di Contrade il nuovo Etna Rosso, realizzato in stretta sintonia e collaborazione con Salvo Foti.