Alvaro Pecorari e Lis Neris: equazione perfetta tra potenza ed eleganza

E’ sempre un’esperienza appassionante incontrare Alvaro Pecorari e i vini dell’azienda friulana Lis Neris ma farlo a Taormina, presso la splendida sala dell’Hotel Villa Diodoro, in una piacevole serata invernale di febbraio, acquisisce il fascino di un evento unico. La delegazione dell’Associazione Italiana Sommelier di Messina – Jonica ed il suo giovane delegato Gioele Micali esordiscono davanti ai propri soci con una prima ed indimenticabile degustazione guidata di otto meravigliosi vini bianchi nati nella Valle dell’Isonzo.
Il territorio goriziano, dove vengono coltivate le uve di pinot grigio e di sauvignon blanc dell’azienda ospite, ha la fortuna di essere attraversato dal quarantaseiesimo parallelo, lo stesso che percorre l’Europa da est verso ovest in un’area dove sono messe in fila una dopo l’altra zone storiche del vino “Europeo”. Si parte dalla Crimea, si attraversano i Balcani, tutta l’Italia settentrionale e, in Francia, la valle del Rodano per finire a Bordeaux: in molti casi zone particolarmente vocate per la produzione di grandi vini rossi. Ciò significa che il quarantaseiesimo è un parallelo meridionale e le aree godono di temperature medie abbastanza elevate; di conseguenza i vini e le uve che maturano in questi tipi di climi generano struttura, corpo e potenza.
Sorprende, ma non troppo, che a Gorizia invece si producano strepitosi vini bianchi dalle caratteristiche uniche. A spiegarci il perché è proprio Alvaro Pecorari, ai nostri microfoni, partendo dal concetto francese di terroir che include diversi fattori determinanti per la realizzazione di grandi vini. Se si pensa al terroir non si può prescindere dal considerare l’incidenza del suolo, il clima e la mano dell’uomo e delle sue scelte effettuate nel tempo.

Gorizia gode di un clima temperato, condizionato dalla presenza del vicino Mar Adriatico, ha un suolo ciottoloso, localmente claps, un terreno di origine glaciale, creato in epoca recente, e vive nei mesi estivi influenti sbalzi termici che proprio nella fase della maturazione dell’uva rallentano la maturazione stessa e favoriscono lo sviluppo della parte aromatica, aumentando i gusti, i profumi e la personalità.
Un contributo essenziale è, però, dato dalla Bora, un vento freddo orientale dominante che giunge dai Balcani e soffia verso ovest. Quest’insieme di fattori genera intorno all’area un’equazione magica che dà vita a vini bianchi potenti ed eleganti allo stesso tempo; vini che vedremo nella fase della degustazione, non hanno spigolature ma che in termini geometrici possiamo definire rotondi.
Gorizia e tutto il Friuli è anche terra di confine che storicamente ha rivestito un ruolo determinante per l’Impero Asburgico. Il Friuli, austriaco per 500 anni ed italiano da 100, era considerato il giardino dell’Impero e la “Nizza” degli Asburgo; le due Grandi guerre mondiali sono state devastanti per il territorio che è passato dall’essere il meridione di un Impero importante al settentrione di un Regno povero.
Negli anni settanta la nonna di Alvaro gli diceva che: “Il mondo dei vini fini non è ancora per noi e non siamo neanche così signori per capirlo”; oggi, invece, vi è la consapevolezza che bisogna riprendersi ciò che spetta al Friuli ed ai friulani; l’apporto dato da persone come Alvaro costituisce il valore aggiunto necessario per la crescita di un territorio che va capito, vissuto, interpretato e rispettato senza mai snaturarlo.
L’azienda, presente da quattro generazioni, ha una estensione di 70 ettari e adotta un’agricoltura sostenibile, non utilizza diserbi chimici dal 2002 ed esegue manualmente tutte le  operazioni finalizzate all’ottenimento della migliore qualità.
Alvaro ha anche costituito una Fondazione in onore della figlia Francesca, scomparsa prematuramente nel 2002, e da 12 anni sostiene un importante progetto per la costruzione di scuole primarie in Birmania.
La degustazione taorminese del 10 febbraio si arricchisce di luce e profumi quando versiamo nel calice i vini nel loro splendore ed eleganza.
Il Presidente regionale dell’Associazione Italiana Sommelier, Camillo Privitera, introduce il sommelier e degustatore Gioele Micali che con tecnica e passione si alternerà al “maestro” Privitera nella descrizione delle note organolettiche dei vini. Il servizio e l’organizzazione è affidato alla delegata di Catania, Maria Grazia Barbagallo.

Pinot grigio 2015
Lucentezza, potenza e finezza si incontrano in un pinot grigio. Note floreali di glicine si alternano a sentori di mela e pera, sensazioni agrumate e decisa presenza aromatica con speziatura di fieno maturo. Timo e salvia tornano nella fase gustativa che rileva freschezza, grande sapidità e lunghezza gustativa. Il vino ha continuità ed equilibrio tra olfatto e gusto.

Gris 2015
Brillante, è intenso e fruttato e colpisce per la sua nota erbacea ed aromatica di salvia e rosmarino, una percezione olfattiva di mineralità che ricorda l’idrocarburo. L’acidità è dosata da un’elegante sapidità che dona equilibrio gustativo.

 

Gris 2008
Alvaro Pecorari afferma che “le battaglie le vinciamo con il 2008”.
E’ sicuramente il vino che esprime più degli altri il concetto di equazione magica, eleganza ed armonia. Dopo otto anni conserva una “irragionevole” freschezza ed una complessità olfattiva che alterna note di tabacco, camomilla e frutta tropicale a sensazioni minerali dolci non pungenti, accompagnati da una percezione iodata. Nella sua persistenza gustativa, ha una grande pulizia ed equilibrio. Rappresenta la vera natura del pinot grigio.

Confini 2013
Luminoso alla vista, prevale la frutta esotica del licius e dell’ananas, piacevole la nota mentolata che annuncia al palato elegante freschezza, fine sapidità ed interminabile persistenza.

Sauvignon blanc 2015
Corrispondenza nell’esame visivo, olfattivo e gustativo, ha un variegato ventaglio olfattivo di erbaceo, foglia di pomodoro, frutto della passione, erbe aromatiche ed un’impronta vegetale al naso che torna in bocca. Vino diretto, di impatto, fresco e dalla imponente presenza di spalla acida.

Picol 2015
Prende il nome dal vitigno e viene prodotto da uve di vigne che hanno una vita media più elevata. Inizia a fermentare in acciaio e solo il 30% continua a fermentare in legno perché l’ossigeno brucia gli aromi pertanto il legno può essere un nemico del Sauvignon.
Brilla di luce propria, ha sentori di pepe bianco e pepe verde e una nota erbacea. In bocca è più tagliente per la sua accentuata acidità.

Picol 2011
Gioventù e maturità del vigneto si percepiscono nelle annate meno giovani. La costante del minerale ed erbaceo si evidenzia e le caratteristiche olfattive del vino rispecchiano il territorio. Delicato il sentore di foglia di tabacco fresco. Il Sauvignon sembra più rotondo del pinot grigio.

Blind Tasting (Picol 2003)
E’ la sorpresa scelta dal produttore per stupire tutti i presenti. E’ il Picol 2003, un sauvignon di annata calda. In pochi sono riusciti ad indovinare il vitigno e soprattutto l’annata per la presenza ancora di una accentuata e piacevole freschezza.
Delicati ed eleganti profumi terziari di pietra focaia e idrocarburo, danno una sensazione di completezza del vino che conferma che il tempo non può che essere un valore!

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Flavia Catalano

Nata in quella che fu anche la città di Eschilo, vive a Catania da più di dieci anni. Laureata in giurisprudenza, perché nella Giustizia crede fermamente, completa il suo percorso formativo diventando Avvocato e Specialista in professioni legali. Oggi è un temutissimo liquidatore assicurativo. Donna volitiva, testarda e determinata affina le sue innate doti manageriali frequentando un master in gestione e sviluppo delle risorse umane. Le scommesse che ama vincere sono quelle con sé stessa. Considera gli ostacoli un’opportunità; dal corso di vela ha imparato che anche controvento “virando” e “strambando” prima o poi al porto si arriva. Ama esercitare le sue corde vocali guardando le partite della “Signora”. È un’appassionata collezionista di scarpe e borse. Non ha mai giocato con le bambole, e le principesse non rientrano tra le sue muse ispiratrici. Specialista in problem-solving, ritiene che il modo più veloce ed efficace per trovare una soluzione sia osservare il problema dalle isole caraibiche. Folgorata dall’incontro con Bacco, oggi il suo sangue ha un’alta gradazione alcolica. Sommelier e degustatrice ufficiale AIS, collabora con EnoNews dal 2013

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