Chiara Bentivegna racconta il “Diario di Virginia Poe” di Carlo Guarrera
Forse una famiglia, una famiglia vera, Edgar Allan Poe non l’ha mai avuta. Forse, in fondo al suo cupo cuore in cerca di felicità, non l’ha mai cercata come l’ultimo drink consumato ai bordi di sogni troppo spesso divenuti incubi. Figlio di attori girovaghi, vagabondi tra i carrozzoni di teatri ambulanti nel profondo Sud degli Stati Uniti di inizio 1800, colui che sarebbe stato il Genio creatore del genere del terrore con i suoi racconti, seguito secoli dopo da altri due noti scrittori americani come H. P. Lovecraft ed il contemporaneo Stephen King, della felicità familiare ebbe solo degli sprazzi, dei lampi troppo brevi per poterli assaporare.
Eppure… eppure ci fu una brevissima parentesi della sua vita in cui una fanciulla sembrò amarlo spontaneamente, tanto da diventarne la moglie ad una giovanissima età: era Virginia Poe.
È il 1835 circa quando a Richmond Edgar Allan Poe viene riassunto (dopo esserne stato licenziato per alcolismo e cattiva condotta) da un giornale per cui scriveva, in cerca di successo e di tranquillità. È questo il periodo in cui lo scrittore si accompagna a colei che era la sua cuginetta e che diventerà in segreto sua moglie.
Ma cosa avrebbe scritto Virginia, se avesse tenuto un diario? Quali sarebbero state le sue memorie, come sarebbero state: tenere e innocenti come si addicevano alla sua età o lugubri e angosciose come le opere del marito? Anche queste domande si pone lo spettacolo “Diario di Virginia Poe”, che andrà in scena sabato 18 marzo alle ore 18,00 al Palazzo della Cultura di Catania, da un’idea di Carlo Guarrera (che ne cura testi e musica) e con la voce narrante di Chiara Bentivegna.
“Diario di Virginia Poe – spiegano i due artisti – è una finzione letteraria: le due parti che compongono il testo, presentati come il diario di Virginia e quello di Edgar Poe, sono in realtà un’invenzione. I diari ripercorrono alcuni momenti salienti della vita della coppia: i giorni felici della luna di miele, la malattia e la morte prematura di Virginia in uno scenario di povertà e solitudine, l’incapacità di Poe di adattarsi alla vita quotidiana, il rifugio nell’immaginazione e nel sogno, l’amore e la devozione della giovane sposa. Dai due diari – proseguono Guarrera e Bentivegna – emergono le figure più rilevanti che hanno ispirato lo scrittore americano: la mamma Elisabeth, la zia Muddy, i celebri personaggi femminili dei racconti di Poe, Morella, Berenice, Ligeia, e William Wilson, inquietante doppio e ombra persistente. In particolare viene rivissuto il disfacimento di Virginia, la sua malattia e la morte presagita. Le tendenze malinconiche e claustrofobiche di Poe si acuiranno con la perdita della moglie amata, resterà l’ideale femminile astratto e assoluto. Introducono il “Diario” le voci recitanti di Poe e del suo più grande traduttore, Charles Baudelaire”.
Non resta, allora, che godersi lo spettacolo, calandosi per qualche ora nel “pozzo” più profondo di sentimenti forse mai svelati…