Magia a Primaterra: Etna Resiliency è il sogno d’una notte di mezz’estate

Un pianoforte a coda sotto un grande castagno alle pendici del Vulcano, le candele accese al tramonto, la luna quasi piena ad illuminare le vigne, i calici di vino sempre colmi, l’aria che accenna a rinfrescarsi all’imbrunire dopo una calda giornata di mezza estate. E’ questa la scena che introduce il secondo atto di Etna Resiliency di domenica scorsa, sulle note di Chopin e le mani fatate di Maria Micali. Suggestivo, romantico e rigenerante l’incontro tra i suoni della natura e le musiche scandite, uniche le sensazioni suscitate non solo per gli appassionati di musica o gli amanti del vino ma per tutti coloro che sanno apprezzare il bello e trarne un beneficio interiore. Un angolo di paradiso, l’azienda Primaterra, dove la natura entra in sintonia con l’uomo, in profondo contrasto con quanto invece accade contemporaneamente intorno alla montagna che brucia per mano di altri uomini, nemici del territorio che li accoglie.

Camillo Privitera e Tiziana Gandolfo si impegnano costantemente a diffondere la cultura del vino e ancora di più l’amore per il paesaggio che non respinge ma protegge come un rifugio. Ogni incontro realizzato a Primaterra è sempre frutto di uno scambio di idee e di sinergie tra persone che esprimono la propria forma di arte condividendola con altre.

Maria Micali ne è un esempio, ha soli quindici anni, ma ne ha già passati undici a studiare pianoforte, ha già partecipato all’edizione della scorsa estate di Etna Reverie, torna a Primaterra scegliendo accuratamente i brani da Bach e Beethoven a Ludovico Einaudi interpretando da Nuvole Bianche a Nefeli per concludere con Primavera.

La voce spezzata di Camillo Privitera, che a fine concerto ringrazia Maria, dagli occhi che brillano per il lunghissimo applauso, esprime il significato di un evento che è andato aldilà di ogni aspettativa toccando intimamente il cuore dei protagonisti.

Il vino, il vero collante, che lega la terra all’uomo, riesce a volte ad assumere un ruolo secondario per poi tornare a creare unione tra i territori. Primo tra tutti il Prima Rosa, l’Etna rosato dell’azienda Primaterra, ad accogliere gli ospiti insieme ai padroni di casa, seguito da un confronto tra tre diverse espressioni di Chardonnay da Bourgogne 2015 Regnard a Jurosa 2013 Lis Neris fino al più vicino Chardonnay tutto isolano di Planeta nell’annata 2013. Non sono mancate le sorprese come il cru di Gewurztaminer Kolbenhof 2015 dell’azienda Hofstatter, la magnum di LU Patri 2012 dell’azienda Baglio del Cristo di Campobello per continuare con varie annate dell’Etna Rosso Primaterra e per concludere con l’ultimo esperimento dell’azienda, il passito da uve moscato non ancora in commercio. Etna Resilienncy continua ed EnoNews vi racconterà altre storie.

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Flavia Catalano

Nata in quella che fu anche la città di Eschilo, vive a Catania da più di dieci anni. Laureata in giurisprudenza, perché nella Giustizia crede fermamente, completa il suo percorso formativo diventando Avvocato e Specialista in professioni legali. Oggi è un temutissimo liquidatore assicurativo. Donna volitiva, testarda e determinata affina le sue innate doti manageriali frequentando un master in gestione e sviluppo delle risorse umane. Le scommesse che ama vincere sono quelle con sé stessa. Considera gli ostacoli un’opportunità; dal corso di vela ha imparato che anche controvento “virando” e “strambando” prima o poi al porto si arriva. Ama esercitare le sue corde vocali guardando le partite della “Signora”. È un’appassionata collezionista di scarpe e borse. Non ha mai giocato con le bambole, e le principesse non rientrano tra le sue muse ispiratrici. Specialista in problem-solving, ritiene che il modo più veloce ed efficace per trovare una soluzione sia osservare il problema dalle isole caraibiche. Folgorata dall’incontro con Bacco, oggi il suo sangue ha un’alta gradazione alcolica. Sommelier e degustatrice ufficiale AIS, collabora con EnoNews dal 2013

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