Di terra e di mare: al Congresso AIS 2017 dodici annate di Faro Palari

Nel nome del vino più famoso dell’azienda di Salvatore Geraci c’è tutto un mondo. Palari. Sarà per quelle vocali aperte, che fanno schiudere la bocca ed evocano distese di mare al sole dello stretto più famoso d’Italia; sarà per quella luminosa alla fine, un po’ lirica e un po’ ermetica, come la lingua dei poeti siciliani di un medioevo ormai trascorso. Palari. Nel dizionario starebbe vicino a palamita, a palanca, palombaro. Sa di mare questo nome, ma anche di terra: palare, in siciliano, significa piantare canne, per dare sostegno alle viti. Terra e mare dunque, come è normale per un vigneto nato nella denominazione Faro, a cavallo tra Ionio e Tirreno, nello stretto drappo arricciato in colline tra il monte Poverello e Orto Liuzzo, tra la piccola falce di sabbia del porto di Messina e la gobba di Spartà.

L’ambiguo mistero della parola – verbo? sostantivo? nome proprio? – dà il nome alla vigna più importante, e fa da sfondo ad una storia vecchia trent’anni: dopo avere assaggiato il vino, fu Gino Veronelli, nel 1990, a convincere Geraci, giovane architetto, a continuare l’attività di vignaiolo, salvando una denominazione promettente ma destinata a scomparire per mancanza di un sufficiente numero di produttori.

L’idea è di portare sulla costa i rocciosi nerelli e il ruvido nocera, lasciandoli a godere il panorama sulle terrazze scoscese vicine allo stretto. In quel ciglione sul delirio del mare, per dirla con Montale,   i vitigni maturano, poi si sorridono, infine si amano. Il matrimonio si celebra in cantina: 18 mesi di affinamento in barriques nuove e 3 anni in bottiglia. Ministro delle nozze è l’enologo Donato Lanati; testimone, Franco Giacosa, che regala a Geraci la prima barrique.

Ventisette anni e diciotto produttori dopo, la denominazione Faro brilla, e splende più di ogni altro Palari, sapido di mare e di terra. Al Congresso AIS, domenica 29 ottobre, saranno ben dodici le annate a disposizione di chi vorrà ripercorrere metà del lungo cammino percorso da questa piccola, grande, azienda.

Domenica 29 ottobre ore 18.30 – PALARI – Faro Doc

 

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Gherardo Fabretti

Appassionato di leggi e latinorum, in principio fu Giurisprudenza. Laureato, invece, in Lettere moderne, diventa presto redattore per riviste di letteratura e fumetti. Alcolismo vuole che il vino inizi a interessarsi a lui, fino al diploma AIS di sommelier e al master in Gestione e Comunicazione del Vino organizzato da ALMA. Vive a Milano, ma quando può fugge, perdendosi volentieri in varie parti del mondo, perché il viaggio, come diceva Costantinos Kavafis, è “fertile in avventure e in esperienze”. Crede che Venezia sia la porta della felicità e Parigi il rifugio degli ultimi romantici. Non ha problemi con gli aerei ma a New York preferirebbe arrivarci in nave. Mentre organizza una breve gita in Mongolia, cerca compagni per il viaggio.

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