Le bollicine di Baglio del Cristo di Campobello, una promettente anteprima
Appena qualche anno fa, poco prima di un’edizione del Vinitaly, Carmelo Bonetta svelò ad appassionati ed addetti ai lavori un ambizioso progetto che si trovava in quel momento in incubatrice: produrre anche spumante.
Un’idea, una visione, che come svelato dallo stesso diretto interessato in realtà era allo studio e covava da tempo ed era già qualcosa di concreto per Baglio del Cristo di Campobello.
A neanche due anni da quella anticipazione infatti il desiderio ha ora preso forma trasformandosi in realtà. Ecco così pronti ad affacciarsi sul ricco e variegato mercato delle bollicine due nuovi prodotti, due spumanti metodo classico realizzati con quelle che sono le uve del cuore per la famiglia Bonetta e per l’azienda di Campobello di Licata: Nero d’Avola e Grillo, che prendono linfa ed energia da un terreno profondo in parte calcareo e in parte gessoso.
Dal Nero d’Avola nasce il rosato extra brut, prodotto per l’annata 2017 in 2773 bottiglie (sboccatura 2021); un vino che rimane in affinamento per 36 mesi sui lieviti, ma c’è anche una piccola produzione di 708 bottiglie (sboccatura 2022) che prevede ben 50 mesi sui lieviti.
Dal Grillo nasce invece un metodo classico extra brut, prodotto per l‘annata 2017 in 3871 bottiglie (sboccatura 2021); anche in questo caso i mesi di affinamento sui lieviti sono 36 e c’è un campione di 756 bottiglie (sboccatura 2022) con affinamento di 50 mesi.
I due vini vengono prodotti con il medesimo procedimento, e cioè con la raccolta manuale delle uve in piccole cassette e dopo un’accurata selezione in vigna, una pressatura soffice con la frazione migliore di mosto che viene poi separata e fatta decantare per sedimentazione a freddo, poi a fine fermentazione un periodo di affinamento sulle fecce fini per sei mesi circa; quindi il tiraggio e la rifermentazione in bottiglia con l’affinamento sui lieviti secondo la durata già descritta.
L’operazione di remuage delle bottiglie viene fatta manualmente e, dopo la sboccatura, trascorrono almeno altri tre mesi in bottiglia prima della commercializzazione.
Abbiamo avuto l’opportunità e la fortuna di degustare in anteprima questi due prodotti.
“Un assaggio di un progetto –sottolinea nella presentazione la famiglia Bonetta- che ha radici lontane ma che solo adesso, dopo un intenso lavoro, ha trovato la sua concretizzazione”.
Una degustazione molto interessante che già dopo i primi sorsi fa comprendere l’alta qualità dei prodotti proposto e conferma anche il grande studio e il lavoro che c’è alle spalle, oltre al potenziale di crescita.
Due vini naturalmente diversi fra loro ma entrambi molto fini ed eleganti, interessanti per freschezza e struttura: il metodo classico realizzato con il grillo, grado alcolico 12,5%, appare subito diretto e facile da comprendere e apprezzare, piacevolissimo al naso e in bocca; il rosato (12 gradi) mostra un aspetto più intrigante ed “impegnativo” (termine da intendersi nella sua accezione positiva), perché preferisce svelarsi pian piano, mostrando dopo qualche sorso le sue caratteristiche e le sue qualità.
Due vini dalla buona intensità e complessità e dal perlage fine e persistente che, siamo sicuri, non mancheranno di incontrare i favori degli appassionati del genere ed anche dell’utenza.
Siamo curiosi di tornare a degustarli quando, nei prossimi mesi, saranno messi in commercio e diventeranno quindi oggetto di interessanti degustazioni tecniche.