Una degustazione tra Fuoco e Mare

Da una parte i Faraglioni e il mare di Acitrezza, dall’altra l’Etna.
Una cornice suggestiva quella scelta dagli organizzatori per “Fuoco&Mare”, evento rivolto ad un selezionato gruppo di addetti ai lavori e giornalisti per presentare il progetto “UnderWaterWines”, portato avanti da Jamin, azienda d’ingegneria oggi leader nel cosiddetto “cantinamento subacqueo”.
Una tecnica innovativa che si diffonde sempre più e che richiama l’attenzione di tanti produttori.
Tra questi Primaterra che ha creduto nel progetto fin dall’inizio decidendo di “cantinare” sott’acqua (nel mare di Portofino) alcuni dei suoi prodotti: il Primae Rosae Etna Rosato 2020 e l’Etna Rosso 2016.
La sala conferenze del Grand Hotel Faraglioni di Acitrezza ha così ospitato una degustazione del tutto particolare, che ha messo a confronto due vini etnei prodotti da Primaterra, il Primae Rosae Etna Rosato 2020 e l’Etna Rosso 2016, degustati sia nella versione affinata in mare che in quella col metodo tradizionale.
Un evento particolare, molto tecnico, guidato dal produttore e sommelier Camillo Privitera; con lui anche Emanuele Kottakhs, imprenditore ed esperto di marketing, fondatore di Jamin Underwater Wine Portofino, la start up innovativa che ha messo a punto l’affinamento subacqueo di vini e distillati. Protagonisti che EnoNews ha incontrato (segui le interviste qui di seguito).
Dopo la presentazione dell’innovativo metodo di affinamento si è passati alla degustazione dei vini, iniziando dal rosato.
In quello cantinato sott’acqua, Privitera ha evidenziato buona limpidezza e luminosità, con note di colore che risentono dell’andamento dell’annata; tratti leggermente ramati che sembrano non rappresentare un difetto. Al naso la prima nota avvertita è prettamente minerale, poi pian piano si mescola e si armonizza con elementi più floreali che si avvertono dopo un po’.
In bocca il vino evidenzia acidità spiccata e salinità; una solidità che indica sviluppo potenziale del terziario del vino, caratteristiche che garantiscono evoluzione e invecchiamento.
Il vino rosato cantinato secondo tradizione ha invece un impatto di profumi molto più marcato, con note fruttate. In bocca risulta molto più tagliente del primo e la componente minerale rimane un po’ più sottotraccia. Acidità marcata. Paradossalmente il primo vino esce da subito armonico mentre il secondo è un vino ancora in evoluzione, che risulta già completo nei parametri organolettici.
Si è quindi passati al rosso “subacqueo”. Il colore è quello tipico da evoluzione. Al naso si avvertono note di cenere vulcanica, sottobosco, liquirizia, frutta matura, muschio, pietra lavica bagnata. Quindi un’esplosione di fruttato, con note di rosa e viola.
In bocca acidità impressionante che bilancia il tannino. Bacche rosse e mineralità che ritorna.
Il vino rosso maturato in cantina presenta un grande impatto che ha bisogno di aprirsi; l’elemento minerale si riscontra in maniera importante. Da un confronto appare più bevibile e immediato il vino cantinato in mare rispetto al secondo. Le note avvertite sono di frutta rossa e frutta scura.
L’appuntamento si è concluso con l’assaggio delle preparazioni dello chef Simone Strano con i prodotti ittici della ditta Testa conserve e i prodotti del panificio A Vastedda di Castelmola, abbinati ad alcuni vini Primaterra di diverse annate.

 

 

 

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Antonio Carreca

Giornalista professionista e sommelier, Antonio Carreca nel corso della sua quasi trentennale carriera ha collaborato e collabora con tv, radio, giornali e testate on line. Ha curato anche uffici stampa di enti pubblici, aziende e società sportive; ha diretto periodici on line. Nel 2010 è stato tra i fondatori e primo direttore responsabile di EnoNews.it

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