Tenuta San Giaime, una perla sulle Madonie
A Gangi, “borgo più bello d’Italia 2014” e “Comune Gioiello d’Italia 2012” sulle Alte Madonie, tra le province di Palermo ed Enna, c’è una piccola “perla” che produce vino biologico e di qualità.
E’ “Tenuta San Giaime“, azienda familiare e dinamica, vogliosa di emergere e di innovarsi, che affonda però le sue radici nella storia, nel territorio, nei valori di una volta.
La spinta in tal senso la garantiscono Salvatore e Alessio Cicco, padre e figlio, che riorganizzando con l’aiuto di Franco Mastrandrea e dell’enologo Gianfranco Cordero, le vigne coltivate negli anni ’70 dal capostipite Gaetano, hanno deciso di “rivoluzionare” e modernizzare l’antico sistema di coltivare, produrre e far conoscere il vino.
Una proiezione verso il futuro, fatta di coltivazione sostenibile, cura per i particolari, accoglienza e tanta tanta gentilezza.
Proprio l’accoglienza in azienda, da noi provata in occasione dell’annuale appuntamento con “Cantine Aperte” proposto dal Movimento Turismo del Vino per far scoprire agli enoturisti le tante interessanti realtà presenti nel territorio, fa capire la bontà del progetto e della visione futura della famiglia Cicco che, per Tenuta San Giaime, immagina un futuro più che roseo.
L’entusiasmo, la cortesia, la grande passione dei titolari, coinvolgono infatti fin da subito l’appassionato, l’enoturista, il semplice visitatore, legandolo in maniera definitiva ad un prodotto che è di per se di grande qualità.
L’azienda agricola dispone oggi di 26 ettari di terreno in tutto, in parte destinati a seminativo, uliveto ed ortaggi; 7 di questi sono invece di vigneti, con la presenza di uve Syrah, Pinot noir, Grillo e Nerello mascalese. L’intera produzione aziendale, come già detto, è in regime biologico certificato con obiettivi chiari: la salvaguardia del territorio, del clima e della salute dell’uomo.
“Si, siamo in regime biologico certificato –spiega Salvatore Cicco- ma nella realtà noi andiamo ben oltre, perché stiamo molto attenti all’aspetto ambientale, e quindi all’uso di qualsiasi cosa che non sia riconosciuta come buona per la natura e la salute, e quant’altro sia necessario per far le cose bene, per noi e per i nostri clienti”.
Tra le etichette prodotte più note si segnalano quelle con la lettera “G” accompagnata all’annata, che indicano un prodotto da uve Grillo; con la lettera “N”, che identifica il Pinot Nero, la “M” con protagonista assoluto il Nerello mascalese; la “S”, il Syrah. I nostri preferiti sono proprio il Pinot Nero e il Syrah che ci hanno colpito per i profumi, l’eleganza, l’equilibrio.
C’è poi S’15 Don Gaetano, in onore del fondatore di Tenuta San Giaime; appena 960 bottiglie dell’eccezionale annata 2015 “sottratte” alla riserva personale e destinate al pubblico di estimatori.
Con il 2024 sono inoltre in uscita tre novità: il Perricone, il Moscato di Alessandria (Zibibbo), vino liquoroso passito dal colore oro e dai profumi mediterranei della nostra terra, e le bollicine di Carricante metodo classico con 30 mesi sui lieviti.
Un’azienda insomma che vale una visita; farete ben contenti i titolari ma soprattutto voi stessi.
“Facciamo parte di Movimento Turismo del Vino già dal 2015 –continua Salvatore Cicco-; sono già 8 anni che apriamo la nostra cantina, in primavera, estate e autunno, per far conoscere una realtà non comune, in quanto non ci troviamo in un’areale vitivinicolo riconosciuto; e quindi gli appassionati possono scoprire qualche piccola chicca che solitamente sui mercati ordinari non si trova”.
Tenuta San Giaime si trova nell’omonima contrada San Giaime di Gangi (PA).
In chiusura vogliamo utilizzare la frase di Leonardo Sciascia che l’azienda ha scelto per presentare la propria filosofia, i propri prodotti, il modo di intendere e di fare il vino. “Incredibile è l’Italia: e bisogna andare in Sicilia per constatare quanto è incredibile l’Italia” (Leonardo Sciascia).
Antonio Carreca