Storie buone come l’olio. Poesia della Tonda Iblea

20150816_165714-001Forse era quello che pensava Gaetano Spanò, di Buccheri, agli inizi del secolo scorso, seduto sul ponte del bastimento che dalla Sicilia faceva rotta per le Americhe. Lui la sua terra non la voleva lasciare. Non voleva lasciare l’aria buona dell’altipiano ibleo, i riflessi bianchi del basalto tra il verde dei campi, le maestose vallate e le profonde Gole delle Strette, sulla cui superfice levigata le fresche acque del San Leonardo  scivolano veloci sino ai laghi. Non voleva lasciare il profumo  dell’alloro che tanto era piaciuto al pastorello Dafni, figlio di Ermes, che in quei pascoli portava le greggi degli Dei. Non voleva lasciare quel contadino Buccherese dal nome strano, Nanè, che più di tutti aveva capito che la ricchezza di Buccheri stava nella terra, ed era solito correre in aiuto di ogni albero malandato che incontrava nel suo vagare, pronto col suo coltello ad innestare vigore e nuova vita. “Le persone sono più felici dove la natura è rigogliosa” diceva.
Tutto questo Gaetano Spanò lo aveva capito, e la sua unica certezza era quella di sapere che sarebbe tornato a Buccheri. Con i risparmi racimolati da quella parentesi di vita americana, Gaetano comprò il suo primo uliveto, proprio a Buccheri.

Alberi di ulivo, maestosi, secolari, della varietà Tonda Iblea; consapevole sin d’allora che per la tipologia del frutto non poteva contare sulla quantità dell’olio, ma sulla qualità superiore.
Dopo di lui, il suo stesso pensiero correva dentro le vene del  figlio Vito e di sua moglie Lavinia, che di quella terra  erano anch’essi figli. 20150729_194907
L’uno si occupò delle terre, e così si aggiunsero gli uliveti di contrada Vernéra, Sant’Andrea, Tallarita, Mascarone, Zocco, Mazzarino, Maddalena, Frassino; Lavinia pensò alla ricchezza della famiglia, alle Case, al ricovero per i figli, ai nipoti, pronipoti e a tutte  le generazioni che in futuro porteranno nelle vene il seme di quel pensiero stupendo che fu di Gaetano Spanò.
Il pensiero stupendo ora è  materia. Lo si può vedere mentre scivola dolce e morbido sulla fetta di pane appena sfornata. Rivoli di un verde profondo come le foglie d’alloro dopo la pioggia di maggio nei campi iblei. Il sapore e il profumo dell’olio sono inscindibili, viaggiano insieme, fluenti e intensi per i sentieri sensoriali, in profondità, fino alla fonte delle emozioni. C’è dentro il profumo dell’oliva verde appena raccolta, il profumo dell’orto di pomodori assolati, la frescura della terra nelle nottate estive sotto il cielo stellato, l’odore dell’erba appena tagliata, il frinire dei grilli e la sera, il canto delle cicale; lo stuzzicante pizzichio dell’aria fresca dopo la pioggia di settembre e su tutto,  la voce di Lavinia “Maria Grazia, Gaetano, Tania; basta giocare, è pronto a tavola…”

LE CASE DI LAVINIA: OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA
LE TERRE DI VITO: OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA BIOLOGICO
La tonda iblea di Buccheri al Sol D’Oro 2015 di Verona conquista il mondo.
Primo Premio “ L’Orciolo d’Oro “  per gli anni 2007 e 2013
Primo premio per due anni consecutivi  2007-2008 – L’Ercole Olivario.
Tre foglie  nella guida del Gambero Rosso.
Presente nella guida Sloow-Food.
Secondo classificato al Premio  Morgantinum  – 2013.
Terzo classificato al Concorso Regionale Oli D’Oliva- 2015
Società Agricola Vernéra di Spanò & C.

@Alfio Aurora

Facebooktwittermail

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.