Nessuno mi può giudicare!
Leggevo delle premiazioni di guide ristoranti, ecc… e delle discussioni e degli strascichi che, inevitabilmente, si portano dietro con i primi annunci di riconoscimenti. Produttori che flirtavano con tizio o caio l’anno prima, ora sono imbestialiti perché non sono stati riconfermati: “Ma questi come si permettono di giudicare!?”. Chef idem, non vogliono essere giudicati: “Ehi, tu chi sei? Che competenze hai?”
Ma com’è che l’anno scorso erano competenti e ora sono diventati asini? Insomma, chef e produttori tutti delle Star, la qualità si misura in follower e amici. Ora, dico io, se mandi il vino alle guide è per avere un giudizio o no? Se lo mandi, vuol dire che ritieni che l’esaminatore/i avranno delle competenze. Altrimenti… non mandarlo!
Stesso discorso per le cucine: se qualcuno si reca in un ristorante e spende dei soldi, avrà pure il diritto di dire cosa gli piace o no? Forse sbagliando, come sul vino, anche al ristorante rimango fermo nel credo che il cliente può permettersi di essere ignorante, ma il personale no, mai! O devono solo incensare, altrimenti sono incompetenti?!
Se poi ci sono professionisti improvvisati tra i critici enogastronomici (e, purtroppo, ci sono!), chi negli anni passati si prostrava di fronte a loro ingozzandoli di cibo e regalando, nella migliore delle ipotesi, qualche cassa di vino? Certo a volte parlando con soggetti vari e vedendo certe sale e carte dei vini, mi viene nostalgia di luoghi in cui le stelle venivano date o tolte se ad esempio il tavolo per le ore 12,00 non era pronto e si faceva aspettare il cliente. Bastava già questo per declassare il locale, dal punto di vista dell’accoglienza, “pietanza” importante come le altre.
E allora, organizziamo il premio della critica e beviamoci su. Sapendo che quelli da criticare più ferocemente sono proprio i comunicatori!