SIAMO TUTTI AGRICOLTORI AL BRENNERO!

Antonio Iacona

Giacca gialla riconoscibile con scritta verde della Coldiretti; cartelletta e penna in mano, per annotare quali autotreni entrano in Italia e, soprattutto, che cosa trasportano; e un microfono che scandisce parole chiare: “…Sulla corsia c’è un nuovo camion, fatelo accostare, trasporta salumi e altri generi alimentari, apriamo e controlliamo… Viene da Amburgo, si dirige a Livorno per rifornire una nave da crociera…”
La Guardia di Finanza vigila e controlla anch’essa, accanto agli agricoltori.
Giunge un altro camion, targa slovena, provenienza Germania. E così per altre centinaia di mezzi.
È lo scenario che si presenta lunedì mattina 7 settembre 2015, al Valico del Brennero, al confine tra Austria e Italia, dove migliaia di agricoltori italiani si sono dati appuntamenti per presidiare, e non solo simbolicamente, la nostra frontiera. Un lavoro meticoloso. Un lavoro delicato. Un lavoro di sentinelle attente che vogliono dire il loro e il nostro “No!” (spiegano nel comunicato stampa di Coldiretti) ad “una Europa che chiude le frontiere ai profughi e le spalanca alle schifezze!”
Due temi delicatissimi del mondo attuale, ingiusto, contorto in cui viviamo. Da un lato, la disperazione di migliaia di uomini in fuga, che l’Europa tutta sta dimostrando di non saper gestire, né politicamente, né cristianamente, né economicamente, né giuridicamente. Dall’altro, troppa negligenza, troppa indifferenza su un traffico/commercio di generi alimentari che di genuino ed autentico non hanno proprio nulla.
Gli agricoltori sono giunti da tutte le regioni d’Italia “per denunciare gli effetti dei ritardi e delle omissioni dell’Unione Europea che favoriscono le speculazioni che stanno provocando l’abbandono delle campagne con effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia e sull’ambiente. Sotto accusa – ribadiscono i dirigenti dell’associazione di categoria – è una Europa che chiude le frontiere ai profughi e le spalanca ai traffici di ogni tipo di schifezza alimentare, sulle quali si fanno affari a danno degli agricoltori e dei consumatori. Autobotti, camion frigo, container saranno verificati senza tregua dagli agricoltori per smascherare il “finto Made in Italy”, dai prosciutti ai pomodori, ma anche il commercio di surrogati e sottoprodotti che abbassano la qualità, come le polveri di latte e le cagliate da utilizzare per fare formaggi Made in Italy al posto del latte vero senza indicazioni in etichetta. In assenza di regole sulla provenienza e sulle caratteristiche dei prodotti, la concorrenza sleale è insostenibile con prezzi riconosciuti agli agricoltori che sono scesi al di sotto dei costi di produzione con la drammatica chiusura delle aziende e senza alcun beneficio per i consumatori, come dimostra il dossier elaborato dalla Coldiretti”.
Intanto a Bruxelles, nelle stesse ore, “una mobilitazione dei giovani agricoltori della Coldiretti sta mostrando le tante schifezze spacciate come Made in Italy per chiedere un impegno più forte dell’Unione Europea”. L’appuntamento se lo sono dato alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’UE a Rue du Marteau, in occasione del vertice straordinario dei Ministri Europei dell’Agricoltura. Due punti strategici, insomma: un confine nazionale (perché, nonostante l’Europa unita, i confini nazionali ancora esistono!) delicato come il Brennero ed un grigio palazzo del potere, dove il potere sembra fare tutti gli interessi del mondo, tranne che quelli degli italiani, e in questo caso degli agricoltori.
Per questo, crediamo che l’impegno civile ci spinga moralmente ad essere al fianco di queste centinaia di agricoltori, di essere anche noi, ciascuno con il proprio ruolo, anche di comunicatori di agroalimentare e gastronomia d’eccellenza, sentinelle permanenti sui nostri confini.
Dietro le scelte scellerate dei governi europei (compreso, troppo spesso, anche il nostro con i rappresentanti all’UE), ci sono crisi di aziende, licenziamenti, mobilità, famiglie senza più un reddito sicuro. Partire dalla base, ovvero dalla selezione dei prodotti che giungono nel nostro Paese, e difendere il vero Made in Italy crediamo sia un buon punto di partenza, per fermare quella decadenza della genuinità che sembra, purtroppo, aver colpito anche molte coscienze!

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Antonio Iacona

L’Accademia Italiana di Gastronomia Storica, guidata dallo studioso e presentatore Rai Alex Revelli Sorini, ha nominato Antonio Iacona “Ambasciatore e Questore del Gusto” per la città di Catania, per il suo impegno nel diffondere le tradizioni enogastronomiche del territorio come strumento di sviluppo culturale, economico e turistico. Poeta, scrittore e giornalista catanese, laureato in Lettere Moderne, Antonio Iacona è sommelier, assaggiatore di olio, cura uffici stampa di eventi legati all’agroalimentare e collabora con numerose testate giornalistiche nazionali di enogastronomia. Dal 2013 cura l’ufficio stampa dell’Associazione Provinciale Cuochi Etnei.

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