Colorare il mondo, magari di viola. Purpleryta, l’arte, la vita!
Il viola è il suo colore, il vino il suo mondo, la pittura la sua passione!
Ryta Barbero, in arte Purpleryta, è l’artista delle Langhe che crea le sue opere dipingendo con il vino. E’ nata e vissuta a Torino fino all’età di 7 anni; poi Roero diventa la sua nuova casa e da lì nasce l’amore per le Langhe: “Amo le sue colline e la tavolozza di colori che le accarezzano”. Il vino è protagonista nella sua vita, ne trae ispirazione e dalle sue svariate sfumature di colore nascono dei veri capolavori.
Laureata in scienze della comunicazione, si è sempre interessata di divulgazione nell’ambito vinicolo; ha organizzato eventi, ha seguito l’ufficio stampa di diverse realtà vinicole, ha lavorato con il Consorzio dell’Asti svolgendo attività di promozione nei continenti lontani. Il suo vivace dinamismo l’ha portata a studiare recitazione e per dieci lunghi anni questa passione è diventata la sua seconda vita! Attrice teatrale e insegnante di recitazione, stupisce gli avventori di un ristorante locale con la messa in scena di singolari rappresentazioni: “Cene con delitto”. Le emozioni si susseguono durante tutto il giorno e riempiono la vita di Ryta che, da divulgatrice di Bacco di mattina, si concede alla recitazione di sera. Gli anni passano e l’amore per la pittura, forse tenuta nascosta per troppo tempo, cresce ed esplode in nuove pulsioni artistiche! Un incontro voluto dal destino è la richiesta di un amico che, per l’apertura di un’enoteca a Barolo, le chiese: “Conosci qualcuno che sa dipingere?”. Fino ad allora aveva usato la tavolozza e i pennelli per se stessa e nel tempo libero, ma l’occasione è grande ed è pronta ad afferrarla per esprimere la sua creatività. Nasce così l’opera “La vite turchese” che impreziosisce tutte le pareti bianche del negozio con un dipinto di color turchese, rappresentando una lunga vite con numerosi tralci a spirale. La bravura di Ryta è tangibile e la richiesta di organizzare mostre si appresta ben presto: “Wine on Paper” presso la cantina comunale di La Morra, “Donne Spettinate che sanno di Barolo” presso l’enoteca Palazzo Mentone a Cherasco, “Castelli in aria per teste fra le nuvole” nell’enoteca “La Vite Turchese”. Un’altra sorprendente mostra “Miti e Muti”, dal 5 al 31 marzo 2016, sarà rappresentata presso l’enoteca Palazzo Mentone di Cherasco. Il successo è grandioso e le sue opere sono apprezzate in poco tempo.
Ryta è un’Artista che ha molto da raccontare: è simpatica, disponibile, disarmante nell’accoglienza che mi ha riservato nel visitare il suo atelier a Barolo. La curiosità di scoprire i suoi segreti artistici ed ammirarne le opere è stata un’esperienza tutta “Purple”!
Cosa rappresenta la pittura nella sua vita?
“Un modo di esprimermi e di comunicare agli altri tutto quello che ho dentro. E visto che uso molto il termine “Purple” – viola – , che fa parte anche del mio pseudonimo, mi piace dire che faccio uscire tutto il viola che ho dentro!”
Definisce il rapporto con il vino di amore/odio, perché?
“Perché non è soltanto una passione, ma rappresenta anche l’ambiente lavorativo. Il costante rapporto con questo mondo alla fine mi permette di conoscerne tutte le sfaccettature e di conseguenza di apprezzare ciò può essere positivo ma anche negativo. Il conflitto, quindi, è inevitabile”.
Lei vive in una regione straordinaria dal punto di vista enologico. Quanto ha inciso il territorio nelle sue scelte e nelle sue passioni professionali?
“Moltissimo! Credo che questo tipo di vita sia possibile solo se si vive in una zona vinicola come il Piemonte o in altre regioni che offrono un importante panorama vitivinicolo. Lavorare nel mondo del vino ed avere la passione per la pittura, questo connubio vino e arte, io credo sia possibile soltanto se ci si trova in una realtà come quella da me vissuta”.
Come dipinge Ryta e cosa utilizza?
“Dipingo usando il vino sulla carta e rispettando la natura del vino che per sua natura macchia! Macchia le magliette, le tovaglie da tavola, insomma … lascia un’impronta importante! Io faccio delle macchie con il vino sulla carta, ma posso anche utilizzare tele composte per il 100% di cotone oppure tele che hanno 50% di cellulosa e 50% di cotone, dipende da ciò che voglio ottenere. A quel punto, lascio che il vino si esprima e, quando la macchia è asciutta, con lo stesso colore (in questo caso con lo stesso vino), completo l’opera dando un significato al disegno che si è formato ed integro le parti mancanti con le pennellate che accarezzano la mia fantasia”.
Cosa dipingeva da bambina?
“Dipingevo tanti prati, tante montagne, onde, colori, arcobaleni che si staccavano dal cielo e arrivavano sulla terra…”
E adesso, cosa Le piace dipingere?
“Beh, adesso mi piace dipingere donne spettinate, le donne che non hanno troppo tempo per pettinarsi perché preferiscono vivere, leggere, scrivere, occuparsi delle loro passioni, del loro amore e che non stanno troppo tempo davanti allo specchio, ma sono molto consapevoli di se stesse”.
Lei sostiene che: “La vita è già troppo complicata e anche le sfumature di grigio, non importa quante siano, a lungo andare, annoiano. Meglio semplificare la realtà e colorare il mondo. Possibilmente di viola!” Perché la scelta di questo colore? Cosa rappresenta?
“Questo colore è sempre stato con me fin da piccola: era il mio colore preferito e mi ha accompagnato sempre; è diventato parte di me, una mia caratteristica. Quindi, anche quando dico che voglio fare uscire tutto il viola che ho dentro, è un mio modo di essere!”
Se dovesse dipingere le sue emozioni, quali colori userebbe?
“Le mie emozioni sono tante, quindi userei tanti colori; ma se rimaniamo nel mondo vinicolo, userei tanti vini visto che li uso come colori, e ogni vino ha un proprio colore, un modo di esprimersi proprio”.
Ha un sogno che vorrebbe realizzare?
“Si, vivere della mia Arte!”