Appunti di viaggio: a spasso per Barolo tra arte, storia, cantine e antichi vigneti
Colline imbiancate, distesi vigneti in letargo, comignoli fumanti. In lontananza, avvolto da una fitta nebbia come a proteggerlo, un maniero imponente: il castello Falletti. Poco più di 700 abitanti, piccole stradine e… il silenzio dell’imbrunire. La luce dorata, emanata dai lampioni in ferro battuto, accompagna la mia passeggiata serale nel piccolo centro di Barolo in cerca di scorci suggestivi e di un posto al caldo dove il palato possa trovare ristoro. E allora, tappa d’obbligo il ristorante che evoca il nome del famosissimo paesino: RossoBarolo! Presenta tutte le caratteristiche più ricercate: l’accoglienza, la cordialità nella signora Patrizia, i piatti tradizionali e accurati preparati da Emanuele e poi, non può mancare, un’ottima carta dei vini. Nella sala da pranzo una grande parete sfoggia importanti etichette di Barolo, ma anche di Barbera, Dolcetto, Barbaresco: ecco lo scenario che vi accoglierà nei mesi freddi. Descrivere il piccolo paesino delle Langhe è un’emozione, viverlo ancora di più!
Pochi giorni, appena un fine settimana, ma saranno intensi. Barolo, si sa, è sinonimo di vino, o meglio, del Re dei Vini. Ma non solo: tante curiosità potranno accompagnare le vostre giornate. Se la vostra prossima meta enogastronomica sarà il paesino delle Langhe, allora iniziate col visitate il museo del vino o WiMu; e non aspettatevi di vedere le solite cose ma… qualcosa di davvero innovativo. Fatevi affascinare dal museo dei cavatappi (e ne scoprirete davvero tanti) e poi continuate la passeggiata per i vicoli, soffermandovi nel raccolto studio d’arte di Rita Barbero in arte Purpleryta. Rimarrete increduli per la fantasia liberata dall’artista che dipinge con il vino. La sua tecnica? Tutto nasce da una macchia lasciata formarsi sulla sua tela, e quello che creerà vi sorprenderà immancabilmente. Continuate la vostra giornata scandita da una pausa caffè o meglio dal delizioso “marocchino”! Difficilmente potrete staccarvi dal vetro che accoglie la calda bevanda preparata con ingredienti di grande qualità: caffè, cioccolata calda, latte intero e una spolverata di cacao, connubio perfetto di sapori e colori. E…rilassatevi scambiando quattro chiacchiere con i Barolesi.
Non potete non organizzare le visite in cantina per degustare sul territorio più conosciuto al mondo sua Maestà il Barolo!
Prima visita la cantina Borgogno. Non è difficile trovarla perché già all’ingresso del paese avrete sotto gli occhi il nome Borgogno. La sua storia ebbe inizio nel 1761 con Bartolomeo. Un secolo dopo nel nostro Paese si celebrava l’unificazione d’Italia e il vino scelto per festeggiare il grande evento fu il Barolo di Borgogno. Secoli di vino prodotto e di innovazioni che contribuirono alla crescita del prestigio e della sua fama internazionale. Nel 2008 il nome Borgogno fu rilevato dalla famiglia Farinetti, attenta a mantenere le tradizioni pur effettuando importanti ristrutturazioni in cantina. Dal 2005 l’azienda si è convertita al biologico ed ha acquistato ulteriori vigneti fino ad arrivare oggi a circa 31 ettari e 230.000 bottiglie tra Barolo, Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Freisa, Riesling e Timorasso. La storia è affascinante, ma la mia voglia di degustare i vini cresce sempre di più. Stavolta non mi soffermerò a raccontare una degustazione tecnica dei vini assaggiati -Barbera d’Asti superiore 2014, Nebbiolo 2014, Barolo 2012, Barolo Cannubi 2011, Barolo riserva 2003- perché credo che, quando sarete sul luogo, percepirete da soli i momenti indimenticabili che si sprigioneranno dai vostri calici.
La seconda tappa è l’Azienda agricola Rivetto. Noleggiate una macchina e in pochi minuti da Barolo, attraversando colline coperte da vigneti dormienti, arriverete in località Lirano. La storia dell’azienda è più recente: cominciò a muovere i primi passi agli inizi del novecento. Oggi, Enrico Rivetto si occupa della cantina con passione e col massimo rispetto verso il territorio e l’ambiente. La sua filosofia è “no chimica”, rotazione delle graminacee e delle leguminose, utilizzo di fitofortificanti naturali. L’azienda si estende su circa 38 ettari di cui 16 vitati e 22 tra boschi e i famosi noccioleti piemontesi. Le bottiglie prodotte 90 mila che coprono per l’80% il mercato estero. I vini degustati oltre all’immancabile Barolo 2012 del comune di Serralunga d’Alba, un invitante metodo classico extra brut Kaskal e un profumatissimo e fresco Nascetta 2014.
Pochi giorni, un’accoglienza calorosa e un arrivederci a presto, perché anche Barolo fa nascere il desiderio di tornare: come il Mal d’Africa!