“Let’s Bake ART”: da Monet a Dalì, a tavola con i grandi artisti del passato

Vi siete mai chiesti cosa mangiassero i grandi artisti nei secoli passati? Erano dei buongustai? Si cimentavano nella preparazione di ricette prelibate? E cosa bevevano? Pasteggiavano con un calice di Bordeaux o una coppa di Champagne?
Curiosità, tante curiosità che in parte, soprattutto quelle culinarie, sono state svelate dalla giornalista Mariapia Bruno nella raccolta di 79 ricette custodite nel suo libro “Let’s Bake ART”, uscito l’8 giugno del 2015 in italiano ed esattamente un anno dopo nella versione inglese.

Come è nata l’idea di scrivere “Let’s Bake ART”?
“L’idea mi è stata suggerita da Claude Monet. Mi trovavo nel bookshop di un museo e la mia attenzione è stata catturata da un libriccino: era il ricettario scritto di pugno dal padre dell’impressionismo. Me lo sono immaginato con quella barba lunga e l’espressione severa a sbattere le uova e impastare biscotti nel suo fiabesco giardino di Giverny. Ero molto divertita. Fu allora che mi chiesi: chissà quanti altri artisti amavano cucinare? Mi misi subito all’opera e quello che trovai ben superava le mie aspettative”.
Quanto tempo ha impiegato nel realizzare il suo libro e come ha fatto a trovare le 79 ricette descritte?
“Ho lavorato al libro più o meno un anno. Man mano che trovavo le ricette (alcune ripescate in vecchi libri, altre nelle biografie degli artisti, altre ancora sono state testimonianze dirette) le realizzavo e le fotografavo. Ho anche sistemato in termini di dosi alcune ricette più antiche che non mi sembravano affatto adatte al pubblico contemporaneo. Ad esempio i pittori della Francia di fine Ottocento facevano un uso eccessivo di burro e uova: non c’era la margarina e nemmeno il lievito per dolci. Una volta realizzate e fotografate tutte le ricette le ho raccolte e nel giro di un mese il libro era stampato”.
Nella sua vita quotidiana prevale più l’arte o la cucina?
“Mi occupo di arte tutti i giorni, scrivo da diversi anni di mostre, artisti, eventi culturali, viaggi d’arte. Allo stesso tempo sono molto esigente a tavola: non cucino solo per sopravvivere”.
Come immagina quei grandi pittori ai fornelli?
“Come comuni mortali. I pittori avevano mariti, mogli, figli, genitori, amici: in cucina svestivano, fino a un certo punto, i panni degli artisti. Molti di loro però hanno interpretato la sfera culinaria come un prolungamento della propria arte. Le ricette di Frida hanno gli stessi colori e gli stessi sapori piccanti delle sue opere; quelle dei futuristi miravano a stupire e sbalordire il pubblico. Picasso amava preparare una deliziosa Charlotte al cioccolato che è stata anche protagonista del dipinto Natura morta con charlotte al cioccolato“.

C’è una ricetta che l’ha incuriosita più di tutte?
“Mi piacciono le ricette complicate, che hanno bisogno di tempo e pazienza. Ho fatto con molta devozione i croissant di Roy Lichtenstein in quanto adoro gli impasti lievitati. Ma la ricetta più curiosa è il Tymbale Elysee Lasserre di Dalì, una vera opera d’arte surrealista. E’ una ricetta complicata, che Dalì sconsiglia ai cuochi amatoriali. Io invece invito tutti a provare a realizzarla”.
Da chi le sarebbe piaciuto ricevere un invito a cena?
“Dagli artisti cuochi più bravi: Frida Kahlo, Georgia O’Keeffe e Claude Monet”.
Durante la sua ricerca ha avuto modo di leggere molte ricette; secondo lei chi aveva o ha, tra i pittori storici o contemporanei, più fantasia ai fornelli?
“Alcuni artisti sono stati straordinari interpreti delle ricette della loro tradizione: quella francese per Cézanne, quella siciliana per Guttuso. Altri hanno messo un pizzico di humor e fantasia: Marinetti ad esempio ci prepara un riso veloce agli spinaci. Per i futuristi, infatti, era bandita la pastasciutta, considerata noiosa e banale”.
Oggi siamo bombardati quotidianamente da programmi televisivi di cucina, e di conseguenza anche di libri. Cosa ha di diverso il suo libro?
“Il mio libro vuole avvicinare il grande pubblico al mondo dell’arte attraverso la cucina. E’ un libro che ci porta direttamente nella cucina di quelli che per noi sono solo grandi maestri di storia dell’arte. E’ il libro che può far scoprire a chi non ha mai messo piede in un museo che la sua frittata di patate è identica a quella del grande Picasso. Un libro che si può tenere in cucina da usare quotidianamente per dare un tocco in più alle proprie ricette e che si può sfogliare anche in salotto, poiché contiene molti approfondimenti sulla vita e sulle opere degli artisti”.
Proviamo a fare uno spot su “Let’s Bake ART”. Cosa direbbe Mariapia ai lettori di EnoNews?
“Vi invito a lasciarvi tentare dalle Anchoiade (le tartine all’acciuga) di Cézanne, dai Tacos con panna acida di Frida Kahlo, dai Biscochitos di Georgia O’Keeffe e dal Rombo con olive e pomodorini di Steve McCurry, e di lasciarvi travolgere da tutte le altre 75 ricette, molte delle quali inedite, che faranno felici i vostri palati e quelli dei vostri commensali. Il mondo degli artisti non è lontano anni luce dal nostro: è un mondo fatto di mani in pasta, uova sbattute e stufati bruciati. Un mondo che troviamo tutti i giorni nelle nostre cucine”.

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Agata Faro

Ha seguito il richiamo della sua passione attraverso la serie di corsi per conseguire gli attestati dei vari livelli di sommelier AIS, fino al riconoscimento dell’abilitazione professionale. Iscritta dal 2012 nell’elenco generale degli esperti degustatori vini D.O., presso l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, il suo motto è “Degustare in viaggio”. Ritiene, infatti, che il modo migliore per comprende un vino e la storia di chi lo produce è quello di vivere il territorio. Dal 2011 collabora con EnoNews raccontando di viaggi, degustazioni, e di buona cucina.

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