New York, provincia di Montalcino. Al Congresso AIS il Brunello Castello Banfi
Si chiamavano John e Harry, due nomi poco consoni per dei toscani, e di fatto non lo erano: i due fratelli, nonostante il cognome Mariani, venivano infatti da New York. Dopo avere reso il Lambrusco il vino più bevuto d’America, a loro, nel 1977, si deve la fondazione di Castello Banfi, un colossale investimento su 2000 ettari di terra a Montalcino, di cui 800 a vigneto. Cantine moderne, innovazione, ricerca e un territorio eccezionale, acquistato con la consulenza di Ezio Rivella, enologo di fama mondiale, fanno ben presto la loro fortuna.
La scelta cade su una tenuta in località Poggio alle Mura, tra il fiume Orcia e l’Ombrone, tra la Maremma e il monte Amiata, nel versante meridionale del comune di Montalcino, immersa tra ulivi, frumento, tartufi, prugne, boschi e grappoli di sangiovese, scaldati al sole di giorno e rassodati dal fresco della notte.
Agli inizi degli anni Ottanta inizia la collaborazione con Attilio Scienza e l’Università di Milano. Obiettivo: la mappatura completa delle viti di sangiovese della tenuta, destinata a concludersi con l’identificazione di quasi settecento differenti cloni. Ne saranno selezionati 180, da crescere e vinificare separatamente, alla ricerca dei migliori, i più capaci di esprimere le caratteristiche del vitigno. I mosti di quindici soli cloni, alla fine, fermentati in particolari tini ibridi, realizzati in legno e acciaio, danno il via alla produzione dei vini, tra i quali emergono le più note espressioni di Brunello di Montalcino dell’azienda: il Poggio alle Mura e il Poggio all’Oro. Il primo, orgogliosa bandiera della inesausta ricerca dell’azienda, e il secondo, manifesto delle proprie fatiche, prodotto esclusivamente in annate eccezionali.
Il 29 ottobre, a Taormina, il Congresso AIS sarà l’occasione per ascoltare dal vivo l’epopea di questa famiglia americana in terra di Toscana, e di godere di tre delle sole dieci fortunate annate di Poggio all’Oro mai prodotte (2010, 2004, 1995), assieme a tre vendemmie di Poggio alle Mura (2011, 2010, 2007), accompagnati dall’enologo dell’azienda, Gabriele Pazzaglia.