Lo Chef Pasquale Caliri e la cucina del “Marina del Nettuno – Yachting Club”

Siamo sicuri che Pasquale Caliri sarebbe stato ugualmente bravo nella comunicazione, anche se nella sua prima vita non avesse fatto il giornalista professionista. Certo, l’impronta del comunicatore c’è tutta: il sorriso accattivante, l’innata accoglienza siciliana, la battuta di spirito al momento giusto e poi la sterzata nuovamente sulla sua nuova professione, quella di chef, e quella carta vincente in più che è l’umiltà, la capacità di comprendere dove finisce il proprio mestiere e dove inizia quello del professionista accanto. Dote che non manca certo a questo brillante cuoco siciliano, tanto che egli stesso, dicevamo, tuttora giornalista, si è comunque dotato di un proprio ufficio stampa, comprendendo che puoi realizzare tutti i piatti gustosi di questo mondo, ma devi anche saperli comunicare all’esterno. Così è stato qualche giorno fa nel ristorante dove Pasquale Caliri opera con ottimi risultati, tanto da essere citato nella Guida Michelin, ovvero il Marina del Nettuno Yachting Club sullo Stretto di Messina, dove un pranzo di “fine anno” e bilancio consuntivo ha accompagnato la conferenza stampa dello chef e del suo entourage. Una location davvero gradevole, tenuta ancora un po’ “in sordina”, come dichiarato da Ivo Blandina, presidente della Camera di Commercio di Messina e imprenditore, accanto a Caliri per illustrare un anno di successi e di nuove programmazioni. Perché Messina, con tutte le sue potenzialità, ha forse la fretta di smaltire il successo di un locale in breve tempo, magari per la moda di due o tre anni al massimo, per poi dimenticarsene. Ma siamo certi che gli stessi clienti messinesi si saranno accorti dell’alta qualità che vige in questo ristorante, le cui banchine del molo accolgono motoscafi e yacht in un contesto davvero suggestivo: la porta della Sicilia. Ad ogni piatto presentato ai giornalisti dallo stesso chef, il racconto, le visioni, le emozioni del cuoco sono stati svelati ripercorrendo la sua carriera: la formazione in Alma con Gualtiero Marchesi, la continua ricerca di una cucina siciliana tradizionale e al tempo stesso innovativa, le esperienze lavorative in Oriente e negli Usa, fino ai successi di oggi, non soltanto con il pubblico siciliano. E la sua visione della cucina si è compresa subito dai primi piatti, il Magnum di acciughe, che nasce dalla predilezione sempre avuta dallo chef nei confronti di questo pesce e per il ricordo della cucina del nonno, quindi un inizio con risvolto affettuoso e familiare; per poi proseguire con un Omaggio a Gualtiero Marchesi che “non si discute” perché è il Maestro per antonomasia, che trae ispirazione da una determinata tecnica pittorica e richiamata in questo caso nel piatto vero e proprio, usando non però la maionese come base utilizzata da Marchesi, richiamando gli anni in cui questo ingrediente era ancora in voga, ma una passatina di ceci, molto più siciliana, quindi una rivisitazione del Maestro ma in chiave isolana; l’Uovo cuturro e ricotta, forse il piatto preferito dallo chef, l’Uovo di Silvio, imprenditore etneo, un uovo in biologico, che cuoce per un’ora a 65 gradi, per una perfetta cottura sia con l’albume che con il tuorlo, con sotto un crostone di cuturro, antica farina siciliana, utilizzata come moneta di scambio e di pagamento nel mondo contadino, presentato da Caliri anche al Festival del Giornalismo Gastronomico come tema per la cucina povera e del riciclo, con aggiunta di ricotta lavorata con acqua di mare, e con bottarga di tonno, per restare in tema di uova; la cucina del riciclo ha richiamato anche il primo piatto, i Ravioli di carne con semi di sesamo caramellati, con carne mista di maiale e di manzo, anche il brodo fatto con i ritagli del prosciutto affumicato; alla tradizione del pesce è tornato invece il secondo dei primi piatti, Paccheri al nero di seppia, vongole, carciofi e mollica, che ha ripreso ingredienti tipici della cucina siciliana, come il nero di seppia e la mollica; così come al pesce ha rimandato il secondo, Ricciola con bisque di Gambero Rosso di Mazara, frutti di mare e lardo di colonnata; il pre-dessert, infine, Kefir di lampone e passion fruit, ha preparato il palato al dessert vero e proprio, un Flan di panettone con gelato. Una vera prelibatezza che ha concluso la conferenza stampa, lanciando un messaggio di mediterraneità non soltanto alla stampa siciliana. Approdando sull’isola è possibile sbarcare in posti come il Marina del Nettuno, ricevuti da subito dai sapori inconfondibili della tradizione siciliana, interpretati da chef professionisti come Pasquale Caliri che, siamo certi, anche per il 2018 starà preparando nuove sorprese e nuove iniziative culinarie, all’insegna della stagionalità e dell’eccellenza.

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Antonio Iacona

L’Accademia Italiana di Gastronomia Storica, guidata dallo studioso e presentatore Rai Alex Revelli Sorini, ha nominato Antonio Iacona “Ambasciatore e Questore del Gusto” per la città di Catania, per il suo impegno nel diffondere le tradizioni enogastronomiche del territorio come strumento di sviluppo culturale, economico e turistico. Poeta, scrittore e giornalista catanese, laureato in Lettere Moderne, Antonio Iacona è sommelier, assaggiatore di olio, cura uffici stampa di eventi legati all’agroalimentare e collabora con numerose testate giornalistiche nazionali di enogastronomia. Dal 2013 cura l’ufficio stampa dell’Associazione Provinciale Cuochi Etnei.

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