Tra i grattacieli di Cincinnati e i musei d’arte gratis. Qui approda il vino etneo

Cincinnati ti appare appena superata una curva sulla freeway, il profilo del suo centro, dei suoi grattacieli si apre alla vista offrendo l’immagine di un’America spesso, forse troppo spesso, conosciuta con la mediazione della televisione. Normale, lineare, cerco la sua anima nelle attività e nell’architettura di Zaha Hadid. E’ possibile visitare il centro di arte contemporanea gratis. Solerti ragazzi addetti alla reception ti accolgono e indicano gli eventi in corso. L’arte contemporanea sembra essere la nuova linfa del pianeta, forse sostituirà o completerà le opere antiche del vecchio continente. Al rientro folate di aquilotti volteggiano sopra di noi e attraversiamo ampi spazi con cavalli liberi.

Sosta da amici indiani, entrambi medici. La loro casa fatta di “limestone” è un tributo al materiale del luogo ed una celebrazione di classe, gusto e finezza. Ci accolgono con squisita gentilezza senza barocchismi, caffè e dolcetti e decine di domande da parte di entrambi per una innata ed evidente curiosità e per meglio conoscere il mondo del vino. Ci accompagnano alla vicina vinery De Simone con evidenti origini italiane, un’idea differente di produrre il vino rispetto alla nostra. Un vino concepito più come una bevanda che come un prodotto radicato e sedimentato nella cultura, con prevalenza di vitigni conosciuti e importati dall’Europa ma non sempre sinonimo di qualità. Ma da queste parti è facilmente comprensibile e comunque interessante.

Riconvertiti dopo la fine della produzione di tabacco sovvenzionata dallo Stato, molti hanno scelto di produrre vino ma mancava la conoscenza ed oggi l’università del Kentucky con il dipartimento di Agricoltura cerca di colmare questo gap.

Il vino ha la capacità di coinvolgere culture completamente diverse. La sua storia, i suoi effetti e gli uomini che lo producono vengono percepiti come persone che stanno in uno spazio tra il terreno e il divino. Tante sono le condizioni che dipendono dalla natura e tanto dipende dall’idea che gli uomini hanno nel produrre vino.

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Camillo Privitera

Ha nobili origini, Adamo ed Eva. A 18 anni esce di casa per non tornare mai più, si iscrive a Bologna alla facoltà di Filosofia, provenendo dall’ ITIS (pericolosissima sigla). Dell’esperienza dell’istituto tecnico gli è rimasto qualche numero di telefono che usa soprattutto per farsi cambiare le lampadine. Orgogliosamente si mantiene da quando aveva 18 anni. Inizia lavorando nella riviera adriatica e lì l’università lo perde per la fortuna del mondo accademico. Lavora nei locali iniziando dal basso fino a diventare direttore e ad avere locali propri. Capisce che con volontà, studio e lavoro si può riuscire. Non apprezza i “dottori”, ma ama i Signori. Da sempre progetta e organizza riviste, concerti, eventi. Incontra il vino e son botti. Segue la trafila AIS: sommelier, degustatore, relatore e ad oggi Presidente AIS Sicilia, editore di EnoNews. Ama camminare nel solo modo che conosce e apprezza, guardando in alto per avere la più ampia visuale. E il meglio deve ancora venire.

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