Arnaldo Caprai, il Sagrantino e le sue origini. Degustazione tra mito e storia

Tutti conosciamo i famosi Braccialetti Cruciani ma in pochi sicuramente sapranno che nascono da un’idea di Luca Caprai ed a produrli è la Arnaldo Caprai Gruppo Tessile, una delle più importanti aziende tessili e paladina del made in Italy. L’azienda tessile nasce nel 1955 ma quasi vent’anni dopo, il patron Arnaldo Caprai, volendo realizzare un suo sogno, acquista 45 ettari a Montefalco. Nasce così l’azienda vinicola di Arnaldo Caprai. L’idea del fondatore della casa vinicola è quella di valorizzare il vitigno che fino ad allora era “segregato” alla produzione di vini passiti, il Sagrantino.

La storia del Sagrantino è antica e per alcuni avrebbe origine in Asia Minore. Probabilmente, nel periodo appena successivo alle prime crociate, venne portato da alcuni Monaci nel territorio di Montefalco dove trovò il suo habitat ideale. Secondo un’altra versione invece, il vitigno è presente in Montefalco già dai tempi dei romani e Plinio il Vecchio lo menziona nella sua opera Naturalis Historia.

Originariamente il sagrantino nasce come vino passito; questo per bilanciare con l’appassimento e la presenza di zucchero, l’abbondanza di polifenoli di quest’uva. Il nome deriva dal fatto che a coltivarlo erano per lo più i frati ed era destinato ai riti religiosi. Da allora il sagrantino ha fatto tanta strada e siamo arrivati ad una completa rivalutazione di questo vitigno a tratti di “difficile comprensione”.

L’azienda Caprai ha fatto sua la “battaglia del sagrantino” ed è riuscita ad esprimere ai massimi livelli le potenzialità di questi vini dotati di una forte personalità ed una forte tendenza alla longevità.

Prima di arrivare ai vini rossi prodotti a Montefalco, occorre soffermarci su una produzione quasi insolita in quel territorio: Grecante Colli Martani Grechetto Doc 2017.

Al contrario di quelle del sagrantino, le vigne di Grechetto sono in pianura, in un letto di fiume ormai prosciugato.

Il vino si presenta di un cristallino giallo paglierino, molto luminoso e vivace; i profumi sono freschi di fiori e frutta come la pera e la pesca bianca, una leggera sfumatura minerale completa il piacevole quadro olfattivo. Al gusto è sorprendentemente fresco e con una buona sapidità e persistenza. Nel complesso ogni sorso risulta piacevole e con le sue caratteristiche riesce ad emergere in una terra dedicata ai vini rossi.

Passiamo adesso al Montefalco Rosso Villa Flaminia Maremmana Doc 2015.
Nato dal blend di Sangiovese, Sagrantino e Canaiolo, questo vino passa 14 mesi in botte di rovere di slavonia e barrique di rovere francese ed affina almeno 6 mesi in bottiglia. Color rosso rubino, una trasparenza estrema e profumi intensi di frutta rossa, rosa rossa ed una delicata speziatura di pepe nero; chiude il ventaglio olfattivo una nota balsamica finale.

Continuiamo il nostro percorso con il Montefalco Rosso riserva Doc 2013.

Il colore è ancora vivace ed è un bel rosso rubino intenso. I profumi si fanno più evoluti e complessi: frutta matura rossa, confettura, violetta essiccata ma anche note dolci e tostate di vaniglia ed un sentore mentolato di eucalipto. Il gusto è intenso e avvolgente, persistente e di un equilibrio sorprendente.

Passiamo adesso al vitigno per cui l’azienda è famosa in tutto il mondo: Il Sagrantino.

Il primo vino 100% Sagrantino in degustazione è il Collepiano Montefalco Sagrantino Docg 2012.

Il colore è rosso rubino,luminoso, pieno e quasi impenetrabile. Al primo impatto si percepiscono profumi di confettura di more, mirtilli e fragoline di bosco. Le note dolci di vaniglia e speziate di chiodi di garofano sono abbastanza evidenti ma non invasive e nascono nei 22 mesi passati in barriques di rovere francese e nei 6 mesi di affinamento in bottiglia. Profumi balsamici di balsamo di tigre ed eucalipto completano un piacevole ventaglio di profumi. Al primo sorso emerge subito la potenza del Sagrantino. Tannini ben presenti ma estremamente piacevoli e già leggermente arrotondati, una buona freschezza ed un piacevole equilibrio rendono ogni sorso una nuova scoperta.

Si arriva finalmente al top di gamma dell’azienda: 25 Anni Montefalco Sagrantino Docg 2012. Nato da ben tre selezioni, questo vino è l’espressione più rappresentativa del vitigno principe d’Umbria. Si può a questo proposito azzardare la frase “ Umbria cuore verde d’Italia e Sagrantino cuore rosso e pulsante d’Umbria”.

Il colore è un rosso rubino con pochi riflessi granati, anche se la luce della sala non aiuta a godere pienamente dell’aspetto del vino, impenetrabile e vivace. Un ventaglio di profumi si fanno spazio avvicinando il bicchiere al naso: spezie come il pepe nero e i chiodi di garofano, tostatura di cacao, tabacco ed un leggero sentore torbato. Al primo assaggio si percepisce un vino morbido ma con una ancora buona freschezza, tannini assolutamente vivi ma non invasivi o graffianti che perfettamente si bilanciano con le parti morbide. Una persistenza ottima ed un finale piacevole che chiama immediatamente un secondo sorso. Questo vino si lega perfettamente ad alcuni piatti della tradizione umbra a base di selvaggina come il piccione ripieno.

Concludiamo in maniera sorprendente la nostra esperienza umbra con il 25 Anni Montefalco Sagrantino Docg 2003.

L’eleganza di questo vino esce fuori subito: Aspetto luminoso di un bel rosso rubino con chiari riflessi granati. Intenso e complesso, apre i nostri sensi ad una miriade di ricordi olfattivi. Marmellate di frutti rossi, di marroni, profumi di torba, tè nero e tè verde, fino ad arrivare a profumi più evoluti di pellame e pelliccia bagnata. Un sentore di bosco e fungino di fungo porcino e tartufo ci accompagna nel finale. Avvolgente, caldo, morbido, di discreta spalla acida e una trama tannica importante che rende il vino equilibrato e di una persistenza eccellente. Un vino completo che rende speciale anche un piatto apparentemente semplice come potrebbe essere un agnello al forno con patate.

Sorseggiando quest’ultimo vino non resta che pensare che, nonostante il Sagrantino non sia un vitigno di facile comprensione, per via della sua importante tannicità, continuando su questa strada e valorizzando aziende come la Arnaldo Caprai che puntano al territorio, si riuscirà presto a far entrare nel cuore di tutti questi vini apparentemente “duri” ma che nascondono una personalità elegante.

I nostri ringraziamenti vanno a chi ci ha guidati in questa esperienza sensoriale: Camillo Privitera, Presidente Ais Sicilia, Gioele Micali, delegato Ais Messina Jonica-Taormina, Mariagrazia Barbagallo, delegata Ais Catania e soprattutto a Irene Bececco, brand ambassador della Arnaldo Caprai e delegata Ais, che ci ha fatto conoscere questa straordinaria azienda.

 

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Francesca Scoglio

Nata a Messina, il primo incontro con Bacco risale al liceo quando rimase colpita dalla visione delle Baccanti al teatro antico di Siracusa e dalle continue letture di scrittori e poeti classici che elogiavano il vino come “nettare degli dei”. Dopo una laurea in Scienze Politiche conseguita a Palermo, finalmente arriva a Catania. Responsabile d’ufficio ed HACCP nell’azienda per cui lavora, la voglia di imparare la porta a cercare strade alternative. Una discussione apparentemente casuale con una collega le fa conoscere l’Ais ed i suoi corsi e da lì la curiosità la spinge ad intraprendere questo percorso. La curiosità diventa passione, la passione diventa Diploma da Sommelier Ais nel 2015. Lo studio continua e la porta al conseguimento dell’attestato di degustatore ufficiale Ais nel 2016. Il suo motto è “Non si finisce mai di imparare” e da qui la voglia continua di studiare, aggiornarsi, viaggiare e conoscere le svariate realtà che il mondo del vino offre.

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