Natale 2018: la pasticceria Fiasconaro e la “tradizione” del panettone siciliano

Si dice che ogni territorio ha le sue specialità dolciarie, ma chi lo dice che il miglior panettone si fa a Milano?

Durante la 39^ edizione del Sigep, targata 2018, il salone internazionale del settore dolciario a Rimini, è stato premiato come miglior panettone d’Italia quello del maestro pasticcere palermitano Nicola Fiasconaro.

Come in ogni storia che si rispetti, si inizia da un luogo magico. La storia della famiglia Fiasconaro si svolge a Castelbuono, piccolo paese incastonato nel suggestivo parco delle Madonie nel palermitano. Era il 1953 quando Mario Fiasconaro decide di aprire un piccolo laboratorio di pasticceria e gelateria in paese. Il periodo non era dei più felici e la crisi del dopoguerra si faceva ancora sentire. Nelle case e nei laboratori non erano ancora diffusi i frigoriferi e per la produzione di gelati Mario si faceva portare la neve dai monti Nebrodi o dall’Etna. Aggiungendo poi ingredienti locali come succo di limoni e arance riusciva a creare i gusti tipici del suo territorio.

La pasticceria iniziò così la sua ascesa e subito dopo i gelati arrivarono gli altri prodotti tipici del palermitano come cassate e cannoli. La passione di Mario Fiasconaro si rispecchiava nella bontà dei suoi dolci. La pasticceria produce le sue dolcezze per il paese di Castelbuono e per qualche avventore forestiero fino alla fine degli anni ’90, quando sono i figli di Mario, Fausto, Martino e Nicola, a prendere in mano le redini della pasticceria.

La storia del piccolo laboratorio va avanti e va avanti anche la voglia di sperimentare ed innovare dei tre ragazzi, che trasforma la Fiasconaro da piccola realtà locale in un’azienda dolciaria conosciuta in tutto il mondo. In particolare sarà Nicola, curioso di scoprire le tecniche di pasticceria nel mondo, ad andare in giro ad assimilare nuovi modi di creare dolci, sempre fedele però ai gusti della tradizione. L’incontro tra Nicola Fiasconaro e Gioacchino Alemagna fece il resto. Innamoratosi della “pasta acida” di Alemagna, Nicola volle provare a creare il “suo” panettone in Sicilia.

La storia del Panettone Fiasconaro inizia quindi circa 20 anni fa, quando venne portata nel laboratorio la pasta madre che tutt’oggi viene quotidianamente rigenerata. Dopo tre giorni di lavorazione nasce questo dolce morbido e avvolgente che unisce in maniera sapiente la tradizione milanese a quella siciliana, unendo i gusti tipici del nord con quelli freschi e dolci della Sicilia.

Tra gli ingredienti usati troviamo i grani antichi siciliani, canditi di arance di Sicilia, uva passa aromatizzata alla malvasia delle Lipari per poi arrivare alle mandorle, al pistacchio, al cioccolato di Modica ed infine alla mitica Manna. Secondo la Bibbia, la manna era un dono di Dio e di questi doni è ricco il parco delle Madonie. I contadini Madoniti da sempre estraggono dagli alberi di Frassino questa linfa preziosa, facendo dei piccoli tagli, chiamati ntacche, sulla corteccia. La linfa si solidifica al sole e crea delle piccole stalattiti bianche dal gusto particolare ed inconfondibile.

Per il Natale 2018, infine, è nata una nuova unione tra l’azienda Fiasconaro e gli stilisti Dolce&Gabbana, una dichiarazione d’amore alla terra di Sicilia. I due stilisti hanno infatti realizzato il packaging per il nuovo panettone Agrumi e Zafferano. Un prodotto che parla di Sicilia, una confezione di latta colorata con i colori del sole, con agrumi e carretti siciliani. Ingredienti di prima qualità e locali come lo zafferano della provincia di Enna, chiamato oro rosso, e gli agrumi profumati e succosi.

Il risultato è di straordinario impatto visivo e gustativo.

Quindi, accanto al panettone milanese, questo Natale mettiamo in tavola anche un panettone siciliano, in nome delle nuove tradizioni che si fanno avanti.

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Francesca Scoglio

Nata a Messina, il primo incontro con Bacco risale al liceo quando rimase colpita dalla visione delle Baccanti al teatro antico di Siracusa e dalle continue letture di scrittori e poeti classici che elogiavano il vino come “nettare degli dei”. Dopo una laurea in Scienze Politiche conseguita a Palermo, finalmente arriva a Catania. Responsabile d’ufficio ed HACCP nell’azienda per cui lavora, la voglia di imparare la porta a cercare strade alternative. Una discussione apparentemente casuale con una collega le fa conoscere l’Ais ed i suoi corsi e da lì la curiosità la spinge ad intraprendere questo percorso. La curiosità diventa passione, la passione diventa Diploma da Sommelier Ais nel 2015. Lo studio continua e la porta al conseguimento dell’attestato di degustatore ufficiale Ais nel 2016. Il suo motto è “Non si finisce mai di imparare” e da qui la voglia continua di studiare, aggiornarsi, viaggiare e conoscere le svariate realtà che il mondo del vino offre.

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