Sei grandi vini per raccontare “Territori e Stili”

Un viaggio virtuale ed un percorso sensoriale all’insegna del buon vino, egregiamente raccontato da Camillo Privitera, presidente di Ais Sicilia e Maria Grazia Barbagallo, delegato Ais Catania; questo è stato l’evento tenutosi nella bella e nuova location del ristorante Mooddika il 28 Gennaio a Catania.

“Tanti solisti che suonano la stessa melodia” è la frase perfetta per descrivere un territorio ed i suoi vini che con stili diversi raccontano storie di vita e passione.

Ad ogni territorio corrisponde un vino, ad ogni vino la filosofia della cantina che lo produce e ad ogni cantina uno stile ben preciso.

Il viaggio intrapreso ci ha portati in due stati e quattro territori, per degustare sei vini.

La Toscana è la prima regione che visitiamo. Il territorio è quello del Brunello di Montalcino ed a raccontarci la sua storia è stata Maria Grazia Barbagallo.

La storia del Brunello si intreccia con la storia della Toscana. Già nel XIII secolo il comune di Montalcino era porto franco e, grazie alla via Francigena che lo attraversava, era crocevia di grandi commerci. I tanti viaggiatori dell’epoca apprezzavano già il vino di questo piccolo comune toscano. Inizia così la storia del Brunello che imbandì le tavole di Re, Papi, nobili e viaggiatori di ogni genere. Nel 1875 la Commissione ampelografica della provincia di Siena redasse la più antica analisi del Brunello. Venne analizzato un vino di ben 32 anni: Castelgiocondo del 1843.Da quel momento in poi l’avanza del Brunello non si fermò. La domanda che ci pone Maria Grazia Barbagallo è: Qual è il segreto del Brunello? La risposta in questo caso è semplice, Nessun dominante, tutti fanno lo stesso vino con lo stesso disciplinare. Il disciplinare è blindato Territorialità, purezza e qualità sono le parole d’ordine.

Il primo vino in degustazione è Caparzo, Brunello di Montalcino DOCG 2013 . Siamo nella zona nord di Montalcino e l’annata 2013 è stata fresca e ventilata. Già mentre il vino viene versato emergono gli intensi profumi che caratterizzano il Brunello. Il sorso è rotondo ed avvolgente e dimostra immediatamente la sua eleganza.

 

 

Con il secondo vino andiamo a sud del comune di Montalcino e passiamo all’annata 2012; un’annata più calda che quindi ha portato vini più alcolici e dai profumi più fruttati. Castello Banfi Brunello di Montalcino DOCG Poggio alle Mura 2012 è un vino piacevole, dai profumi intensi di frutta e spezie. In bocca è schietto e d’impatto. Una trama tannica importante lo rende potente e deciso.

Due vini provenienti dallo stesso territorio e fatti allo stesso modo che esprimono due stili diversi: il Caparzo esprime complessità mentre il Poggio alle Mura trasmette intensità e potenza.

Andiamo avanti e passiamo alla scoperta di un altro territorio e di altri vini: Il Veneto ed il suo Amarone. La nostra guida d’eccellenza è Camillo Privitera. Anche nel caso dell’Amarone come per altri vini famosi, la leggenda vuole che nasca da un errore. Il Presidente di Ais Sicilia ci racconta che nel 1936 il capocantina della Cantina sociale Valpolicella Adelino Lucchese, coniò il termine amarone dopo aver assaggiato un vino da una botte di recioto dimenticata in cantina.

L’Amarone è un vino intenso, avvolgente, imponente. I suoi profumi variano dai frutti rossi e neri alle spezie ed alla frutta sciroppata. La sua particolarità è l’appassimento. Le uve vengono raccolte a fine ottobre e sistemate ad appassire su graticci in fruttai ben areati e lasciati fino a febbraio.

Tommasi Amarone della Valpolicella classico DOCG 2013è il primo stile di Amarone che degustiamo. Profumi eleganti ed intensi, sensazioni balsamiche e speziate ed un gusto avvolgente con una trama tannica suadente. Lo stesso territorio, lo stesso vino, ma uno stile diverso lo troviamo invece Brigaldara Amarone della Valpolicella DOCG 2012 Cavolo. Note floreali di rosa e viola, rabarbaro, ciliegia, more e gelsi, lasciano pian piano la strada a cioccolato, muschio e profumo di terra. Un vino a tuttotondo, intenso e persistente. Un tannino morbido e piacevole che racconta perfettamente la storia di questa regione. L’appassionante viaggio continua degustando due vini dolci muffati. Francia e Italia, Sauternes ed Umbria. Il fascino dei vini muffati è indiscutibile, sia per l’alone di mistero che contribuisce a creare quella nebbia che al mattino avvolge le vigne e che permette alla muffa nobile svilupparsi; sia perché questi vini dolci riescono a mantenere un’ottima acidità che rende piacevole la loro degustazione sorso dopo sorso.

Chateau Filhot Sauternes 2015 è il Sauternes che degustiamo. I vigneti di Sauternes si trovano a 50 km a sud di Bordeaux, a sinistra del fiume Garonna. La fortuna di questi vigneti però sembra arrivare dal piccolo fiume Ciron, affluente del Garonna. L’uva Semillon è protagonista del Sauternes insieme a Sauvignon e Muscadelle. Note di frutta bianca, albicocche disidratate, mandorle, fichi secchi e miele sono solo l’inizio dei profumi che si sentono roteando delicatamente il calice. Morbido e dolce in bocca ma con un’ottima freschezza che permette di provare ancora un altro sorso senza diventare stucchevole.

Nasce invece nel 1987 il nostro ultimo vino: Marchesi Antinori Muffato della Sala 2014. La Famiglia Antinori, 26 generazioni e 600 anni di storia, dedicati al territorio ed alla tradizione. Anche in questo bellissimo castello umbro è la nebbia a creare quella suggestiva atmosfera che dona una magia particolare a questo vino. I vitigni con cui si produce questo vino speciale sono: riesling, sauvignon, semillon e grechetto. E’ proprio quest’ultimo vitigno a rendere particolare il Muffato della Sala, donandogli equilibrio. Intense e dolci sono le sensazioni che escono dal bicchiere. Frutta candita, spezie dolci, miele, frutta secca, biscotti di pasta frolla. Profumi di frutti polposi e fiori gialli. Una complessità olfattiva straordinaria che ben si concilia con il gusto morbido, dolce ma allo stesso tempo fresco e piacevole.

Per completare la bella serata arriva un piatto preparato dallo chef Williams Cioffi, che giochiamo ad abbinare ai vini degustati ed un dolce di ricotta e pere che si meravigliosamente si sposa con i vini dolci degustati.

Conclusione del viaggio virtuale suggestiva ed interessante che lascia piacevoli note dolci in attesa del prossimo percorso sensoriale.

 

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Francesca Scoglio

Nata a Messina, il primo incontro con Bacco risale al liceo quando rimase colpita dalla visione delle Baccanti al teatro antico di Siracusa e dalle continue letture di scrittori e poeti classici che elogiavano il vino come “nettare degli dei”. Dopo una laurea in Scienze Politiche conseguita a Palermo, finalmente arriva a Catania. Responsabile d’ufficio ed HACCP nell’azienda per cui lavora, la voglia di imparare la porta a cercare strade alternative. Una discussione apparentemente casuale con una collega le fa conoscere l’Ais ed i suoi corsi e da lì la curiosità la spinge ad intraprendere questo percorso. La curiosità diventa passione, la passione diventa Diploma da Sommelier Ais nel 2015. Lo studio continua e la porta al conseguimento dell’attestato di degustatore ufficiale Ais nel 2016. Il suo motto è “Non si finisce mai di imparare” e da qui la voglia continua di studiare, aggiornarsi, viaggiare e conoscere le svariate realtà che il mondo del vino offre.

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