Un tavolo, degli amici e un viaggio tra rossi da evoluzione
Un sabato mattina, una spiaggia siciliana che guarda al mar d’Africa, battuta dal vento, con l’acqua increspata dalle onde e punteggiata di kite surf.
Questo è lo spettacolo che si gode seduti intorno a questo enorme tavolo quadrato, con splendida vetrata sul giardino. Siamo in dieci, tutti diversi ma tutti accomunati dall’amore per il vino.
E questa luce primaverile riverberata dal mare che entra prepotente dalla vetrata è l’esatto opposto delle vesti nere impenetrabili che la nostra signora del vino ha posto su ogni bottiglia. Di solito il maestro di cerimonie è uno, beh noi ne abbiamo due.
Il padrone di casa lascia loro la conduzione di questo viaggio dal tema complesso e amplissimo “rossi da evoluzione”, non prima di averci dato il benvenuto con crémant de Limoux, salsiccia secca e ragusano stagionato.
Ampelografie, pedoclimi, vinificazioni, affinamenti, stili, come sempre innumerevoli variabili. Cosa si cela all’interno di queste ignote bottiglie? La curiosità si accende e ognuno aguzza i sensi: vista, olfatto, gusto e tatto. Molti fanno ricorso alla memoria, qualcuno azzarda ipotesi, chi ricerca varietali, chi stili, chi capacità, chi storie. Solo la signora del vino sa e continua a tenere il segreto fino al momento del disvelamento. Il grande saggio del vino suggerisce, nota dettagli e sottolinea sfumature: tutti lo ascoltano e continuano ad interrogarsi.
I vini degustati alla cieca sono undici e quando la veste nera è stata tolta le sorprese non sono state poche. La degustazione alla cieca, condotta e vissuta scevra di pregiudizi e aspettative, ci costringe ad essere onesti coi nostri sensi, pensieri ed opinioni.
Una piccola delusione, grandi conferme e piccole chicche. Un aspetto importante è la condivisione, un altro l’attenzione data alle parole altrui. Ma è soprattutto il silenzio del vino che ha mille storie da raccontare, il vero protagonista e catalizzatore di sensi, pensieri ed emozioni. Le storie le racconta a chi è capace di ascoltare e traslarle in umanità.
Questi i vini degustati alla cieca.
• Feudo, Girolamo Russo, 2008
Un profumo di eccellente frutta sotto spirito, Etna doc. Ritroviamo a muntagna e la sua liberalità.
• Zanna, Illuminati, 2013
Sontuoso tannino e piccoli frutti rossi, per il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg, giusto interprete della denominazione.
• Poggio Miniera, Tenuta Monterufoli, 2013
Complessità olfattiva, notevole persistenza per questo Val di Cornia Docg, per me una felicissima scoperta, ennesima conferma delle innumerevoli sfumature del sangiovese.
• Historia, Mastroberardino, 2014
Giovane, scalpitante con sentori vegetali. Taurasi Docg, azienda che appaga sempre il palato.
• Il Sigillo, Cantine del Notaio, 2013
Vulcanico, con finale amaricante, Aglianico del Vulture docg.
• Lazzarito Ettore Germano, 2012
Elegante riserva di Barolo Docg ricca di profumi evoluti che lascia grandi ricordi olfattivo.
• Piave Malanotte, Tessere, 2011
Un sorprendentemente intenso raboso, grazie al leggero appassimento, Piave Malanotte Docg.
• Sole dei padri, Principi di Spadafora, 2008
Grande trama tannica e grande freschezza, bella persistenza, Sicilia Igp, sentori di China.
• Signae, Cesarini Sartori, 2004
Un grande signore robusto che ha bisogno di tempo al calice, Sagrantino di Montefalco Docg.
• Duca Enrico, Duca di Salaparuta, 1997 e 2011
Due annate a confronto di un vino iconico, Sicilia Igp. Le icone non si discutono, si ammirano, a meno che non siate iconoclasti e potete anche berle.
• Camelot, Firriato, 2010
Internazionalità di casa nostra, Sicilia Igp.
Ovviamente il padrone di casa, dopo averci offerto carne alla griglia e scacce ragusane, ci congeda con la sua passione: il Marsala, nell’interpretazione di De Bartoli, superiore oro, 2017.
E il vino ci conferma la sua forza enorme di mettere insieme allo stesso tavolo diverse personalità e di renderle felici per il tempo della degustazione conviviale.