Le donne e il vino. Tiziana Gandolfo, una produttrice vulcanica

Foto1-002 Una donna vulcanica, come la terra che accoglie il suo vigneto; dinamica, come i viaggi che accompagnano la sua vita lavorativa; instancabile, come la passione per il vino. Questa è Tiziana Gandolfo. Orgogliosa di far parte di una squadra tutta al femminile, insieme alla mamma e alla sorella, dirige una storica agenzia di viaggi di Acireale, nata nel 1947 con il nonno Francesco Grasso.
Galeotto è stato l’incontro con Camillo Privitera, Presidente Regionale dell’Associazione Italiana Sommelier, con il quale è convolata a nozze nel 1996. Con lui ha iniziato a percorrere l’eccitante “Via di Bacco”, un nuovo mondo nel quale ha mosso i primi passi gestendo un’enoteca con il già esperto Camillo, seguendolo anche nell’organizzazione dei corsi di formazione AIS per sommelier.
Correva l’anno 2003 quando Tiziana e Camillo rimasero folgorati dalla bellezza di un appezzamento di terra sull’Etna in contrada Sciaranuova, 850 metri sul livello del mare. Da lì la sua carriera di produttrice di vino.
Come è nata l’idea di fare vino?
“Beh, l’idea di fare vino è nata da una passione già esistente. Mi affascinava l’idea di produrre vino, ma solo in un territorio straordinario come quello dell’Etna. Camillo ed io, alla vista di quel tratto di terreno magnifico sulle pendici del nostro vulcano, decidemmo unanimemente di accompagnarlo fino alla produzione di un vino nostro”.
Ci racconti qualcosa della tua azienda?DSC_0737-001
“Nel 2003 comprammo 3,5 ettari di terreno, allora piantati a uliveti e frutteti. Estirpammo tutto e impiantammo le viti. Erano gli anni dei tentativi di coltivare il Pinot Nero sull’Etna, ma il nostro desiderio era di utilizzare due antichi vitigni autoctoni: il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio. E grazie alla collaborazione del nostro amico agronomo Andrea Marletta, decidemmo di dedicarci a una viticoltura tradizionale dell’Etna. La nostra vigna, però, seguì uno schema diverso dal metodo ad alberello e sposammo l’idea del cordone speronato, stringendo le distanze fra i filari per poter avere una densità di impianto quanto più vicina a quella tradizionale ad alberello”.
Essere produttrice è un grande impegno, come vivi questo ruolo?
“Lo vivo con molta fatica!  La mia agenzia di viaggi mi impegna costantemente tutta la settimana; fortunatamente lavoro in un ambiente familiare che mi consente di trovare il tempo per dedicarmi alla mia seconda attività, che mi piace talmente tanto da farmi dimenticare la stanchezza!”
Foto4Rappresenti il territorio siciliano e con un vino del 2011, “Primaterra rosso”, che ha vinto 5 grappoli nella guida dei vini 2015. A chi hai dedicato questo riconoscimento?
“Nell’etichetta del 2011 c’era ancora la dicitura IGT; solo nel 2012 abbiamo ricevuto il riconoscimento della DOC sui nostri vigneti. Un vino che ha suscitato grande attenzione da parte di chi lo ha valutato per l’attribuzione dei 5 grappoli, ma che ha avuto riconoscimenti in molte altre occasioni. Lo dedico prima di tutto a Camillo, che è sempre con me e con il quale condivido tutto. Ma anche alle persone che hanno creduto e collaborato al nostro progetto, a chi si prende cura costantemente della nostra vigna, recandovisi per visionare l’andamento della fruttificazione, lo dedico a Lucio, che è il nostro grande uomo della vigna, e ai suoi uomini senza i quali tutto questo non potrebbe esistere!”
Cosa fa Tiziana quando è in vigna?
“A Tiziana piace giocare in vigna, mettere le mani dappertutto, togliere le foglie, passeggiare in mezzo alle pietre, perché da noi non si può parlare di terra ma di lapilli vulcanici. Tiziana conosce le piante una ad una. La prima cosa che Tiziana fa quando va nel vigneto è passeggiare in mezzo ai filari, riconoscere lo stato di salute delle piante e, sebbene non abbia una competenza specifica, seguire il suo istinto, che l’aiuta molto!”
Come vivi il periodo della vendemmia?
“È il momento più bello, nonostante l’ansia e la preoccupazione. Quest’anno abbiamo dovuto rimandare due volte la vendemmia a causa delle piogge. È sempre un momento delicato, perché comunque si raccoglie una volta l’anno”.
A quali dei tuoi vini sei particolarmente affezionata, e perché?
“Noi produciamo anche un rosato che è nato da un primo esperimento nel 2006, anno in cui l’abbiamo prodotto con uve provenienti anche da altri vigneti poiché il nostro non era ancora pronto. È stata un’esperienza bella, stuzzicante e che continuiamo a ripetere. Per questo ne sono particolarmente orgogliosa. Siamo stati tra i primi a pensare a un rosato diverso, ad un vino con struttura, corpo, sostanza e grado alcolico: un vino da bere fresco che può dare inizio, a mio parere, a un pasto e forse anche concluderlo”.
Ti occupi anche di ospitalità; quanto è importante fare conoscere il territorio?
“È fondamentale! Ho partecipato a diverse manifestazioni e fiere anche all’estero, ho parlato del mio vino e del territorio in cui nasce e miFoto2 sono resa conto che, quando qualcuno viene a visitare la mia cantina, rimane colpito dal paesaggio, dall’aria che si respira, dai profumi.  Sono tutte emozioni così esaltanti che, per quanto si possa essere bravi a descriverle, non si riesce mai a renderle abbastanza!”
Ricordiamo che sei anche una sommelier; tra i tanti vini che hai degustato, qual è quello che senti più vicino alla tua personalità?
“Il sommelier matura come un vino, nel senso che subisce molti cambiamenti. Per esempio, agli inizi della mia carriera non amavo tanto i bianchi e mi piacevano i vini toscani: mi affascinavano quei nettari che trovavano il consenso più facilmente. Maturando, sia come esperienza sia come età, adesso amo i vini più “difficili”, quelli che non si mostrano subito ma che devono essere scoperti piano piano. Posso dire che in questo momento apprezzo molto, anche nei bianchi, la longevità. E mi stupisco ancora di più quando degusto vini che hanno una storia da raccontare.”
Foto3Hai dei sogni nel cassetto che vorresti realizzare nella tua azienda?
“Sì, vorrei vivere tra i miei vigneti!”
Siamo prossimi alle festività, quale bottiglia metterai a tavola e con cosa brinderai?
“Tra i miei vini, il rosso Primaterra caldo e morbido. È, però, certo che per brindare ci vogliono le bollicine. E a questo punto, svelo un segreto: ormai da qualche anno stiamo provando a produrre un metodo classico da Nerello Mascalese. Ancora non siamo pronti, ma non appena saremo sicuri che il prodotto potrà rappresentare il nostro territorio, brinderemo insieme!”

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Agata Faro

Ha seguito il richiamo della sua passione attraverso la serie di corsi per conseguire gli attestati dei vari livelli di sommelier AIS, fino al riconoscimento dell’abilitazione professionale. Iscritta dal 2012 nell’elenco generale degli esperti degustatori vini D.O., presso l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, il suo motto è “Degustare in viaggio”. Ritiene, infatti, che il modo migliore per comprende un vino e la storia di chi lo produce è quello di vivere il territorio. Dal 2011 collabora con EnoNews raccontando di viaggi, degustazioni, e di buona cucina.

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