Il nero d’avola e Principi di Butera: la scommessa vincente di Zonin
Non è un caso se la famiglia Zonin nell’ormai lontano 1997 decise di approdare in Sicilia, terra vocata per la produzione vitivinicola. Contrada Deliella, da cui prende il nome il Cru di nero d’avola prodotto dall’azienda Feudo Principi di Butera, si trova nel sud dell’isola nel territorio nisseno di Butera, tra Gela e Licata, ad una altitudine di circa 300 mt, sui rilievi collinari, in un territorio dal clima caldo mitigato dell’influenza del mare, con vigneti a cordone speronato.
Claudio Galosi, enologo e dal 2013 anche direttore responsabile della tenuta siciliana, raccoglie un’importante eredità dall’esperto Franco Giacosa, colui che più di tanti altri ha creduto nelle potenzialità del nero d’avola, e ha già superato egregiamente la sua decima vendemmia in Sicilia, apportando dal 2009 un prezioso contributo alla produzione dei vini della tenuta.
È lui, in rappresentanza dell’azienda, che, insieme al Presidente di Ais Sicilia, Camillo Privitera e i sommelier Mariagrazia Barbagallo, delegata di Catania, e Camillo Paradiso, ha guidato la degustazione dello scorso 29 Gennaio organizzata da Ais Sicilia e dalla nostra testata. Valorizzare e diffondere la conoscenza del territorio e dei vitigni autoctoni della nostra isola è la mission della associazione; la presenza dei produttori e di coloro che seguono le varie di fasi di produzione del vino attribuisce un valore aggiunto alla degustazione. Peraltro, due difficili ma amati vitigni autoctoni come l’insolia e il nero d’avola hanno suscitato grande curiosità e interesse alla numerosa platea presente.
Insolia 2014 è il primo assaggio, giallo paglierino con tendenza verdolino. Al naso ha sentori floreali di ginestra, un tono agrumato, di lime, e una punta di pesca. L’impatto olfattivo è gradevole e ha una nota di fragranza non sempre percettibile in un vitigno come l’insolia; l’uva è ricca di tannini che sul finale ricordano la mandorla amara. In bocca è sapido e minerale con una spalla acida importante. L’annata, una delle migliori degli ultimi 20 anni per la Sicilia, è stata caratterizzata da un’estate mite con caldo a settembre.
Serò, insolia 2013 dal greco “ti amo” perché l’insolia è un vitigno difficile da coltivare ma proprio per questo facile da amare; ha un comportamento diverso rispetto ad altri vitigni. Il legno è una spalla a tutto il bouquet del vino. Il mosto subisce, per il 50%, una fermentazione in acciaio inox a temperatura controllata e il restante 50% in botti di legno da 25hl restando a contatto con i lieviti fino ad Aprile. È più pieno in bocca rispetto al primo vino degustato, è avvolgente, fine e persistente. Già alla vista esprime freschezza.
Dell’annata 2013 è anche il nero d’avola dal colore rosso rubino. I piccoli e fitti archi al calice esprimono la consistenza. Al naso prugna, mora e violetta. In bocca è morbido e setoso, ha una buona complessità.
Tre annate di Deliella, il fiore all’occhiello dell’azienda, un vero e proprio Cru prodotto da quattro ettari di nero d’avola nella omonima contrada. Il terreno collinare é costituito da marne biancastre (trubi) con brecce argillose e arenarie silicee e si colloca a circa 300 metri d’altitudine.
La verticale inizia dall’annata più vecchia, la 2011; al bicchiere è rosso rubino, estratto importante che si nota negli archetti; bellissimo impatto e pulizia di naso, sentori di fiori appassiti, more, frutta sotto spirito. Rilascia il ricordo di cioccolato, humus, e terra bagnata. Il vino è complesso e ha un buon equilibrio, vino lungo, complesso e particolarmente intenso.
L’annata 2012 si presenta diversa al colore rispetto alla 2011, che è più intenso; al naso ha sentori di frutta, I tannini sono setosi e non sono possenti. Il vino ha un buon equilibrio ed esprime finezza ed eleganza.
Giovane il 2013, alla vista è rosso porpora tendente al rubino. Dal punto di vista olfattivo ha sentori di frutta appena matura, fiori, violette. Al gusto il tannino prevalente rispetto ai polialcoli indica che non è stato ancora raggiunto l’equilibrio tra durezze e morbidezze; è un vino paragonabile ad un motore appena acceso che si sta scaldando.