Etna: i segreti dei suoi versanti nella Masterclass di Ais Catania
Divisa in contrade, particelle, altitudini o versanti (tre, quattro o addirittura cinque), l’Etna rappresenta un luogo di particolare interesse in continua fase di esplorazione per le sue caratteristiche pedoclimatiche uniche e differenziate. Territorio particolarmente vocato per l’autoctono nerello mascalese, mostra profili interessanti nei vari versanti anche il bianco carricante. Affascinato dall’Etna e dall’isola, Andrea Galanti, miglior sommelier d’Italia e ospite di due delegazioni Ais della Sicilia, dopo aver tenuto a Ragusa un seminario sul tema della comunicazione e tecniche di servizio, lo scorso mercoledì 8 giugno ha guidato a Catania una vera e propria Masterclass sull’Etna, degustando 13 etichette di quattro aziende che si trovano dislocate in diverse aree intorno al Vulcano: Destro, Murgo, Tenuta Monte Gorna e Masseria Setteporte. I rappresentanti delle aziende presenti hanno dato un contributo importante, approfondendo la conoscenza del territorio e la storia di ciascuna realtà. La degustazione è stata organizzata dalla delegata di Ais Catania, Maria Grazia Barbagallo, che ha già ospitato Andrea Galanti come ambasciatore del Soave, ed è stata arricchita anche dalle considerazioni e riflessioni di due esperti conoscitori dell’Etna: il Presidente regionale Ais Camillo Privitera e il delegato di Catania Jonica Orazio Di Maria.
Giuseppe Destro della omonima azienda nata nel 2002, coltiva prevalentemente nerello mascalese nel territorio di Randazzo, sul versante nord – est dell’Etna a 750 mt sul livello del mare.
Michele Scammacca, patron dell’azienda Murgo di Santa Venerina, guida l’azienda che nel 1981 il barone Emanuele Scammacca del Murgo decise di trasformare in moderna aziende agricola; una delle prime con spalliere razionali dell’Etna con una produzione di 230.000 bottiglie di cui il 30% vinificate in spumante metodo classico da uve nerello mascalese.
Rosario Licciardello di Tenuta Monte Gorna, nata nel 2002, produce in quattro ettari di vigneto tre etichette per un totale di 40.000 bottiglie, nell’unica zona pianeggiante, tra i due coni vulcanici di Monte Gorna e Monte Ilicie.
A Biancavilla nel versante sud-ovest ad un’altitudine compresa tra 650 e 800, che delimita la DOC Etna, Piero Portale dell’azienda Masseria Setteporte dal 2002, intuendo le potenzialità dei vigneti, decide di proseguire il progetto avviato dal padre, il Notaio Ferdinando, aumentando la superficie aziendale da 12 a 27 ettari totali, di cui 16,5 ha già vitati; produce 40.000 bottiglie; la doc termina proprio a 100 mt dall’azienda segnata dal torrente Torretta.
Si comincia la degustazione con tre spumanti metodo classico da uve nerello mascalese vinificate in bianco il primo dell’azienda Destro e gli altri due dell’azienda Murgo.
Saxanigra 2011 il nome deriva dalle rocce nere dell’Etna in greco Saxa nigra. Giallo paglierino scarico luminoso, il Perlage permane centrale ed aiuta la verticalità dei profumi agrumati di scorza di limone e di gelsomino, le bollicine man mano che si irrompono raccontano il territorio, la mineralità; I profumi ricordano in maniera delicata la panetteria, aspetto che aumenta la complessità; è un vino in definizione, l’impatto gustativo è scorrevole, graffia lievemente, la sapidità è integrata e sorregge la stessa acidità. Il comportamento della saliva è diverso, prima fluida, l’acidità lascia spazio alla sapidità, il finale è piacevole, la retronasale ha un ritorno agrumato, vino esuberante dal punto di vista della freschezza e dell’acidità. Triangolare
Murgo brut rosè 2012
Perlage persistente, rosa tenue con varianti delicate di ruggine caratteristiche dell’uva, contrasto tra agrume e marasca, ha una nota floreale di rosa; il naso è verticale e il lievito è più armonico e definito, ha una nota minerale delicata di pietra bagnata, il perlage che si esprime in bocca ha un ingresso delicato continuo e un finale sapido integrato. È accattivante con retronasale piacevole, acidità bella e tagliente, dal mix eterogeneo. Rotondo.
Murgo extra brut 2009
Esplosione di luminosità, note sulfuree minerali tipiche del territorio, note dominanti agrumate di lime, biancospino, rosmarino, basilico, mentuccia, verticalità marina; annata estremamente piovosa; il segreto dello spumante è l’affinamento sui lieviti. Il lievito è meno aggressivo; il vitigno autoctono ha la sua ragione d’essere.
Sapido e morbido è piacevole al palato con la sua nota di frutta giovane. Spigoloso.
N’ettaro 2015
Carricante 65% catarratto 35% da vigneti piantati nel 1976. Giallo verdolino ha sentori di frutta giovane acerba di mela verde, prosegue com note minerali di pietra focaia, margherite, erbette aromatiche, sprazzi di gioventù, nota eterea sul finale.
Vino di naso, immediato.
Isolanuda Etna bianco 2014
È il nome di un romanzo di Bufalino che parla della Sicilia
Intensità di naso, mix tra minerale e agrumato, mineralità che graffia il naso, smalto sul finale, entra diretto ma si apre subito, bacca di ginepro. è delicato, eclatante l’acidità, la salivazione è fluida, impatto salato che è sparito per dare spazio alla acidità, retro nasale ampia. Il vino ha un potenziale interessante e interessante è il confronto con il precedente.
Etna bianco DOC 2013 Monte Gorna
Carricante 60% e catarratto 40% Giallo paglierino più carico che racconta l’evoluzione; marina al naso, intensità minerale rovesciata e sospinta dal vento, note con varie sfaccettature di mineralità, note sulfuree mischiate ad un ricordo di un frutto non maturo; nota di rosmarino; grande acidità e sapidità, binari diretti che si avvicinano e allontanano. È un vino didattico, rappresentativo della bacca e del territorio.
Etna bianco Tenuta San Michele 2014
Bellissima luminosità, giallo più intenso. Agrumato, vaniglia e anice stellato, barrique soffice. In bocca è verticale in opposto alla parte olfattiva che si apre a ventaglio. Una bocca ancora più giovane, va come i gamberi all’indietro ma avrà ancora tanto da raccontare.
Terminata la carrellata dei bianchi si passa ai rossi cominciando da Zahra 2014. Nerello mascalese 100% dal colore rosa tenue con note di ruggine, uniformi. Frutta croccante, fragola e ciliegia, sensazioni floreali, un mix di leggera pungenza data dal l’alcol.
L’Etna rosso 2014 Tenuta Masseria Setteporte è 95 % Nerello mascalese + 5 % di nerello cappuccio, si presenta rosso rubino, al naso ha sentori di frutti rossi e di mineralità, grafite, lapis. È fresco, il tannino perfetto e setoso, di grande fattura nonostante la gioventù, ingresso scorrevole con finale di bocca piacevole.
Etna rosso 2012 Tenuta Monte Gorna è rosso rubino, i sentori di frutta in evoluzione sotto spirito, secco, prugna, tannino marcante che svanisce e rimane nella parte superiore.
Nerello mascalese selezione 2013 Masseria Setteporte ha una decisa semi trasparenza, con sentori di zolfo, sigaro, mix di sensazioni, terra bagnata, cenno che si trova nel sangiovese in evoluzione, bocca tannica e fresca, arancia amara, bergamotto, chinotto.
Etna rosso in barrique 2012 Monte Gorna, versante sud est 80 % nerello mascalese e 20% cappuccio, è piu carico di colore e ha sensazioni floreali miste a sigaro spento, una nota mentolata, é in fase di evoluzione e cambiamento, ha prepotenza nell’affacciarsi, tornano sentori di camino spento, petrolio, catrame, sensazioni ben definite, cenno di amaro e caffè ristretto.
Si conclude degustando Sciarake 2009, il suo nome deriva da Sciara, lo strato roccioso di accumulo di lava tipico dell’Etna. Il disco centrale ricorda un accenno granato, nota di terra bagnata, ruggine, ferro, frutta che graffia,vegetale, erbaceo. Per l’Etna l’annata 2009 è considerata un’annata minore, ma il vino è di grande eleganza e finezza.
A conclusione di questa esperienza degustativa emergono delle considerazioni che riguardano questo territorio oggi così tanto amato.
Quanto vale il vino dell’Etna in valore economico? Oggi è il vino che vale di più: 3,6 milioni di euro. Il consorzio dell’Etna non ha però le risorse economiche dei grandi consorzi. È un territorio unico ma difficile da coltivare e per crescere bisogna smettere di paragonare questo territorio ad altri; l’Etna è Etna e bisogna tirare fuori l’orgoglio e l’identità.