Buon viaggio, Jean
Jean Valenti se n’é andato. Con garbo, con signorilità: così come lo vedevi, era. L’ho incontrato in alcune occasioni ufficiali; una volta siamo capitati insieme nello stesso tavolo a cena: mi ha sempre sorpreso quel suo modo di guardarti e sorridere, e mi sono chiesto spesso se era quel suo modo di affrontare la vita ad averlo reso longevo e in buona salute.
Apparteneva a quella categoria di persone in grado di iniziare grandi avventure capaci di incidere sulla sorte di tanti. Tutti i sommelier di oggi sono un po’ figli suoi. Lui, e tanti come lui, hanno dimostrato che provarci è meglio di non fare nulla, perché da una stanza, da un tavolo può nascere qualcosa di importante.
Quando poteva, Jean Valenti era presente agli eventi dell’associazione. La sua partecipazione era motivo di orgoglio: il numero uno era ancora lì, come un cordone ombelicale, a ricordarci da dove siamo partiti.
Una associazione deve avere memoria, il valore della memoria, e tenere conto delle persone a cui deve solide fondamenta, perché da lì parte la sua storia, e la storia dell’AIS.
Grazie Jean, buon viaggio.