Kisté: la nuova avventura ai fornelli dello chef taorminese Pietro D’Agostino

Si chiama Kistè e accenderà la sua “cappa” il prossimo 16 marzo nel cuore di Taormina, incastonato in uno storico palazzo del tardo Quattrocento. E’ il più recente progetto dello chef Pietro D’Agostino, già patron de La Capinera che, a dieci anni dal riconoscimento della stella Michelin, ha deciso di raccontarsi anche attraverso una cucina essenziale che metta in evidenza la straordinaria bontà di ingredienti esclusivamente prodotti in Sicilia. Un contenitore gastronomico, dove vivere la tavola in modo diverso e regalare a tutti, tutti i giorni, gusti e piaceri d’alta cucina in una formula assolutamente easy gourmet.
Il nome Kistè è un omaggio alle origini greche della città, oggi crocevia di mode e tendenze internazionali, ma è soprattutto ispirato alla presenza all’interno dei locali, l’antica Casa Cipolla in via Santa Maria dé Greci, uno dei rari esempi di stile tardo Rinascimento siciliano a Taormina, di due enormi cisterne di epoca romana intercomunicanti e ispezionabili.
“È una bella storia d’amore la cucina – commenta Pietro D’Agostino – ci si innamora degli ingredienti, della memoria che riaffiora dai sapori e si finisce per amare anche chi porta a tavola le emozioni in un piatto”. Ed è proprio con questa convinzione che anche all’interno di Kistè, lo chef D’Agostino ha fatto un’accurata selezione di materie prime, le stesse utilizzate nella sua cucina, che saranno disponibili con marchio “IO D’AGOSTINO”, come un olio nocellara dell’Etna, 2 vini, un passito di Pantelleria doc e un grillo di Marsala, 3 tipi di miele di Zafferana Etnea (Melata d’agrumi, sulla selvatica e ficodindia) e una pasta, mezzo pacchero, realizzata con grani siciliani. Un modo, in pieno stile Pietro D’Agostino, sincero e generoso, di metterci faccia e cuore, come in tutti i suoi progetti.
E il 2017 riserva tante sorprese anche per la storica Capinera, affacciata sulla magica riviera ionica di Spisone, che dopo una breve pausa invernale ha riaperto la cucina venerdì scorso, e per il Cooking Lab, che anche per quest’anno dedicherà lezioni di cucina per team building aziendali, per lo sviluppo della creatività, competizione, spirito di squadra in modo innovativo; e aule per bambini, per una educazione alla percezione sensoriale e alla degustazione dei sapori, alla conoscenza della bontà di uno stile nutritivo salutare.
Un intenso restyling, dunque per il ristorante stellato, già cominciato lo scorso anno e che vede oggi il suo completamento nel nuovo design della mise en place: tavoli rovere massello lavorati da sapienti artigiani, inserti di maioliche di Scicli e luci dal caldo sapore retrò s’inseriscono armonicamente nel quadro naturale tutto blu e bianco in cui la Capinera è nata. “Come ogni anno, una trasformazione – anticipa D’Agostino – una continua evoluzione come la Capinera”. La filosofia, però, resta la stessa: un felice incontro fra creatività e innovazione, memoria e territorio. Anche nel menu, che pur presenta alcune novità, tutte da scoprire. Piatti vivaci eppure essenziali, ricchi di tradizione ma moderni, pensati e voluti secondo il quasi “religioso” rispetto delle stagioni della terra e del mare. Quel mare che avvolge, illumina e protegge la baia da cui la Capinera spicca sempre il volo.

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La Redazione

La Redazione di EnoNews.it

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