Etna: i sapori del “Pranzo di Campagna” a Barone di Villagrande

Potremmo dire che già la pausa pranzo, ovvero “Pranzo di Campagna” come era stato denominato nella pubblicità dell’evento, rappresentava un’attrattiva non indifferente della giornata. Del resto, capita soprattutto se ai fornelli c’è una protagonista che sta facendo molto parlare di sé, e anche bene, come Giulia Carpino. L’evento in questione è stato l’appuntamento che nei giorni scorsi ha lanciato l’azienda vitivinicola Barone di Villagrande, in quel di Milo, in quella zona di Etna Doc dove il Bianco del vulcano è denominato “Superiore” e dove la cantina rappresenta la realtà più antica del territorio ed una delle più antiche e nobili di Sicilia: 1727.
L’incontro, promosso e portato avanti dal titolare, produttore ed enologo di Barone di Villagrande, Marco Nicolosi, ha visto protagonista uno dei metodi, anzi forse il metodo in viticoltura più efficace per contrastare la fillossera in Italia, il parassita che, diffondendosi dagli Stati Uniti nel nostro Paese, ha determinato la profonda crisi della produzione vinicola italiana ed europea tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. Una minaccia che è sempre rimasta reale e concreta nei secoli, come ha spiegato Nicolosi, e che l’azienda etnea ha deciso da anni di affrontare con l’innesto, oggetto dell’incontro, reso ancor più accattivante dai tentativi (per la maggior parte maldestri ma molto, molto educativi) da parte dei partecipanti alla giornata di “innestare” nelle radici della vite americana la vitis vinifera, ovvero quella europea e la sola dalla quale è consentito produrre vino.
Un’esperienza unica, che ha consentito anche ad EnoNews di essere presente e di innestare la propria vite tra gli ettari di Villagrande a Milo. In quell’occasione, a fare da contorno prestigioso, il pranzo preparato dalla Lady Chef di Barone di Villagrande, la giovanissima e capace Giulia Carpino, coadiuvata dal suo secondo al timone della cucina, Jessica Cestari, di origini lombarde ma conquistata dalla terra di Sicilia. Giulia e Jessica hanno così deliziato gli ospiti con un menù sì campagnolo, ma dai gusti comunque raffinati, che hanno rivelato tutta la loro arte: Antipasto, zuppa di ceci con baccalà mantecato, fagioli neri all’aglio e pane fritto; Primo, gnocchetti di zucca su fonduta di cacio dell’Etna e coriandoli di salsiccia; Secondo, stracotto di maiale con crema di patate alla lavanda e verdure miste di campo saltate; Dessert, strudel siciliano con mele dell’Etna su crema di mandorle tostate, caramello di Etna Rosso e scaglie di cioccolato modicano.
Neanche a dirlo, in abbinamento al menù i vini dell’azienda, dall’apertura con il Rosato al Bianco Superiore e al Rosso.

foto e video di Flavia Catalano

 

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Antonio Iacona

L’Accademia Italiana di Gastronomia Storica, guidata dallo studioso e presentatore Rai Alex Revelli Sorini, ha nominato Antonio Iacona “Ambasciatore e Questore del Gusto” per la città di Catania, per il suo impegno nel diffondere le tradizioni enogastronomiche del territorio come strumento di sviluppo culturale, economico e turistico. Poeta, scrittore e giornalista catanese, laureato in Lettere Moderne, Antonio Iacona è sommelier, assaggiatore di olio, cura uffici stampa di eventi legati all’agroalimentare e collabora con numerose testate giornalistiche nazionali di enogastronomia. Dal 2013 cura l’ufficio stampa dell’Associazione Provinciale Cuochi Etnei.

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