Quando il vento e il mare influenzano i vigneti… 

Tra le numerose interviste che ho avuto il piacere di condurre a grandi chef italiani ricordo con particolare nostalgia il mio incontro con il noto chef Igles Corelli a Torino nel novembre 2017, in occasione del Gourmet Food Festival presso il monumentale Lingotto.

Nel corso del nostro colloquio mi parlò con grande entusiasmo dei prodotti siciliani che apprezza e che utilizza spesso nella preparazione delle sue pietanze. Un ingrediente speciale per esempio è rappresentato per lui dai “pomodori dolci” di Birgi, una contrada sulla costa della Laguna dello Stagnone nella città Marsala in cui vivo.

Incuriosita, successivamente ho approfondito l’argomento ed ho intervistato alcuni agricoltori locali, i quali hanno confermato che il pomodorino che cresce in quella zona è dolce e si chiama appunto “dolcetto” ed hanno aggiunto che tutte le coltivazioni, frutti, ortaggi, verdure che crescono nelle campagne nel litorale della Laguna dello Stagnone hanno un sapore diverso, più dolce, compresa l’uva, sia quella da tavola sia quella per la produzione del vino.
Mi sono avventurata in una ulteriore ricerca sulla motivazione per cui si riscontra la caratteristica dolce nei prodotti coltivati in terreni posti lungo la costa nord di Marsala. I vigneti e tutti i frutti di quella zona, ricevono acqua dolce dalle frequenti piogge e acqua salata per le infiltrazioni provenienti dalle saline, che occupano una estesa area della laguna stessa, in più i venti perenni in questo territorio, danno il loro contributo portando iodio in abbondanza sui campi.
L’acqua della Laguna dello Stagnone, proprio a causa delle numerose vasche di raccolta del sale, ha una salinità superiore rispetto al mare, e le infiltrazioni naturali che arrivano ai terreni limitrofi apportano una maggiore concentrazione di sale che, per l’effetto osmotico con il maggior passaggio di acqua dall’interno all’esterno della cellula vegetale e quindi l’aumento della concentrazione delle sostanze nutritive all’interno delle stesse cellule, conferisce un sapore più dolce ai frutti rispetto agli stessi coltivati nelle zone interne della campagna marsalese. Il risultato è che i prodotti sono speciali grazie ad un mirabile connubio fra il territorio come naturale luogo di origine, con i suoi tipici fattori ambientali (vento e mare in particolare) e la professionalità dell’uomo.
Per questo tutte le coltivazioni lungo i terreni dello Stagnone, in particolare l’uva e i  pomodori della contrada Birgi, i fichi d’India e le arance delle contrade di San Leonardo e Spagnola, influenzati dai due fattori ambientali, risentono positivamente nella qualità del prodotto, in fase di crescita, fino alla maturazione e nelle  varie sequenze della catena di produzione.
Sempre a proposito del vento, bisogna aggiungere una considerazione importante, l’opera dello scirocco, che, in base alla orografia della città di Marsala proviene dal mare, ha un effetto anche negli stabilimenti e nelle aziende vinicole che si trovano lungo il litorale, infatti nei casi in cui queste usano botti e tini in legno per la maturazione del vino, dal momento che le loro cantine sono a livello del mare e non interrate, la salinità che arriva dal mare per mezzo del vento alle botti e ai tini in legno genera una reazione che col tempo riesce a conferire un sapore diverso al prodotto.
Ecco perché questa peculiarità che si può sintetizzare come uno sposalizio tra vento e mare rappresenta una unicità del territorio marsalese.

(foto di Maria Grazia Sessa)

 

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Maria Grazia Sessa

Di origine palermitana, vive nel paese in cui il sole si riflette sulla splendida Laguna dello Stagnone. Pittrice e fotografa, scrittrice e poetessa, unisce a queste sue passioni quella per il giornalismo. Consegue la laurea in letteratura, studia pianoforte e contemporaneamente svolge il ruolo di docente e dirigente nella scuola di Stato. Convinta che le arti non abbiano confini, inizia ad avvicinarsi alle tematiche di enogastronomia nel 2014, intraprende la formazione nel mondo del vino, diventa sommelier e attualmente svolge il ruolo di Responsabile della formazione presso la delegazione AIS di Trapani. Considera la sua mission il diffondere i "tesori" della Sicilia, affinché siano conosciute le loro unicità e genuinità, facendo sì che la fama di questa terra possa "volare" in tutto il mondo ed essere apprezzata per il suo valore

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